Grande novità in casa Saclà linea di secondi vegetali freschi già pronti

POLPETTE 1Grande novità in casa Saclà linea di secondi vegetali freschi già pronti

Burger, Polpette e Nuggets a base di Mopur con Certificato Qualità Vegana

Asti – Novità in arrivo in casa Saclà: una nuova linea di prodotti freschi biologici 100% vegetali a base di Mopur. Secondi piatti già pronti, realizzati in partnership esclusiva con la Mopur VegetalFood, sulla rampa di lancio nel banco dei freschi della Grande Distribuzione a partire da questa settimana.

Una chiara scelta di campo, quella dello storico marchio di Asti, a favore di una alimentazione sana, gustosa e nutriente. Una risposta concreta a un consumatore sempre più consapevole nelle scelte dei prodotti da mettere sulla propria tavola (67%, indagine Nielsen), alla ricerca di proposte che coniugano “benessere e salute” (+8,4% sullo scorso anno, indagine Nielsen), con una predilezione per il vegetal sempre più marcata (8% degli italiani, fonte Eurispes).

Elemento cardine di questa nuova linea vegetale è il Mopur, preparato con ingredienti di alta qualità: glutine vitale di frumento, lavorato secondo un procedimento che ne aumenta la digeribilità; farina di grano e di ceci; olio extra vergine di oliva; lievito madre. Il risultato, dopo un anno di ricerca Saclà, sono Burger, Polpette, Nuggets ottenuti utilizzando un mix di verdure e Mopur, secondi piatti fonte di proteine e fibre con un’ottima digeribilità.

POLPETTE 2Si tratta degli unici secondi piatti vegetali freschi a base di Mopur ad oggi presenti. In esclusiva per la Grande Distribuzione nel banco dei freschi, la gamma viene proposta in vaschette da 160 grammi (equivalenti a due porzioni) e in tre sfiziosi formati: Burger, Polpette e Nuggets. Più nel dettaglio, il Burger di Mopur con farro e melanzane, o spinaci e piselli; le Polpette di Mopur sono proposte con spinaci e piselli, oppure ceci e lenticchie; la linea Nuggets di Mopur è composta da confezioni di ceci e lenticchie, o di ceci e paprika dolce.

Una nuova dimensione del gusto che unisce la garanzia di qualità di Saclà con l’innovazione di Mopur: una valida alternativa per tutti coloro che scelgono una dieta priva di proteine animali, ma anche per chi, stando attento alla propria salute, vuol far felice il palato.

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Disegni, Ortolani e i Masa a Mangia come scrivi

4b4bf72e-21a3-412f-a487-e32b9a9c3a60Disegni, Ortolani e i Masa a Mangia come scrivi
Venerdì 27 gennaio all’Antica Tenuta Santa Teresa di Parma la cena più divertente dell’anno tra satira, fumetto e musica comico-surreale

PARMA – Dopo la ripresa della stagione lombarda di Mangia come scrivi (con protagonisti giovedì 19 gennaio, a Cantù, Niccolò Agliardi, accompagnato dal chitarrista Giacomo Ruggeri, e il critico musicale Enzo Gentile), ecco pronta a ripartire anche la stagione di Parma. Quello di venerdì 27 gennaio, all’Antica Tenuta Santa Teresa, sarà un evento cult per diversi motivi: i protagonisti della cena “Disegni Ortolani”, organizzata a presentata dal direttore artistico Gianluigi Negri, sono il vignettista più pungente d’Italia (Stefano Disegni), il creatore di Rat-Man (Leo Ortolani) e il gruppo musicale rivelazione della provincia di Parma (il duo I Masa). Per la prima volta insieme in un evento pubblico, Disegni e Ortolani saranno al centro di una cena imprevedibile e divertente, tra satira e fumetti, vivacizzata ulteriormente dalle “folli” e esilaranti esibizioni musicali de I Masa.

“TANTA ROBA” E “THE WALKING RAT” (SENZA DIMENTICARE IL CINEMA)
Il disegnatore satirico romano (che pubblica strisce su Il Fatto Quotidiano e Ciak, autore del nuovo programma di Gigi Proietti “Cavalli di battaglia”) presenterà a Parma il nuovo libro “Tanta roba. Per un’indigestione di satira esilarante” (Rizzoli Lizard), “interpretando” i personaggi delle sue tavole disegnate, che verranno proiettate durante la cena. Altrettanto farà Ortolani, che ha appena dato alle stampe per Panini Comics “The Walking Rat” (nel quale il più amato fumettista italiano è alle prese con la fatidica domanda “C’è umorismo, dopo la morte?”) e che arriva dal successo del volume “CineMAH presenta: il buio in sala” (BAO Publishing) presentato lo scorso ottobre al Festival Mangiacinema di Salsomaggiore.

I MASA?”MOLTISTRUMENTISTI”
L’uno è “Masa”, l’altro è “I”: insieme Alessandro Basini e Andrea Dalla Giovanna, salsese e fidentino, in un paio di stagioni hanno conquistato tutti con le loro canzoni “natal-estive”, al contrario, accelerate e rallentate, i loro tormentoni, le canzoni “ferragostizie” e le poesie in musica. Impossibile conoscere con anticipo la scaletta della serata. L’unica certezza è il coinvolgimento del pubblico.

IL MENU “TANTA ROBA”
Per una serata ad alto tasso di divertimento, oltre alle risate (che si preannunciano abbondanti), il menu pensato dallo chef Paolo Dall’Asta non potrà non essere all’altezza: la cena (inizio alle 21) si aprirà con un pantagruelico antipasto con l’angolo del salumiere, la bancarella del casaro, le stuzzicherie della Tenuta, per proseguire con un primo (inevitabilmente) di riso e un secondo che omaggia, come il resto delle portate, la classicità emiliana a tavola. Dulcis in fundo, la zuppa inglese d’autore firmata dall’artista pasticciere Alessandro Battistini (Pasticceria Battistini di Parma). Una prelibatezza che, a dispetto del nome, secondo gli studi dello storico e accademico della cucina Giovanni Ballarini (apprezzatissimo protagonista a Mangia come scrivi lo scorso dicembre) sarebbe nata a Parma ai tempi di Maria Luigia. E i vini? Quattro, come sempre, selezionati da “Il Bere Alto” di Claudio Ricci. Per informazioni sul menu e prenotazioni: 0521 462578.
Pregusta il menu satirico “Tanta roba”
IL PROSSIMO MANGIA COME SCRIVI A PARMA
Venerdì 24 febbraio Mangia come scrivi proporrà la serata “Il banchetto di nozze e altri sapori” con il vincitore dello Stresa Carmine Abate e con Camillo Bacchini e Elissa Piccinini (autori di “Ricette da fiaba”).

Alessandro Pitanti si aggiudica il titolo di Campari Barman of the Year 2017

Alessandro Pitanti si aggiudica il titolo di Campari Barman of the Year 2017

Una serata all’insegna della multisensorialità: si conclude così la quarta edizione della Campari Barman Competion
promossa da Campari Academy

Alessandro Pitanti, barman ventisettenne, è il vincitore della quarta edizione della Campari Barman Competition. Originario di Massa, attualmente vive a Pietrasanta e lavora al Filippo MUD Bar. Sul podio anche Adriano Rizzuto ed Ettore Barbato.

