Il gusto del Natale

Il gusto del Natale
Doni e Suggestioni al Borgo medievale (TO)
Dall’8 all’11 dicembre 2016
INGRESSO LIBERO
www.ilgustodelnatale.it
www.facebook.com/gustonatale

Accendi il tuo Natale sullo sfondo del presepe scenografico di Luzzati con una kermesse di quattro giorni all’insegna del buon gusto, della solidarietà e dell’accoglienza. Tante idee originali ed esclusive per i tuoi doni, tra cooking show di ricette natalizie, cori, artisti circensi e ospiti d’eccezione, a cominciare da Luciana Littizzetto.

Il Gusto del Natale torna dall’8 all’11 dicembre 2016 nella splendida cornice del Borgo Medievale di Torino e con la sua seconda edizione si arricchisce di tante nuove proposte, appuntamenti e presenze. Sarà una kermesse festosa e colorata che anticiperà l’incanto e la magia della ricorrenza più amata dai bambini e dalle famiglie.

Il Gusto del Natale è una full immersion alla riscoperta dei valori più autentici di questa festa, delle nostre tradizioni regionali e di quelle del mondo che abbiamo in casa; un’occasione per trovare tante idee per i doni che farete ai vostri cari e a voi stessi.
Vi aspettano infatti 50 espositori accuratamente selezionati tra i Maestri del Gusto della Camera di Commercio di Torino, le eccellenze artigiane, i creativi e designer, le Cooperative Sociali.

Il Gusto del Natale non è un semplice mercatino natalizio dove poter scegliere tra tanti prodotti gourmet e oggettistica di pregio, ma un evento ricco di appuntamenti, animato dagli artisti circensi di Cirko Vertigo, dai canti dell’Associazione Cori Piemontesi, da musicisti di strada, street poetry e truccatori per grandi e piccini.
L’intero percorso si snoda intorno alle figure del presepe dell’artista Emanuele Luzzati, un ensemble di 90 sagome in legno dipinte, che abbina i classici protagonisti della tradizione natalizia cristiana con i magici personaggi delle fiabe per bambini per ricreare un’atmosfera incantata.
E’ poi possibile visitare la mostra Cuore  a cura di Pompeo Vagliani: immagini e percorsi alla scoperta del libro Cuore di Edmondo De Amicis.

A Il Gusto del Natale sarà possibile gustare in loco le migliori specialità di cucina di strada proposte dall’Antica Focacceria di San Francesco di Palermo, presente con il suo street food siciliano, dal premiato Pastificio Virgilio,  insieme ad altre squisitezze e alle birre artigianali del Belgio selezionate da Tripel B, del Birrificio La Piazza e della ciclofficina birraria Bici & Birra.

Particolarmente ricco il cartellone dei cooking show dedicato alle ricette di Natale, dolci e salate, organizzato in collaborazione con la scuola di cucina Il Melograno, dove al fianco di talent chef del calibro di Nicola Batavia e Riccardo Ferrero si alterneranno cake designer, le cuoche de Il Melograno e lo stesso Chef Kumalé, che presenterà il suo menù con le ricette di Natale di tutto il mondo, che potete già scaricare gratuitamente collegandovi alla pagina www.ilgustodelnatale.it/regalo

Giovedì 8 dicembre alle ore 17.00 Luciana Litizzetto inaugurerà con un suo intervento la sezione dedicata a #NatiPerSoffriggere, il progetto di food refugee ideato dal giornalista “gastronomade” Vittorio Castellani aka Chef Kumalé, sviluppato e realizzato a Torino in collaborazione le cooperative del Consorzio La Valdocco. Sarà così possibile scoprire, degustare e votare le ricette presentate da alcuni cuochi rifugiati indiani, afghani, nigeriani e ghanesi dei centri per richiedenti asilo, insieme a alcuni ospiti di valore, come Luca Morino dei Mau Mau e altri a sorpresa.

Oltre a cioccolato, miele, formaggi d’alpeggio, ceramiche da favola e confetture Bio, molte sono le novità e le curiosità di questa nuova edizione: dalle bollicine francesi aromatizzate al cioccolato belga in bottiglia di Chocolate in a Bottle ai  cosmetici di Luvae Cosmetics a base d’uva di Langa, sono solo alcuni esempi per farvi venire voglia di scoprirli curiosando tra le bancarelle ed i saloni del Borgo medievale.

