Penne alla contadina – Prometeo

ricetta-pasta-farro-4.jpgIngredienti
350 gr di penne al farro
1 cipolla
1 porro
1 carota
1 rapa
2 gambi di sedano
500 gr di pomodori
½ bicchiere di olio extravergine di oliva
basilico
sale
pepe
timo
parmigiano

Preparazione
Tritate la cipolla e il porro, tagliate a pezzetti il sedano, la carota e la rapa, scottate i pomodori in acqua bollente, pelateli, togliete loro i semi e rosolate tutte le verdure in una casseruola con l’olio.
Aggiungete il sale, il pepe, il timo e le foglie di basilico, chiudete la casseruola con un coperchio e lasciate cuocere le verdure per circa mezz’ora a fuoco moderato.
Nel frattempo cuocete le PENNE DI FARRO in abbondante acqua salata, scolatele al dente e disponetele in un tegame rosolandole con un pochino di olio.
Aggiungete il sugo di pomodoro e verdure, cospargete con il parmigiano grattugiato e servite la pasta ben calda.

Prometeo e il farro
Prometeo impiega quasi totalmente granella di farro dicocco o farro medio (Triticum dicoccum), utilizza una piccola quantità di farro spelta (T. spelta) e recentemente ha introdotto anche il farro piccolo o monococco (T. monococcum). In tutti i casi si tratta di esclusiva produzione nazionale e le tre specie sono opportunamente diversificate nel processo di trasformazione e distribuzione in relazione all’uso richiesto.
Il T. spelta ha una granella farinosa, come quella del frumento tenero, non adatta all’uso diretto dei “semilavorati”, fornisce una farina con caratteristiche adatte alla preparazione di impasti e prodotti da forno, pertanto Prometeo lo lavora soltanto per la fornitura a forni, generalmente per la produzione di pane e dolci.
Il farro piccolo è destinato ad usi molto particolari, soprattutto nell’ambito dei prodotti ad alto valore funzionale e nutrizionale, le farine presentano una elevata colorazione gialla, hanno un elevato contenuto proteico, ma minore contenuto in glutine.
Nel caso del T. dicoccum Prometeo utilizza varietà locali o loro selezioni con caratteristiche diversificate. Quelle autoctone dell’Italia centrale hanno, prevalentemente, granella a frattura vitrea (tipo frumento duro) adatta alla pastificazione, mentre le popolazioni meridionali e quella della Garfagnana sono adatte all’utilizzo come granella sbramata, intera o perlata, perché hanno una cariosside a frattura farinosa (tipo frumento tenero).

La politica di Prometeo nella salvaguardia delle varietà locali
Prometeo è convinta che un’azione di valorizzazione del farro è opportuna e necessaria e deve essere mirata, per quanto riguarda le Marche e le altre regioni dell’Italia centrale, al Triticum dicoccum, la specie di frumento vestito che merita maggiore attenzione per l’ampia diffusione nei secoli e per il solido legame storico-culturale con la nostra terra.

Il legame con il territorio da una parte e il forte rischio di erosione genetica dall’altra sono appannaggio esclusivamente delle varietà locali, equivale a dire delle popolazioni coltivate da sempre dagli agricoltori in un determinato areale, dove sono coevolute con l’uomo e con l’ambiente, conservandosi fino ad oggi. farro dicoccoEsse sono una preziosissima fonte di variabilità genetica che deve essere inequivocabilmente conservata, ma nello stesso tempo “sfruttata”, coltivandola. Il farro dicocco, per ragioni di mercato e di concorrenza di altri cereali come i frumenti teneri e duri, non è stata mai oggetto di miglioramento genetico fino a pochi anni fa, quando c’è stata una generale ripresa di interesse da più parti, dal mondo scientifico a quello produttivo alla trasformazione.

Oggi, quindi, sono disponibili nuovi genotipi frutto di questa attività, sia derivati da programmi di selezione entro popolazioni naturali, sia da programmi di incrocio con il frumento duro. Inoltre, data la contingente euforia del momento su tutti i prodotti locali e tipici in generale, e sul farro in particolare, spesso senza le opportune conoscenze tecniche e scientifiche, si corre il rischio reale di “inquinamento” delle varietà locali sia per coltivazioni promiscue sia per la possibile introduzione – il che sarebbe ancora più grave – di queste ultime negli areali autoctoni di coltivazione dove c’è ancora la relativa certezza che alcuni agricoltori, soprattutto anziani, mantengano le popolazioni locali.

Questo “inquinamento” può significare, nell’arco anche di pochi anni, la scomparsa dell’identità genetica del materiale autoctono e quindi la sua perdita definitiva. Pertanto, memori dell’inestimabile valore di questo patrimonio genetico e culturale allo stesso tempo e della necessità della sua conservazione, la cui forma più adeguata appare oggi la conservazione aziendale (on farm conservation), cioè la coltivazione in azienda, Prometeo ha organizzato la propria attività diversificando idoneamente le varietà locali da altri genotipi ed ha creato questo marchio per contraddistinguerle nei prodotti finiti.
E’ in tale direzione, tra l’altro, che si stanno orientando programmi ed interventi di più istituzioni, sia scientifiche sia locali

Prometeo srl
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Penne alla contadina – Prometeoultima modifica: 2010-09-20T07:10:00+02:00da eleoma
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