Fil rouge della serata è stato l’intramontabile Americano, che ha condotto il pubblico in un viaggio “back to the future”. Partendo dalle origini dell’aperitivo e dalla ricetta tradizionale, i tre finalisti si sono affrontati con l’intento di creare la miglior reinterpretazione della ricetta dando vita ad una vera e propria cocktail experience capace di coinvolgere tutti i sensi.

Alessandro Pitanti ha superato la semifinale e conquistato il podio con il cocktail Lady Chanel, un’inedita rivisitazione dell’Americano dal design originale e inconfondibile. Servito in una coppa vintage in argento, Lady Chanel si contraddistingue per il suo sapore grazie ad una vaporizzazione di “essenza invernale”, un’infusione idroalcolica a base di semi di finocchio, chiodi di garofano, mandarino, cannella, anice stellato e cioccolata.

Durante la finale, Alessandro ha convinto la giuria grazie a Sfumature di Americano, un cocktail all’interno del quale Campari e vermouth antica ricetta, un blend di tre ingredienti composto da Cinzano Bianco 1757, Cinzano Rosso 1757 e acqua di fiori d’arancio, si fondono con un infuso di camomilla e zenzero. La peculiarità di Sfumature di Americano è la possibilità di essere personalizzato da parte del consumatore con l’aggiunta di alcuni ingredienti a piacere, per fornire un’esperienza sensoriale unica.

Alessandro si aggiudica un master di specializzazione sul brand presso Campari Academy, un tour di guest bartending nei migliori locali italiani e un progetto speciale legato al mondo della mixology che svilupperà in collaborazione con Campari Academy.

Alla guida della memorabile serata, ricca di emozioni e sorprese, la showgirl, conduttrice e speaker radiofonica Cristina Chiabotto e il bartender Edoardo Nono del Rita & cocktails di Milano.

Le giurie coinvolte per rendere la serata ancora più interessante sono state suddivise in base alle competenze. Per la parte di degustazione erano presenti bartender di fama internazionale come Leonardo Leuci del Jerry Thomas Project di Roma, Tristan Stephenson, barman, consulente e scrittore di successo, lo scrittore ed esperto di storia della mixology David Wondrich, uno degli artefici principali della rinascita della cocktail culture nel mondo, Fulvio Piccinino, grande conoscitore della miscelazione, futurismo e mondo vermouth, e Patrizia Beretta, Media Trade e Special Events Gruppo Campari. Per la comunicazione, il celebre Salvatore Calabrese “The Maestro” e la fashion e food blogger Anna Marconi (Taste of RunWay) hanno affiancato il responsabile della Campari Academy Dario Cuccurullo.

Anche quest’anno, creatività, stile e un “tocco vincente” sono stati i caratteri distintivi della competition organizzata dalla Campari Academy – il centro di formazione e sperimentazione dedicato al mondo della mixology del Gruppo Campari.
La competizione si è sviluppata da settembre ad oggi attraverso tre fasi differenti: una selezione on line sul sito www.camparibarmancompetition.it, una seconda selezione realizzata direttamente sul territorio a bordo del Campari Academy Truck nelle città di Roma, Napoli, Bari, Cosenza, Catania e a Milano all’interno della Campari Academy, e infine un terzo step on line che ha chiamato il pubblico a votare per il ripescaggio di un concorrente. È stato possibile seguire tutte le fasi della Competition attraverso la pagina Facebook CampariAcademy.

Lo competition ha registrato numeri altissimi: 1400 iscritti, 300 ricette selezionate, un lungo percorso di selezione per arrivare a decretare il vincitore del titolo. Un record assoluto in Italia che conferma quanto la Campari Barman Competition stia diventando, anno dopo anno, un punto di riferimento per il mondo della mixology e un appuntamento imperdibile per tutti i barman e le barlady italiani.
Ecco le ricette dei cocktail dei tre finalisti:

SFUMATURE DI AMERICANO by Alessandro Pitanti

– 50ml Campari
– 50ml Vermouth antica ricetta, un blend di tre ingredienti composto da 25ml Cinzano Bianco 1757, 25ml Cinzano Rosso 1757, 2 drop di acqua di fiori d’arancio
– Fiori di camomilla e zenzero in macerazione per 1 ora
– Splash di soda
– Guarnizione: lemon peel

Tipologia di bicchiere: Punch perfect serve (5 diverse tipologie di bicchieri)

FRECCIA ROSSA by Adriano Rizzuto
– 3cl vermouth al babà
– 3cl Campari
– Soda aromatizzata all’arancia e al caffè
– Side: Babà al vermouthper guarnizione

Tipologia di bicchiere: Tumbler alto

ELISIR DI MILANO by Ettore Barbato

– 4cl Campari
– 4cl vermouth alla frutta tropicale
– Soda ai frutti rossi, guava, maracuja, pitaya rosso

Metodo: Shake and double strain

Tipologia di bicchiere: Old fashioned del futuro
#camparibarman
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https://www.facebook.com/CampariItalia
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GRUPPO CAMPARI
Gruppo Campari è uno dei maggiori player a livello globale nel settore degli spirit, con un portafoglio di oltre 50 marchi che si estendono fra brand a priorità globale, regionale e locale. I brand a priorità globale rappresentano il maggiore focus del Gruppo e comprendono Aperol, Appleton Estate, Campari, SKYY, Wild Turkey e Grand Marnier. Il Gruppo, fondato nel 1860, è il sesto per importanza nell’industria degli spirit di marca. Ha un network distributivo su scala globale che raggiunge oltre 190 Paesi nel mondo, con posizioni di primo piano in Europa e nelle Americhe. La strategia del Gruppo punta a coniugare la propria crescita organica, attraverso un forte brand building, e la crescita esterna, attraverso acquisizioni mirate di marchi e business.
Con sede principale in Italia, a Sesto San Giovanni, Campari conta 18 impianti produttivi e 1 azienda vinicola in tutto il mondo, e una rete distributiva propria in 19 paesi. Il Gruppo impiega circa 4.000 persone. Le azioni della capogruppo Davide Campari-Milano S.p.A. (Reuters CPRI.MI – Bloomberg CPR IM) sono quotate al Mercato Telematico di Borsa Italiana dal 2001.
Per maggiori informazioni: http://www.camparigroup.com/it. Bevete responsabilmente.

Mangia come scrivi riparte con Agliardi e Gentile

a42c2d62-5d8f-4d5e-890a-9cb172d877faMangia come scrivi riparte con Agliardi e Gentile
Giovedì 19 gennaio al Ristorante Il Garibaldi di Cantù cena con il cantautore di “Braccialetti rossi” (accompagnato dal chitarrista Giacomo Ruggeri) e il critico musicale milanese
CANTÙ (Como) – La stagione lombarda di Mangia come scrivi riparte all’insegna della musica. Tre ospiti, due libri, una cena da non perdere: giovedì 19 gennaio, al Ristorante Il Garibaldi di Cantù (Como), la rassegna diretta dal giornalista GianIuigi Negri ospiterà il cantautore Niccolò Agliardi, il chitarrista Giacomo Ruggeri, il critico musicale Enzo Gentile. Sono loro i protagonisti della cena “Ti devo un ritorno”, durante la quale, tra una portata e l’altra, tra un brano e l’altro, Agliardi presenterà il suo nuovo romanzo “Ti devo un ritorno” (Salani) e Gentile il suo nuovo “viaggio” nel pop-rock “Time after time” (Hoepli).

