La menzione “Modena” o “di Modena” è storicamente nota dal 1800 grazie al metodo di produzione che consisteva l’uso di uvaggio dei vari lambruschi tradizionalmente coltivati in provincia di Modena, il vino ottenuto era denominato “Lambrusco di Modena” perché nome della città capoluogo di provincia.
Ricordando sempre che il Lambrusco da diversi anni è il vino rosso più venduto nel mondo, i grandi risultati commerciali, ha reso il “Lambrusco di Modena” un vino tra i più qualificati dell’enologia provinciale, al punto che, per la sua fama, al pari del Lambrusco di Sorbara, del Lambrusco Salamino di Santa Croce e del Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, ha ottenuto il riconoscimento della D.
O.P. dal MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI con il DECRETO 27 luglio 2009.
Con questa nuova DOP gli enologi hanno la possibilità di spaziare con la fantasia, creando nuove alchimie, puntando sulla qualità unica strada vincente, possono “giocare” non solo con metodi, procedure e tecnologie, ora anche sulla materia prima, avendo infinite possibilità di osare e usare uve e percentuali con ampio spettro.
Come ha avuto modo di rilevare il Ministro Zaia, si tratta di un importante risultato ottenuto grazie all’impegno e all’unità d’intenti dei viticoltori, delle cantine sociali cooperative di Modena.
I vitigni che possono essere usati per realizzare il Lambrusco di Modena sono: Lambrusco Grasparossa, Lambrusco salamino, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Marani, Lambrusco Maestri, Lambrusco Montericco, Lambrusco Oliva, Lambrusco a foglia frastagliata, da soli o congiuntamente, nella misura minima dell’ottantacinque %. Possono concorrere, da sole o congiuntamente, le uve provenienti dai vitigni Ancellotta, Malbo gentile, Fortana, fino a un massimo del 15%.
La zona di produzione dei suddetti vitigni comprende l’intero territorio amministrativo dei comuni di: Bastiglia, Bomporto, Campogalliano, Camposanto, Carpi, Castelfranco Emilia, Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Cavezzo, Concordia sul Secchia, Finale Emilia, Fiorano Modenese, Formigine, Guiglia, Maranello, Marano sul Panaro, Medolla, Mirandola, Modena, Nonantola, Novi di Modena, Prignano sul Secchia, Ravarino, S. Cesario sul Panaro, S. Felice sul Panaro, S. Possidonio, S. Prospero sul Secchia, Sassuolo, Savignano sul Panaro, Serramazzoni, Soliera, Spilamberto, Vignola, tutti in provincia di Modena.
Ogni operazione di vinificazione come la presa di spuma, la tradizionale rifermentazione, le operazioni d’imbottigliamento e di confezionamento devono essere fatte nel territorio della provincia di Modena.
Per la prima volta è permesso a un Lambrusco di essere vinificato bianco, dando modo di ottenere un vino di un colore giallo paglierino di varie intensità.
Fino ad ora non ci si era mai spinti oltre a ottenere chiarissimi rosati spumantizzati con fine perlage da renderli veramente una degna scelta ai più blasonati vini frizzanti d’oltralpe.
Con questa possibilità vedremo cosa saranno capaci di creare, del resto per quanto possa suonare come una bestemmia enologica per i puristi della tradizione è anche vero’ che il pinot, che tutti conosciamo e consumiamo è di colore bianco anche se vinificato con uva nera.
Eccezion fatta per il Lambrusco bianco, normalmente il Lambrusco di Modena, come per gli altri lambruschi Dop modenesi è vinificato Rosso o rosato frizzante o spumantizzato.
La spuma è fine e vivace, il colore può variare dal rosso rubino al granato di varia intensità, al naso l’odore è ampio fragrante con note floreali e fruttate, ha un sapore secco o asciutto, abboccato o semisecco, fresco, armonico di buona acidità e basso tasso alcolometrico che è di circa undici gradi.
L’ampia possibilità di spaziare tra vari uvaggi crea la possibilità di ottenere vini differenti tra loro e di conseguenza infiniti abbinamenti gastronomici.
Vino a tutto pasto specialmente con il desco della cucina modenese ma anche emiliana e romagnola, maccheroni al pettine al ragout o polenta e stracotto di asino con un lambrusco di Modena con un’importante base di salamino, e perché no anche con un’anguilla in umido con una percentuale maggiore si Sorbara, mi fermo qui perché le possibilità sarebbero veramente illimitate.Lambrusco di Modena da vitigni antichi un vino moderno.
Paride Rabitti (Il Lambruscologo)