Bomporto, la cui etimologia significa buon porto, terra di vigne di Lambrusco di Sorbara, prima che si diffondessero strade, autostrade e tangenziali, il trasporto terrestre era destinato a somari, cavalli, scariolanti e birocciai, quindi la via migliore per trasportare le merci era quella fluviale, attraverso fiumi, canali e darsene, nasce all’interno della città di Modena il canale Naviglio, che sfocia nel fiume Panaro all’altezza di Bomporto.
Il territorio modenese era ben fornito di queste vie, a testimonianza rimangono molte strade dai nomi come: Canal Chiaro, Canal Grande, Canalino, Canaletto che tradiscono la loro origine in un passato non molto lontano.
Strade d’acqua, che resero Modena quasi una seconda Venezia, un po’ come lo era Milano con i suoi navigli che furono utilizzati per trasportare le pietre del duomo, come fu anche per il Duomo di Modena nel 1099.
La struttura della Cantina della volta della famiglia Bellei risale 1920. Ubicata sull’argine del Naviglio di Bomporto, nella zona vicino alla Darsena, nel luogo in cui le barche dovevano fare ”la volta” del loro percorso per riprendere la navigazione in senso contrario verso la città di Modena.
Le attività agricole e commerciali delle zone di campagna sorgevano in prossimità delle vie navigabili, per rendere più agevoli gli scambi con la
città.
Cantina della volta nasce per volontà di un gruppo di amici appassionati di vino che hanno chiesto a Christian Bellei di condividere un progetto il cui contenuto primario è che lui continui a fare il vino “a modo suo”, cioè mettendo a frutto tutte le abilità e conoscenze enologiche acquisite con la pratica negli anni.
Cantina della volta ha assegnato un compito preciso a Christian Bellei e cioè quella di realizzare un sogno, la sfida che attendeva da qualche tempo: rimettere a nuovo la vecchia cantina di famiglia fondata nel 1920 e, al suo interno, dedicarsi a fare al meglio delle sue possibilità vini di altissima qualità prodotti con il metodo tradizionale della fermentazione in bottiglia.
Della cantina è stato curato il recupero strutturale, rispettando le originarie linee architettoniche ma con un’avanzata tecnologia degli impianti,
equipaggiata di attrezzature enologiche all’avanguardia, come la pressa Bucher Vaslin che garantisce spremiture degne dei più importanti e blasonati vini d’oltralpe con uno speciale metodo di spremitura pneumatico, con cui grazie a una speciale membrana priva di cuciture viene garantita una pressione misurata, vasche d’acciaio inox termo condizionate, impianto di refrigerazione dei mosti gestiti in maniera digitale centralizzata, la climatizzazione della cantina che permette la fermentazione e l’affinamento a temperatura costante ottimale, ed una linea di sboccamento di nuovissima concezione.
Tutto è al top!
La cantina scommette il tutto per tutto sull’altissima qualità, dalla materia prima, al metodo di vinificazione, ai macchinari più ricercati, alle bottiglie create ad hoc per favorire al massimo la lavorazione dei lieviti.
In questa splendida cantina nascono due qualità di lambrusco che lasceranno il segno nella storia del lambrusco modenese: Il Lambrusco di Modena Spumante D.O.C. vino da uva di Lambrusco di Sorbara vinificato in purezza spumantizzato con metodo classico, frizzante, secco, ottenuto da fermentazione naturale in bottiglia ed Il Lambrusco di Sorbara D.O.C. “Rimosso” rifermentato anch’esso in bottiglia e poi permane sui propri lieviti fino al momento della degustazione, pertanto la presenza di sedimento naturale è una caratteristica del prodotto.
Entro tre anni la Cantina della Volta fornirà anche tre vini Spumanti ottenuti dalle uve del podere di San Lorenzo Dietro il Monte, a Riccò di Serramazzoni (Modena) terreno che per caratteristiche chimiche e climatiche ricorda le campagne della Champagne francese, il terreno dove è piantata la vite è molto importante basti ricordare che un sangiovese piantato a Montalcino diventa un Brunello di Montalcino.
Paride Rabitti Il Lambruscologo
Ma?? Io ho assistito ad una degustazione dopo che ne avevo anche comprato una bottiglia e questo Cantine della Volta mi sembra semplicemente uno charmat.Scusate voi che scrivete, ma dove sono lieviti e complessita’? Di metodo classico non c’e’ traccia, mi sembra una bella operazione commerciale ma con poca sostanza…altro che il vino a modo mio (copiato dalla brochure)!!!Chi scrive in queste pagine dovrebbe intendersene ed essere imparziale altrimenti ditelo che fate pubblicita’!!!
De gustibus non est disputandum (Sui gusti non si discute). E detto questo veniamo a noi.Ho partecipato a diverse degustazioni alcune alla cieca cioè senza poter vedere l’etichetta, la cosa che spicca subito oltre al metodo Classico è proprio la presenza importante di lieviti.Ho visitato la Cantina, ho conosciuto e intervistato Cristian Bellei, ho “persino letto la brochure”.Se avessi scritto un articolo elencando i commenti positivi che il pubblico in parte esperto ha espresso a una recente serata all’Enoteca regionale dell’Emilia Romagna di Dozza, sarei sembrato eccessivamente di parte ma sarebbe stata solamente la semplice esposizione dei fatti.Questa è la Rubrica del Lambruscologo quindi è spudoratamente di parte!Certo se dallo Spumante della Cantina della Volta ci si aspetta il solito Lambrusco, si rimarrà delusi.Per quanto riguarda il metodo Martinotti-Charmat ovvero la presa di spuma in autoclave, ti assicuro che la Cantina della Volta è piena di vino messo a rifermentare in vetro dove a campione è tappato con speciali tappi a misuratore di bar dove il manometro ne indica ben sei e passa. Quando scrivo, lo faccio spinto dalla passione e dall’entusiasmo che mi ha regalato un sorso di vino.Per ora la politica è di condividere belle emozioni e non di sputare veleno contro di questo o quello anche se sono stato tentato più di una volta.Allontano da me ogni minimo sospetto di fare pubblicità io scrivo senza fini di lucro solo per la passione e l’amore per il Lambrusco e qualche variante sul tema che avvolte mi concedo. Spero di aver chiarito ogni dubbio, il vostro spumeggiante “Lambruscologo” (Paride Rabitti).
Ti ringrazio per la tua risposta e rispetto il tuo parere ma insisto nel dire che lo stile del metodo Classico non si sente proprio e infatti, giustamente, non è nemmeno indicato in etichetta proprio perche’ non lo e’!Anche io ho visitato la Cantina e ho visto vino messo a rifermentare in bottiglia, ma parliamo di produzioni future.Oggi e’ charmat e il fatto che si parli di metodo classico mi sa tanto di televendita!Il fatto e’ che NON mi aspettavo il solito Lambrusco ed e’ proprio per questo che sono rimasto deluso, non il contrario come scrivi tu.L’unica diversita’ e’ che e’ spumante, dopodiche’ le note sono quelle di tanti altri Sorbara, ben fatti baturalmente!Mi aspettavo lo stile conosciuto con Bellei ma non sono proprio parenti!Il mio riferimento alla pubblicità era semplicemente dovuto al fatto che hai ricopiato pari la brochure, cosa oggi purtroppo molto diffusa!
Ti ringrazio per la tua risposta e rispetto il tuo parere ma insisto nel dire che lo stile del metodo Classico non si sente proprio e infatti.