Il MENU MUSICAL-LETTERARIO
Lo scorso novembre avevano condiviso lo stesso palco (quello del Teatro Magnani di Fidenza), invitati da Negri per inaugurare il suo nuovo format Mangiamusica. Ora condivideranno lo stesso tavolo a Mangia come scrivi. Agliardi, che ha firmato la colonna sonora di “Braccialetti rossi” e composto “Simili” per la Pausini, dopo quattro dischi pubblica ora, con “Ti devo un ritorno”, il suo primo romanzo: una storia sul coraggio di crescere, a qualunque età, raccontata con una scrittura diretta e poetica. Gentile, tra gli autori più richiesti a Mangia come scrivi, con “Time After Time” (prefazione di Ivano Fossati) fa una panoramica originale, puntigliosa e insolita sulla grande avventura del pop-rock attraverso le date, gli appuntamenti, le ricorrenze, i compleanni e le notizie (italiane e internazionali) dal 1954 a oggi.

IL MENU IN TAVOLA
Gli chef del Garibaldi Alda Zambernardi e Marco Negri proporranno un menu con quattro piatti d’autore (dall’antipasto al dolce) e tre vini selezionati. Spiccano, tra gli altri, un primo al forno (lasagne verdi alla bolognese, con la tipica pasta fatta in casa, una delle specialità del ristorante canturino), per affrontare al meglio queste fredde serate invernali, e, per contrasto, un gelato, altra specialità della casa, inevitabilmente freddo ma capace di “scaldare” chi lo gusterà (al torroncino con cioccolato fuso). L’inizio della cena, come sempre, è fissato alle 20.30. Per informazioni e prenotazioni: 031 704915.

LA SETTIMANA SUCCESSIVA A PARMA E IL PROSSIMO MESE A CANTÙ
Venerdì 27 gennaio Mangia come scrivi sarà a Parma, alla Tenuta Santa Teresa, dove la stagione emiliana ripartirà con la serata “Disegni Ortolani” (con Stefano Disegni, Leo Ortolani e il duo musicale I Masa). L’appuntamento del prossimo mese a Cantù è, invece, per giovedì 23 febbraio: “Troppe zeta nel cognome” è la cena che avrà come ospite d’onore Mario Luzzatto Fegiz.

LA NUOVA PARTNERSHIP CON ITALIA A TAVOLA
Da questo mese Mangia come scrivi potrà contare su una nuova media partnership (già confermata anche per il festival Mangiacinema di Salsomaggiore e per la rassegna Mangiamusica di Fidenza). Il network Italia a tavola, fondato nel 1986 da Alberto Lupini che lo dirige, ha da pochi giorni un nuovo vicedirettore: Andrea Radic (che arriva da affaritaliani.it) vuole puntare molto sul connubio “Spettacolo e Cibo”, con collaborazioni con prestigiosi festival e manifestazioni italiane. Con il suo staff, realizzerà nell’ambito di Mangia come scrivi originali e gustose “Interviste a Tavola” con gli artisti della rassegna, che si vedranno su italiaatavola.net.

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La Gioconda di Latta e altre 441 scatolette di latta

Del Tongo - La Gioconda di Latte 03La Gioconda di Latta e altre 441 scatolette di latta
Una mostra curiosa
Da Del Tongo
Dal 1° dicembre al 14 gennaio 2017

442 scatolette di latta saranno esposte dal 1 dicembre al 14 gennaio nello spazio Del Tongo in via Solferino 22. Fanno parte della collezione di Paolo Stefanato, giornalista, che nell’arco di trent’anni le ha raccolte in tutto il mondo. Egli spiega: “Le scatolette alimentari sigillate, a differenza di quelle con il coperchio, sono fabbricate per essere distrutte. Sono un semplice imballaggio che si getta e non si conserva, simboli inconsapevoli della vita quotidiana e dei consumi minuti. Invece, osservandole, si può apprezzare quanto siano belle, curiose, sorprendenti e come rappresentino un mondo d’arte a sé, non lontano dalla Pop art e dal pensiero creativo di Andy Wharol”.

Provengono da tutto il mondo, hanno protetto e custodito cibi di ogni tipo: sardine, tonno, pomodori, verdure, frutta, pesce e carni. Non portano etichetta, ma sono litografate sul metallo, e questo le rende brillanti. Hanno grafiche inusuali e bizzarre, sono colorate e decorate con le immagini più diverse: fiori, pescatori, fabbriche, barche, figure e volti. Persino il ritratto della Gioconda. Vengono, dicevamo, da tutto il mondo, dall’Europa all’Argentina, dall’Italia alla Corea, passando dall’Africa e dall’Australia. Un racconto per ridare dignità a un oggetto dalla vita breve, che nasce per una vita effimera al servizio del prodotto che contiene.

Del Tongo - La Gioconda di Latte 02La loro storia, come ha ricostruito Paolo Stefanato, ha più di 200 anni. “Nel 1810 le scatolette furono brevettate dall’inglese Pierre Durand che seguì le sperimentazioni del francese Nicolas Appert per la conservazione dei cibi in contenitori di vetro: Durand ostituì il vetro con lattine in metallo cilindriche. Il brevetto fu poi acquistato dagli inglesi Bryan Donkin e John Hall e l’industria che si sviluppò ebbe come primo cliente l’esercito inglese. Nel tempo, la leggerezza, la duttilità, la resistenza della latta, la qualità assicurata dai processi di conservazione, lo snellimento dei processi di lavorazione, fecero sì che la scatoletta iniziasse a diffondersi sul mercato fino a diventare, ai nostri giorni, un oggetto consueto nella vita quotidiana di tutti”. “Le scatole di latta – avverte Stefanato – appartengono a due grandi famiglie. Quelle con il coperchio, quindi riutilizzabili, che hanno sempre alimentato un collezionismo fiorente e molto decorativo. E quelle sigillate, che invece vengono gettate dopo aver protetto il loro contenuto. Più umili, poco considerate, pronte a diventare un semplice rifiuto. Questa collezione vuol essere un po’ il loro riscatto: se nessuno le conservasse, di esse non rimarrebbe traccia”.

Tra tutte quelle esposte nella mostra, due spiccano pin modo particolare. Una fabbricata in Francia di marchio “Le dieux” su cui è disegnato un banchetto in cui Giove, Nettuno, Marte e Mercurio mangiano sardine: l’immagine è accompagnata da un falso verso dell’Iliade. Del Tongo - La Gioconda di Latte 01L’altra, fabbricata in Italia, è quella delle “Alici in salsa piccante vera marca Rizzoli, Parma” in cui tre gnomi con barba e cappello tricolore sono sovrastati dal motto latino “Ante Lucrum Nomen”, prima il prestigio del nome e poi il guadagno. Valori solenni che sorprende trovare impressi su una semplice scatoletta di acciughe, fabbricata per essere distrutta.

Fa da cornice alle 442 scatolette il monomarca Del Tongo di Milano, uno spazio vivo di circa 300mq apparentemente allo stato grezzo, dove le cucine trovano rappresentazione per esprime qualità, design, e tecnologia. Da sempre valori dell’azienda. Una visione espositiva aperta, un collage di emozioni racchiuse in immagini reali per ridefinire gli spazi tradizionali in zone funzionali, non sono visioni di abitazioni ma scorci reali di cucine con idee diverse.

