La lavanda in cucina – Angelamaria

Pochi fiori evocano l’estate come queste spighe blu intenso che chiedono sole, caldo e terra asciutta e in cambio regalano a giardini e balconi la freschezza della loro inconfondibile fragranza.

E’ impossibile non restare colpiti dalle immense distese blu che in estate si aprono ai nostri occhi in Alta Provenza e sul Col di Nava, nella Liguria montana. Sono le migliaia di piante di lavanda (Lavandula) che fiorendo tutte insieme, offrono uno spettacolo di straordinaria bellezza.

 Il suo nome, di origine latina, deriva dal verbo “lavare”.

Anticamente, infatti, il fiore veniva usato per profumare l’acqua del bucato,e da sempre, seccato all’ombra e impacchettato in fazzoletti di garzina, viene messo nell’armadio tra la biancheria, oppure tra i cappotti e i maglioni per combattere le tarme.

La lavanda, infatti, non solo è un arbusto ornamentale sempreverde, ma è utile per i molteplici impieghi in cosmesi, in erboristeria e nell’industria farmaceutica. I francesi la inseriscono nei dolci e nel mistodi erbette aromatiche provenzali per insaporire le grigliate.

 Il genere comprende circa venti specie, tutte native delle regioni mediterranee, dove cresce generosa lungo i pendii delle zone più brulle e aride.

 
 
 
 
 
 La “Lavanda officinalis”, detta anche “Lavanda spica”, è la specie più nota e diffusa. Vive dappertutto e, seppur raramente, alcune piante, oltre alla classica spighetta blu-viola, producono infiorescenze bianche (varietà alba,) o rosa (varieta rosa).

 Originali sono poi le varietà “Nana laba” e “Nana compacta” (dai fiori blu-chiaro), i cui cespugli mantengono dimensioni ridotte, e pertanto sono adatti per essere inseriti nelle roccaglie e nelle fioriere.

 Meritano, infine, di essere ricordati alcuni tipi di lavanda comunemente detti “lavandino”. Si tratta della “Lavanda dentata”, una specie delicata che cresce spontanea in Spagna e fiorisce in luglio e agosto, e la “Lavanda lanata”, anch’essa propria della Spagna, con il fusto e le foglie ricoperti di lanuggine bianca.

Pollice verde: La lavanda è rusticissima e la sua coltivazione non presenta problemi. La posizione deve essere in pieno sole e il terreno leggero, asciutto e ben drenato. Le annaffiature saranno regolari, ma modeste.

 E’ infatti una pianta che ama il secco, qualunque eccesso di umidità ne provoca l’appassimento. Per tale motivo può essere collocata nelle zone più  aride e soleggiate del giardino.

Coltivata a gruppi, isolata o come tappezzante, è spesso scelta per la formazione di bordure lungo muri o cancellate; in tal caso le piantine vanno poste a circa 30-35 centimetri l’una dall’altra in previsione del rapido sviluppo delle ramificazioni.

I fiori, una volta secchi, vanno tolti, tagliando gli steli alla base. Non necessita nè di potature, se non quelle di contenimento da fare dopo la fioritura, nè di protezioni invernali. E’ bene concimare due-tre volte all’anno. Si riproduce in primavera per divisione di cespo o per talea messa a radicare in agosto o in ottobre.

Se si intende ricavare l’essenza, è meglio raccogliere i fiori alla mattina presto o alla sera e farli poi essiccare in un locale ombreggiato e fresco.

La “Lavanda officinalis”, detta anche “Lavanda spica”, è la specie più nota e diffusa. Vive dappertutto e, seppur raramente, alcune piante, oltre alla classica spighetta blu-viola, producono infiorescenze bianche (varietà alba,) o rosa (varieta rosa).

 Originali sono poi le varietà “Nana laba” e “Nana compacta” (dai fiori blu-chiaro), i cui cespugli mantengono dimensioni ridotte, e pertanto sono adatti per essere inseriti nelle roccaglie e nelle fioriere.

 Meritano, infine, di essere ricordati alcuni tipi di lavanda comunemente detti “lavandino”. Si tratta della “Lavanda dentata”, una specie delicata che cresce spontanea in Spagna e fiorisce in luglio e agosto, e la “Lavanda lanata”, anch’essa propria della Spagna, con il fusto e le foglie ricoperti di lanuggine bianca.

Pollice verde: La lavanda è rusticissima e la sua coltivazione non presenta problemi. La posizione deve essere in pieno sole e il terreno leggero, asciutto e ben drenato. Le annaffiature saranno regolari, ma modeste.

 E’ infatti una pianta che ama il secco, qualunque eccesso di umidità ne provoca l’appassimento. Per tale motivo può essere collocata nelle zone più  aride e soleggiate del giardino.

Coltivata a gruppi, isolata o come tappezzante, è spesso scelta per la formazione di bordure lungo muri o cancellate; in tal caso le piantine vanno poste a circa 30-35 centimetri l’una dall’altra in previsione del rapido sviluppo delle ramificazioni.

I fiori, una volta secchi, vanno tolti, tagliando gli steli alla base. Non necessita nè di potature, se non quelle di contenimento da fare dopo la fioritura, nè di protezioni invernali. E’ bene concimare due-tre volte all’anno. Si riproduce in primavera per divisione di cespo o per talea messa a radicare in agosto o in ottobre.

Se si intende ricavare l’essenza, è meglio raccogliere i fiori alla mattina presto o alla sera e farli poi essiccare in un locale ombreggiato e fresco.

La lavanda in cucina – Angelamariaultima modifica: 2013-03-29T07:43:35+01:00da eleoma
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