Questo da scoprire da Del Tongo dal 1° dicembre al 14 gennaio 2017, in Via Solferino 22 a Milano.
Il lunedì dalle 15.00 alle 19.00 e dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 19.00
www.gruppodeltongo.com
Per ulteriori informazioni: 347 6907030

www.gruppodeltongo.com
Per ulteriori informazioni: 347 6907030

La storia delle scatolette di latta,fabbricate per essere distrutte

Paolo Stefanato

Le scatolette di latta, oggetti presenti nella vita di tutti noi, hanno una storia lunga più di  200 anni. Il primo a metterle a punto fu un inglese, Pierre Durand, che nel 1810 ottenne dal re Giorgio III d’Inghilterra il brevetto per la conservazione di cibi “in vetro, ceramica, alluminio e altri metalli”. Il brevetto di Durand era basato sui 15 anni di sperimentazioni del francese Nicolas Appert, che sviluppò l’idea di conservare il cibo in bottiglie. Durand prese l’idea di Appert e fece un ulteriore passo avanti, sostituendo le fragili bottiglie di vetro con lattine cilindriche in metallo. Egli intuì le potenzialità della sua scoperta ma preferì monetizzarla subito: e solo un anno dopo, nel 1811, la vendette a due industriali, Bryan Donkin e John Hall, di Bermondsey, presso Londra, che diedero vita a un’industria di conserve e nel 1813 produssero i primi cibi in scatola per l’esercito inglese.

L’idea di Durand aveva dunque paternità francese. Il governo di Parigi, durante le guerre napoleoniche, aveva bandito un premio di 12mila franchi per colui che avesse proposto un metodo efficace ed economico per conservare grandi quantità di cibo, perchè gli approvvigionamenti alimentari erano uno degli aspetti di maggior vulnerabilità degli eserciti: chi avesse escogitato un modo per nutrire le truppe regolarmente e con una qualità standardizzata, avrebbe avuto un’arma in più contro i nemici. Fu un cuoco e pasticcere di sessant’anni che nel 1809 si aggiudicò quel denaro: Nicolas Appert, appunto, nato a Chalon-en-champagne nel 1749, il quale ebbe la sua intuizione constatando che il calore eliminava o rallentava i processi di decomposizione del cibo. E mise a punto il suo metodo di conservazione, secondo il quale era necessario che un contenitore fosse sigillato ermeticamente e poi immerso nell’acqua bollente, per tempi variabili secondo il tipo di alimento (esattamente quello che tuttora si fa con le conserve di casa). Applicò il processo a dei recipienti di vetro e adottò, cinquant’anni prima di Pasteur, il metodo della sterilizzazione dei cibi. Appert pubblicò l’anno successivo un libro che è tuttora il capostipite riconosciuto della scienza della conservazione: “L’art de conserver les substances animales et vegetales”. Ebbe qualche fortuna anche con la sua piccola fabbrica, costruita con i fondi del premio, ma – quasi per una curiosa vendetta della storia: lui che aveva sfamato gli eserciti – questa fu rasa al suolo nel 1814 dall’esercito degli austro-prussiani, invasori della Francia, ed egli poi morì in miseria, a 92 anni.

Pierre Durand, che era nato nel 1766, non fece altro che sostituire i contenitori in vetro con la latta e adattare il metodo Appert alle scatole. La latta (o banda stagnata), un sandwich sottilissimo di acciaio e stagno che esisteva da secoli, presentava molti vantaggi: era un materiale più leggero, più duttile, meno fragile e più economico del vetro. Fondamentali restavano la chiusura ermetica e il passaggio delle scatole, una volta chiuse, ad alta temperatura per eliminare batteri e tossine. Inizialmente il processo di inscatolamento era laborioso perché doveva essere fatto a mano; le prime scatolette erano costose per la gente comune, con il risultato che divennero una sorta di status symbol. Ma progressivamente il successo crebbe, e con esso si allargò il mercato. Il cliente principale nel primo periodo fu la Marina di Sua Maestà e nel 1817 la Donkin&Hall in sei mesi vendette carne in scatola per 3mila sterline. , un’enormità per l’epoca. Nel 1820 l’esploratore Edward Parry, nella sua ricerca di un “passaggio a Nord Ovest” per l’India attraverso l’Artico, portò con sé scatolette di carne e di zuppa di piselli, e lo stesso fece nel 1829 l’ammiraglio John Ross in una spedizione analoga. L’unico, serio problema di quei tempi era l’avvelenamento provocato dal piombo che veniva usato per sigillare le scatole.

L’automazione dei processi di inscatolamento, il superamento dei problemi di salubrità del contenitore e l’aumento della gamma di cibi inscatolati (frutta, verdura, carni, persino ostriche, e poi tonno, sardine, pomodoro, zuppe) provocò un progresso della domanda che cominciò a essere sempre più diffusa grazie anche al contenuto “di servizio” delle scatolette, che permetteva di utilizzare il cibo nel tempo, tenendolo nella dispensa per l’occorrenza, diradando le visite al mercato; oppure di accompagnare viaggi e spedizioni. In Italia fu Francesco Cirio ad aprire la prima fabbrica di piselli in scatola nel 1856, a Torino, cui seguì, nel 1875, il primo impianto campano per la lavorazione industriale dei pomodori. Un fatto curioso: l’apriscatole fu creato trent’anni dopo le scatolette che avrebbe dovuto aprire. Fino a quel momento la gente si arrangiò come meglio poteva, con martelli, scalpelli, baionette, persino battendo la scatola sulla pietra.

Il successo dell’industria delle scatolette di latta e i progressi delle stampa litografica, che dava al metallo un’allegra brillantezza multicolore, diede origine a una variante più aristocratica: la scatola di latta contenente prodotti alimentari meno deperibili (biscotti, caramelle, cioccolato) oppure tabacco, puntine di grammofono, sigari e sigarette. Se per le scatolette ermetiche la confezione aveva un’essenziale funzione di conservazione dei cibi, le scatole non sigillate, cioè con il coperchio, assumevano una ragione più decorativa e voluttuaria, erano spesso oggetti da regalo o da ricorrenza, e rispecchiavano la certezza che, una volta terminata la loro funzione originaria, non sarebbero state gettate: avrebbero anzi continuato a servire le donne di casa o i ragazzi per contenere bottoni, utensili, cartoline e mille altre minutaglie casalinghe. Alcune fabbriche si specializzarono in scatole-giocattolo, regalo “doppio” per bambini fortunati, o in fantasiosi decori a tema o d’occasione (anni Santi, celebrazioni storiche, ecc.).

Da qui si può ben intendere come la grande famiglia delle scatole di latta, alle quali oggi è dedicato un fiorente collezionismo, sia in realtà divisa in due ampie categorie. Quelle “povere”, sigillate, che per svolgere la loro funzione devono essere aperte e distrutte, e quelle “aristocratiche” per le quali il contenuto è quasi un pretesto e che, anzi, appena vuotate acquistano una più orgogliosa vita propria. E’ facilmente intuibile che il collezionismo riguarda quest’ultimo tipo di scatole, che hanno espresso il loro massimo splendore tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento, e che spesso furono addirittura firmate dalle griffe della pubblicità dell’epoca, da Dudovich a Cappiello: in Italia esistono almeno una decina di grandi collezioni, a cominciare da quella raffinatissima di Marina Durand de la Penne, visitabile a Gerano (Roma) e dedicata esclusivamente a scatole italiane; e da quella di Marco Gusmeroli, di Arona (Varese), considerato “il guru italiano nel collezionismo di materiale pubblicitario”. Le collezioni minori non si contano.

Le scatole “povere”, quelle di sardine, di tonno, di salse, di pelati, di carne, vengono normalmente gettate dopo l’uso e – tranne rarissime raccolte, presenti soprattutto in Francia – non lasciano traccia. Intendiamoci: nel 2010 il “compleanno” è stato tutto loro, non di quelle di biscotti. Anch’esse – quelle povere – , comunque, possiedono un più ingenuo ma riconoscibile intento decorativo, legato all’elementare marketing di prodotti di poco valore. A differenza delle scatole con il coperchio, che una volta vuotate mantengono intatte le proprie caratteristiche, le scatolette sigillate per essere conservate devono essere svuotate del contenuto; e questo, anche se fatto con accorgimenti esteticamente delicati, implica una violazione della loro integrità. Ovviamente non c’è alternativa.

Prendiamo le scatole di sardine, per esempio, che fanno quasi storia a sé. Vengono prevalentemente da Paesi mediterranei quali Tunisia, Marocco, Portogallo, Spagna, Francia e sono a lungo “rimaste indietro” rispetto alle confezioni di altri prodotti, perpetuando anche in anni recenti sembianze ottocentesche e caratteristiche da archeologia industriale. Limitandoci alle scatolette litografate (e tralasciando quindi quelle con le etichette di carta, meno brillanti e dai colori più deperibili) va osservata la prevalenza di colori quali il rosso e il giallo (più naturali e più affini ai cibi naturali) e una netta minoranza di scatole stampate in verde, blu o nero. I disegni più frequenti si riferiscono al contenuto, e quindi pesci, pescatori, barche, velieri; ma ci si può imbattere nell’illustrazione della fabbrica, nell’intento forse di stupire il consumatore con le dimensioni e la solennità degli edifici; oppure in figure di fantasia – bambini, ragazze, principesse, ma anche antichi romani o personaggi letterari – per entrare in sintonia con qualche desiderio subliminale delle massaie, e per comunicare qualità e affidabilità.

Due esempi formidabili valgono per tutti. Una scatoletta di sardine sott’olio, fabbricata in Francia, “preparation à l’ancienne, depuis 1903” porta il marchio “Le dieux”, gli dei, illustrato con un banchetto dove tra gli altri si riconoscono Giove, con la corona, Nettuno, con il tridente, Marte, con elmo e lancia, Mercurio, con il caduceo. Davanti a ciascuno, un piatto con tre sardine. Una scritta recita, in francese: “Gli dei si nutrivano di sardine e d’ambrosia, Iliade, canto 25mo”. Una citazione di Omero? Macchè, l’Iliade si compone di 24 canti. Evidentemente quell’imprenditore decise che per conquistare le donne al mercato il metodo più efficace doveva essere un apocrifo del poeta greco. Quale incredibile macchinazione intellettuale!

L’altro esempio è italiano e tutti lo possono tuttora verificare negli scaffali dei supermercati. Si tratta delle “Alici in salsa piccante vera marca Rizzoli, Parma”, la cui scritta su fondo oro è uguale a sé stessa dal 1906, prima della Prima guerra mondiale (alcune scatolette furono trovate anni fa in una trincea); tre gnomi con la barba e i cappelli tricolori reggono un cartiglio blu con scritto: “Mangiar bene”. Piccolo, quasi invisibile, in alto, un motto latino: “Ante lucrum nomen”, prima il prestigio del nome e poi il guadagno. Tre parole che raccontano che cosa fossero un tempo l’onore, la nobiltà d’animo, il senso delle cose, il primato dei valori: con la solennità di un’iscrizione in un Pantheon. Invece è una semplice, dignitosa, modesta scatoletta di acciughe. Fabbricata per essere distrutta.

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Mangia come scrivi: ecco i grandi nomi delle due nuove stagioni

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E’ qui la festa: il 2017 della rassegna più golosa d’Italia
Non vedi la mail? Clicca qui
Invito alla nuova stagione di Mangia come scrivi con Leo Ortolani, Stefano Disegni, Carmine Abate, Flavio Oreglio, Niccolò Agliardi, Mario Luzzatto Fegiz, Valerio Varesi, Alberto Patrucco
Mangia come scrivi:
ecco i grandi nomi delle due nuove stagioni

Dieci imperdibili appuntamenti da gennaio a maggio con prestigiosi ospiti tra Parma e Cantù: Stefano Disegni, Leo Ortolani, Carmine Abate, Flavio Oreglio, Niccolò Agliardi, Mario Luzzatto Fegiz, Valerio Varesi, Alberto Patrucco
Ventotto ospiti, dieci appuntamenti da non perdere: Mangia come scrivi ha appena concluso le celebrazioni del decennale e ora guarda avanti, nel suo undicesimo anno, con un cartellone ricco di nomi, novità e sorprese. Da gennaio a maggio riprenderanno le due stagioni – emiliana e lombarda – della rassegna ideata e diretta dal giornalista Gianluigi Negri, nata nel novembre 2006 in provincia di Parma: le cene-spettacolo si svolgeranno a Cantù (Como) un giovedì al mese al Ristorante Il Garibaldi e a Parma un venerdì al mese all’Antica Tenuta Santa Teresa.

Dalla presenza di grandi nomi dello spettacolo (Niccolò Agliardi, Flavio Oreglio, Alberto Patrucco) all’attesissima serata con Stefano Disegni e Leo Ortolani per la prima volta insieme (il vignettista satirico e il fumettista più amati d’Italia), dai maestri del giallo come Valerio Varesi e Bruno Morchio al vincitore del Campiello Carmine Abate, dal decano dei critici musicali Mario Luzzatto Fegiz alla gran chiusura della stagione parmigiana con una serata dedicata a Cuba: cinque mesi di cene tutte diverse tra loro e originali. Con la rinnovata e prestigiosa collaborazione con il maestro pasticciere Alessandro Battistini in quel di Parma. E sempre con la voglia di stupire, di coinvolgere il pubblico e di portare avanti un discorso (mai interrotto) sulla cultura del gusto e sul gusto della cultura, con quell’inconfondibile mix di intrattenimento e spettacolo che, in oltre dieci anni, ha consentito a Mangia come scrivi di mettere a tavola 390 scrittori e 130 artisti.

La stagione di Cantù
LA STAGIONE DI CANTÙ (Como)
Ristorante Il Garibaldi
(Piazza Garibaldi, 13)

GIOVEDÌ 19 GENNAIO
Ti devo un ritorno
OSPITI
Niccolò Agliardi, Edwyn Roberts, Enzo Gentile

GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO
Troppe zeta nel cognome
OSPITE D’ONORE
Mario Luzzatto Fegiz

GIOVEDÌ 16 MARZO
Nebbie e delitti
OSPITI
Valerio Varesi, Tiziano Marelli, Patrice Avella

GIOVEDÌ 6 APRILE
Good Vibrations
OSPITI
Roberta Maiorano, Aldo Pedron, The Crashmen (Ed Seagraves & Mark Dale) e un ospite a sorpresa

GIOVEDÌ 11 MAGGIO
Segni (e) Particolari
OSPITE D’ONORE
Alberto Patrucco

Inizio serate: ore 20.30
Info e prenotazioni: 031-704915
Vai al Programma completo di Cantù
Scarica il programma in word
La stagione di Parma
LA STAGIONE DI PARMA
Antica Tenuta Santa Teresa
(Strada per Beneceto, 26)

VENERDÌ 27 GENNAIO
Disegni Ortolani
OSPITI
Stefano Disegni, Leo Ortolani, I Masa

VENERDÌ 24 FEBBRAIO
Il banchetto di nozze e altri sapori
OSPITI
Carmine Abate, Camillo Bacchini, Elissa Piccinini

VENERDÌ 17 MARZO
Bacci Pagano, Enrico Radeschi, Ardelia Spinola
OSPITI
Bruno Morchio, Paolo Roversi, Cristina Rava

VENERDÌ 7 APRILE
Poesie catartiche e poesie surrealiste
OSPITI
Flavio Oreglio, Antonio Tacete

VENERDÌ 12 MAGGIO
La nostra Cuba
OSPITI
Davide Barilli, Paolo Simonazzi, El Rubio Loco

Inizio serate: ore 21.00
Info e prenotazioni: 0521-462578

info@mangiacomescrivi.it

Mangia come scrivi Parma

locandina-parmaMangia come scrivi Parma
undicesimo Anno
Rassegna gastro-letteraria-artistica
1 cena, 3 scrittori x 3 minuti (di reading), 9 opere d’artista

In collaborazione con
Associazione culturale Mangia come scrivi
Libreria Ubik di Salsomaggiore Terme
Stadiotardini.it

INIZIO SERATE
ALLE ORE 20.30

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
ALLO 031-704915

COSTO CENA: 35 EURO
(4 piatti d’autore dall’antipasto al dolce,
3/4 vini selezionati)

Presenta
Gianluigi Negri

www.gianluiginegri.it
info@gianluiginegri.it
www.mangiacomescrivi.it
info@mangiacomescrivi.it

MANGIA COME SCRIVI
undicesimo Anno
Rassegna gastronomica-letteraria-artistica
1 cena, 3 scrittori x 3 minuti (di reading), 9 opere d’artista

Stagione di Parma 2017
GENNAIO – MAGGIO

Antica Tenuta Santa Teresa – Ristorazione per eventi
Parma – Strada Beneceto, 26
Tel. 0521-462578 o 348-2491140
www.anticatenutasantateresa.it

Programma

VENERDÌ 27 GENNAIO
Disegni Ortolani

OSPITI
Stefano Disegni, Leo Ortolani, I Masa

La satira nel Cuore (e nella matita): il vignettista più pungente d’Italia con Tanta roba. Per un’indigestione di satira esilarante (Rizzoli Lizard). Il papà di Rat-Man alle prese con una fatidica domanda nel nuovo The Walking Rat (Panini Comics): c’è umorismo, dopo la morte? E il duo comico-musicale più irriverente e innovativo della provincia di Parma.

VENERDÌ 24 FEBBRAIO
Il banchetto di nozze e altri sapori

OSPITI
Carmine Abate, Camillo Bacchini, Elissa Piccinini

Il vincitore del Campiello e dello Stresa  rende il cibo motore del racconto nel nuovo Il banchetto di nozze e altri sapori (Mondadori). Con un piatto, tra i tanti, che è la sintesi perfetta tra Nord e Sud: polenta con la ‘nduja. I due critici letterari parmigiani con Ricette da fiaba (Elliot) portano i lettori alla scoperta delle più gustose (e originali) ricette delle fiabe popolari.

VENERDÌ 17 MARZO
Bacci Pagano, Enrico Radeschi, Ardelia Spinola

OSPITI
Bruno Morchio, Paolo Roversi, Cristina Rava

Bollicine noir: serata Franciacorta. L’investigatore dei carruggi creato da Morchio ritorna in Fragili verità (Garzanti). Il giornalista hacker di Roversi in La confraternita delle ossa (Marsilio). L’anatomopatologa della Rava in Quando finiscono le ombre (Garzanti).

VENERDÌ 7 APRILE
Poesie catartiche e poesie surrealiste

OSPITI
Flavio Oreglio, Antonio Tacete

L’attore comico, cabarettista e musicista che ha appena celebrato il suo anno catartico e il poeta-scrittore surrealista parmigiano con il nuovo provocatorio libro Le lucciole nella lane delle pecore (Guaraldi).

VENERDÌ 12 MAGGIO
La nostra Cuba

OSPITI
Davide Barilli, Paolo Simonazzi, El Rubio Loco

Tre mestieri diversi, tre grandissime passioni, un primato da condividere: lo scrittore, il fotografo e il cantautore italiani più famosi a Cuba. Barilli e Simonazzi con il progetto Mantua, Cuba. El Rubio Loco con le sue nuove hit per l’estate.

MANGIA COME SCRIVI
undicesimo Anno
Rassegna gastro-letteraria-artistica
1 cena, 3 scrittori x 3 minuti (di reading), 9 opere d’artista

In collaborazione con
Associazione culturale Mangia come scrivi
Il Bere Alto
Libreria Ubik di Salsomaggiore Terme
Stadiotardini.it
Pasticceria Battistini

INIZIO SERATE
ALLE ORE 21.00

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
ALLO 0521-462578

COSTO CENA: 35 EURO
(4 piatti d’autore dall’antipasto al dolce,
4  vini selezionati da “Il Bere Alto” di Claudio Ricci
e presentati dal sommelier Giampaolo Ferrari,
il dolce firmato dall’artista pasticciere Alessandro Battistini)

Presenta
Gianluigi Negri

www.gianluiginegri.it
info@gianluiginegri.it
www.mangiacomescrivi.it
info@mangiacomescrivi.it

Mangia come scrivi – Cantù

locandina-cantuMangia come scrivi –  Cantù
undicesimo Anno
Rassegna gastronomica-letteraria-artistica
1 cena, 3 scrittori x 3 minuti (di reading), 9 opere d’artista

Stagione di Cantù 2017
GENNAIO – MAGGIO

Ristorante Il Garibaldi
Cantù (Como) – Piazza Garibaldi, 13
Tel. 031-704915
www.ilgaribaldi.it

Programma

GIOVEDÌ 19 GENNAIO
Ti devo un ritorno

OSPITI
Niccolò Agliardi, Edwyn Roberts, Enzo Gentile

Di nuovo insieme, dopo aver tenuto a battesimo Mangiamusica lo scorso novembre. L’autore della colonna sonora di “Braccialetti rossi”, accompagnato al piano da Edwyn Roberts (che insieme a lui ha firmato “Simili” per la Pausini), presenta il nuovo romanzo Ti devo un ritorno (Salani). Gentile presenta, invece, Time After Time (Hoepli): dove, quando e perché nella storia del pop-rock, anno per anno, dal 1954 a oggi.

GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO
Troppe zeta nel cognome

OSPITE D’ONORE
Mario Luzzatto Fegiz

Il decano dei critici musicali italiani vuota il sacco senza fare sconti a nessuno, soprattutto a se stesso… E presenta a Mangia come scrivi il nuovo libro Troppe zeta nel cognome – Vizi pubblici e private virtù di un critico musicale (Hoepli) a poche settimane dai festeggiamenti per il suo 70° compleanno.

GIOVEDÌ 16 MARZO
Nebbie e delitti

OSPITI
Valerio Varesi, Tiziano Marelli, Patrice Avella

Varesi presenta il nuovissimo Il commissario Soneri e la legge del Corano (Frassinelli), Marelli il noir di formazione Troppa nebbia nel cuore (Edizioni dEste), il francese Avella il romanzo Piazza Fontana (Edizioni Il Foglio).

GIOVEDÌ 6 APRILE
Good Vibrations

OSPITI
Roberta Maiorano, Aldo Pedron, The Crashmen (Ed Seagraves & Mark Dale) e un ospite a sorpresa

Gli autori (due grandi firme del giornalismo musicale italiano) di Good Vibrations – La storia dei Beach Boys (Arcana) accompagnati dal gruppo surf The Crashmen. Con l’aggiunta di un ospite a sorpresa.

GIOVEDÌ 11 MAGGIO
Segni (e) Particolari

OSPITE D’ONORE
Alberto Patrucco

L’omaggio di un grande del Cabaret italiano alle parole e alla musica di Georges Brassens, il più raffinato cantautore francese del secolo scorso, un artista unico, dotato di genialità e ironia senza eguali.

La frutta del conte, Dalla Sicilia con un click

la-frutta-del-conte-01La frutta del conte, Dalla Sicilia con un click
Da un’idea di due ragazze nasce un nuovo e-commerce con l’obiettivo di distribuire agrumi e prodotti dell’Etna appena raccolti, garantendo in tutta Italia la qualità e l’affidabilità del commercio di prossimità.

SIRACUSA, 15/12/2016 – Un’amicizia nata all’università, a Verona. Stefania, catanese, cresciuta tra gli agrumeti, Anna, emiliana, che non sapeva dove trovare arance squisite come quelle assaggiate in vacanza dall’amica.
È nata così l’avventura de ‘La Frutta del Conte’, impresa di e-commerce tutta al femminile, col sogno di portare in tutta Italia i frutti cresciuti nelle coltivazioni di famiglia tra Catania e Siracusa, a tre giorni dalla raccolta. Nel catalogo dell’e-commerce tutta la gamma degli agrumi tra cui clementine, mandarini, limoni e arance, fino ad arrivare alla regina dell’Etna, l’arancia rossa nelle varietà Tarocco, Moro e Sanguinello.
“È nostra premura stabilire un rapporto che sia il più possibile di prossimità e fiducia reciproca con i consumatori – dicono Anna e Stefania, le due fondatrici – e, per questa ragione, facciamo ogni giorno delle scelte che ci pongono come alternativa ai canali di acquisto tradizionali, basando la nostra attività sui principi dell’affidabilità e della sostenibilità. Tutto questo si traduce nell’offerta di prodotti esclusivamente locali, stagionali, giunti al miglior grado di maturazione e, elemento distintivo per gli agrumi, non abbiamo bisogno di fare trattamenti post-raccolta perché i tempi che garantiamo tra raccolta e consumo sono brevissimi, dunque non c’è rischio di deperibilità”.
‘La Frutta del Conte’ si può quindi mangiare tutta, dalla polpa alla scorza, e anche la gestione delle vendite mira alla completa integrazione. Dato lo stretto rispetto dei periodi di stagionalità della frutta, agli agrumi di famiglia si alternano le altre specialità che, tradizionalmente, inframezzano l’agrumeto siciliano, come le pesche tabacchiere e fichi d’india d’estate.
Sulla scia della biodiversità agricola non manca l’olio extravergine di oliva ottenuto da olive dell’antica varietà ‘Nocellara Etnea’ che nei campi fungono da frangivento alla coltivazione di agrumi. E le arance più piccole, altrettanto buone ma che, normalmente, vengono scartate dai canali tradizionali, non sono mai sprecate: un’impresa locale le trasforma in deliziose marmellate, anch’esse vendute su ‘La Frutta del Conte’. La differenza si sente anche in barattolo al punto che le marmellate di limoni e arance sono tra le referenze che più stanno incontrando l’interesse dei consumatori.
La rete per sua natura collega le persone geograficamente distanti e il collegamento tra nord e sud è la matrice da cui è nato questo progetto. L’augurio delle due giovani imprenditrici è che un giorno ‘La Frutta del Conte’ possa completarsi con l’offerta di prodotti dell’Emilia per riaffermare il motto “when woman support each other incredible things happen”.
Per saperne di più:
www.lafruttadelconte.it
https://www.facebook.com/lafruttadelconte/
https://www.instagram.com/lafruttadelconte/

Panettone con crema di nocciole e mascarpone

DOLCEPanettone con crema di nocciole e mascarpone

Questa ricetta e semplice e veloce
Ottima ricetta anche dopo le feste  per smaltire panettoni e pandori avanzati

Ingredienti
panettone
250 gr di mascarpone
4/5 cucchiai crema di nocciole
2 cucchiai di zucchero
caffè decaffeinato
cacao per spolverizzare

Preparazione
In una terrina unite mascarpone, la nutella e lo zucchero mescolate bene.
Iniziate a comporre il vostro dolce, prendete una teglia, fate il primo strato con il panettone bagnato nel caffè , il secondo con la crema, coprite la crema, proseguite con gli strati fino ad esaurire la crema spolverizzate con il cacao servite freddo

Il torrone

Il torrone
Il torrone uno dei dolci più presenti sulle nostre tavole a Natale insieme al panettone.
La tradizione vuole che il torrone nasce a Cremona nel 1441
Le origini del torrone risalgono alla sua prima apparizione 1441 quando è stato  durante il banchetto nuziale tra Francesco Sforza e Bianca Mari Visconti
In quell’occasione gli venne data la forma di una torre, il Torrazzo, simbolo della città e da lì il nome Torrone

Italiana Sommelier

Panettone gastronomico – Margherita

Panettone gastronomico

Panettone gastronomico – Margherita

Panettone gastronomico – Margherita

Ingredienti
500 gr farina manitoba
120 gr di latte
100 gr circa di acqua
70 gr burro
20 gr lievito di birra
2 tuorli
10 gr di sale

 

Preparazione
Raccogliete in una ciotola 200g di farina il lievito sbriciolato e il latte.Lavorate gli ingredienti ottenendo un impasto omogeneo. Coprite con un canovaccio umido e lasciatelo lievitare per 2 ore circa (biga).
Unite la biga alla farina rimasta ,incorporate anche il burro morbido, i tuorli lo zucchero e l’acqua ,unendo anche il sale. Lavorare l’impasto fino a quando risulterà liscio e morbido…10 minuti circa. Modellatelo a palla e ponetelo in una ciotola, coprire con un canovaccio inumidito e lasciatelo lievitare x 45-60 minuti dovrà raggiungere un volume tale che ,una volta trasferito in uno stampo cilindrico di 18 cm di diametro e 12cm di altezza, ne occupi il 40-50%.Al termine della lievitazione, per sgonfiarlo, schiacciate leggermente l’impasto con le mani unte di olio.
Ungete di olio lo stampo e ponetevi l’impasto. Coprite con un canovaccio umido e fate lievitare l’impasto fino a quando non avrà riempito quasi del tutto lo stampo (ci vorranno all’incirca 45 minuti). Infornate a 180°C per 45 minuti, poi sfornate e sformatelo, lasciatelo raffreddare su una gratella…
Affettatelo e farcite secondo i gusti preferiti (io ho fatto salmone e philadelphia, salsa al tartufo e cotto, crema di carciofi e pancetta..

Guarda le altre ricette di Margherita 

 

 

 

Pandoro con mascarpone e crema di nocciole

16463432_10211894342785004_1186767955551925029_oPandoro con mascarpone e crema di nocciole

Questa ricetta e semplice e veloce
Ottima ricetta anche dopo le feste  per smaltire panettoni e pandori avanzati

Ingredienti
pandoro a fette
250 gr di mascarpone
4/5 cucchiai crema di nocciole
2 cucchiai di zucchero
caffè decaffeinato
cacao per spolverizzare

Preparazione
In una terrina unite mascarpone, la nutella e lo zucchero mescolate bene.
Iniziate a comporre il vostro dolce, prendete una teglia, fate il primo strato con il pandoro bagnato nel caffè , il secondo con la crema, coprite la crema, proseguite con gli strati fino ad esaurire la crema spolverizzate con il cacao servite freddo

I Consorzi di Tutela al lavoro su una serie di proposte per la Commissione Europea

I Consorzi di Tutela al lavoro su una serie di proposte per la Commissione Europea

Formaggi e salumi. Le DOP e IGP italiane e francesi insieme per potenziare tutela e valorizzazione

Il presidente Aicig Liberatore: “I piani produttivi strumento efficace per agire sul mercato”

Potenziare e rendere più efficaci, anche come strumento di regolazione del mercato, i piani produttivi attraverso una serie di proposte che saranno presto sul tavolo della Commissione Europea. E’ il patto che i Consorzi di tutela delle DOP e IGP italiane e francesi nel settore salumi e formaggi hanno stretto grazie all’incontro tenutosi di recente a Reggio Emilia. Al tavolo del confronto i Consorzi italiani, formaggi DOP Asiago, Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano e prosciutti DOP Parma e San Daniele e quelli francesi dei formaggi DOP della Savoia e del Comte’.

“Analizzare l’esperienza nell’applicazione di questo recente strumento di regolazione dell’offerta introdotto dalle norme comunitarie ci mette in grado di fornire delle indicazioni al legislatore in modo da rendere i piani produttivi sempre più adatti alle necessità di valorizzazione e tutela delle denominazioni”, spiega soddisfatto Giuseppe Liberatore presidente Aicig, Associazione italiana che raccoglie oltre il  90% dei Consorzi di tutela italiani delle DOP e IGP che hanno promosso l’iniziativa.

Il piano produttivo impegna i Consorzi a rilevare con esattezza i dati economici che riguardano le quantità di materia prima, latte prodotto o animali allevati, la sua trasformazione nei salumifici e nei caseifici certificati per la filiera DOP, la stagionatura e l’immissione in mercato. Al tempo stesso i Consorzi rilevano la domanda sul mercato, nazionale ed estero ed attuano le iniziative di comunicazione e di ricerca tecnica per migliorare l’offerta qualitativa. Quindi il piano produttivo si inserisce a pieno titolo nella valorizzazione del prodotto DOP ed IGP, che rappresenta, insieme alla tutela ed alla promozione, la finalità dei Consorzi.

Gli organismi francesi ed italiani sono sempre più uniti per sostenere l’impianto europeo per i prodotti a senominazione d’origine, per favorirne l’accesso al mercato con una offerta regolare e tutelare le denominazioni in modo da fornire al consumatore la garanzia sull’origine del prodotto acquistato. E non deve sorprendere che solo le DOP italiane e francesi abbiano adottato questo strumento. Parliamo infatti di prodotti che rappresentano il riferimento per l’economia agroalimentare dei rispettivi territori d’origine. L’auspicio dunque è che i piani produttivi possano diventare il normale strumento per la gestione dell’offerta produttiva da parte dei Consorzi.

Ufficio Stampa AICIG: Marte Comunicazione snc –
marzia.morganti@gmail.co;ntempestini@gmail.com

AICIG –Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche

Via XX Settembre, 98/G – 00187 Roma – tel. +39064420.2718 – fax +39 064426.5620 – info@aicig.it – www.aicig.it

■ Aceto Balsamico di Modena IGP ■ Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP ■ Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP ■ Arancia Rossa di Sicilia IGP ■ Asiago DOP ■ Basilico Genovese DOP ■ Bra DOP ■ Bruzio DOP ■ Caciocavallo Silano DOP ■ Carota Novella di Ispica IGP ■ Castelmagno DOP ■ Chianti Classico DOP ■ Ciliegia dell’Etna DOP ■ Cinta Senese DOP  ■ Dauno DOP ■ Fontina DOP ■ Garda DOP ■ Gorgonzola DOP ■ Grana Padano DOP ■ La Bella della Daunia DOP ■ Limone Costa d’Amalfi IGP ■ Limone di Sorrento IGP ■ Mela Alto Adige IGP ■ Melone Mantovano IGP ■ Montasio DOP ■ Mortadella Bologna IGP ■ Mozzarella di Bufala Campana DOP ■ Nocciola del Piemonte IGP ■ Parmigiano Reggiano DOP ■ Patata della Sila IGP ■ Pecorino Romano DOP ■ Pecorino Toscano DOP ■ Pesca di Leonforte IGP ■ Piave DOP ■ Pomodoro di Pachino IGP ■ Pomodoro S.Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino DOP ■ Prosciutto Veneto Berico Euganeo DOP ■ Prosciutto di Parma DOP ■ Prosciutto di San Daniele DOP ■ Prosciutto Toscano DOP ■ Provolone Valpadana DOP ■ Quartirolo Lombardo DOP ■ Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco IGP ■ Raschera DOP ■ Riso del Delta del Po IGP ■ Riso di Baraggia Biellese e Vercellese DOP ■ Riviera Ligure DOP ■ Sabina DOP ■  Salame Brianza DOP ■ Salamini Italiani alla Cacciatora DOP ■  Salva Cremasco DOP ■ Speck Alto Adige IGP ■ Stelvio DOP ■ Taleggio DOP ■ Terre di Siena DOP ■ Toma Piemontese DOP ■ Val di Mazara DOP ■ Vastedda della Valle del Belice DOP ■ Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale IGP ■ Zampone Modena Cotechino Modena IGP

Panettone – Patrizia Borioni

Tipica ricetta di Natale

“Questa ricetta mi è stata data da una signora che tutti gli anni faceva tanti di questi panettoni da regalare ai suoi amici. Io l’ho fatto 2 anni fà e mi è venuto bene.”Patrizia

Ingredienti
10 uova
400 gr di zucchero
400 gr di burro
125 gr di uvetta ammollata e spruzzata di ruhm
60 gr di lievito di birra sciolto in un pò di latte.
900 gr circa di farina
2 fialette di vaniglia
1 pò di anice
1 pizzico di noce moscata grattugiata
1 bicchierino di ruhm
1 pizzico di sale fino
1 filo di miele

Preparazione
Sbattete 8 uova con zucchero e aromi, lievito, burro, farina e per ultimo uvetta. Amalgamate bene il tutto e lasciate lievitare fino una notte. La mattina seguente rimuovete l’impasto e aggiungete 1 uovo, impastate di nuovo e posizionate in uno stampo alto adatto per la cottura con carta da forno. Spennellate la superfice con 1 uovo battuto con zucchero, lasciare lievitare ancora 1 ora. Cuocere in forno caldo a 180° C per circa 1 ora.

Ricette di casa

Il panettone – Gabriele Bacciottini – Italiana Sommelier

Il panettone

Il Panettone è uno dei dolci più presenti sulle nostre tavole a Natale  insieme al torrone
il nome Panettone, che sà tanto di favola o di leggenda, quella che parla del “pane de Tony”.Tony, era un garzone di un Fornaio molto povero, che per rendere meno triste il suo Natale decise di farsi un pane, aggiungendo a caso degli ingredienti tipo miele e frutta.

Italiana Sommelier