Il Gusto del Natale è un’esperienza da vivere in prima persona, immersi in un’atmosfera da sogno, ma assolutamente reale, con tante cose da vedere, assaggiare, toccare, annusare, regalare… per fare festa insieme! L’evento è ideato dal giornalista “gastronomade” Vittorio Castellani, meglio conosciuto come Chef Kumalé è organizzata in tandem con la Cooperativa Animazione Valdocco in collaborazione con la Fondazione Torino Musei.

PROGRAMMA
Giovedì 8 dicembre
A partire dalle 15h00 esibizioni itineranti degli artisti circensi di Cirko Vertigo
15h00 Sala Ozegna | cooking show dello chef Riccardo  Ferrero del ristorante Camilla’s Kitchen
16h00 Salone S. Giorgio | esibizione del coro VociInNote, diretto da Loreta Pinna, al piano Gianfranco Montalto, alle percussioni Matteo Trevisan
16h30 Presentazione del calendario 2017 “Questa è la mia casa” della Cooperativa Animazione Valdocco
17h30 Sala Ozegna | cooking show con i cuochi di  #NatiPerSoffriggere
Fried Rice: il riso saltato delle feste by Happiness Ehizokhale (Nigeria)
Special guest: Luciana Littizzetto

Venerdì 9 dicembre
12h00 Sala Ozegna | cooking show con la Scuola di cucina Il Melograno
Finger food natalizi:  piccole preparazioni dai profumi e dai colori del Natale per iniziare i festeggiamenti stuzzicando. Un modo giovane e disinvolto per farsi gli auguri quando gli amici sono numerosi.
14h00-17h00 torneo di calciobalilla a cura di MCX Matti per il Calciobalilla
15h00 Sala Ozegna cooking show con la cake designer Liliam “Buffet” Altuntas
Il Naked Cake di Natale in versione brasiliana
16h00 Salone S. Giorgio | musica classica natalizia con il Trio Madir
17h00 Sala Ozegna | cooking show con i cuochi di  #NatiPerSoffriggere
Biryani: riso basmati saltato al curry e frutta secca by Navjot Kaur (Punjab-India)
Special guest: Luca Morino dei Mau Mau

Sabato 10 dicembre
12h00 Sala Ozegna | cooking show con la Scuola di cucina Il Melograno
Declinazioni dolci e salate del panettone: idee sfiziose per utilizzare il panettone come ingrediente di ricette salate e dolci
15h00 Sala Ozegna | cooking show con lo chef Nicola Batavia del ristorante Birichin
16h00 Salone S. Giorgio | canti natalizi a cura dell’Associazione Cori Piemontesi
17h00 Sala Ozegna | cooking show con i cuochi di  #NatiPerSoffriggere
Thiadouran: stufato in salsa di arachidi by Sulayman Cessay (Ghana)

Domenica 11 dicembre
12h00 Sala Ozegna | cooking show con la Scuola di cucina Il Melograno
Il dolce di Natale: una “cascata di stelle” per la festa più magica dell’anno: biscuit al cioccolato con crema di marroni e decorazioni di panna montata
15h00 Sala Ozegna | cooking show con Vittorio Castellani aka Chef Kumalé
Il menù di Natale con le ricette di Chef Kumalé
16h00 Salone S. Giorgio Canti natalizi a cura dell’Associazione Cori Piemontesi
17h00 Sala Ozegna | cooking show con i cuochi di #NatiPerSoffriggere
Ghabeli polo: il piatto ricco delle feste by Zahara Nabizade (Afghanistan)

Durante i quattro giorni saranno con noi…
Chiara & Alessia face painting natalizio con colori naturali, per grandi e piccini
Lorenzo Giannetti fisarmonicista: musiche e ballate dalla Francia e dal mondo
Viviana Vicario street poetry, dedica poesie al pubblico scritte sul momento

ESPOSITORI DEL XMAS MARKET
Agrimacelleria L Marghè salumificio e macelleria artigianale di pregio
Amarilla creazione handmade di borse, portafogli, zaini, cinture in materiale riciclato
Amorland salumi artigianali della Valle d’Aosta, conserve, confetture, castagne sciroppate
Antica Focacceria DI San Francesco streed food, dolci tradizionali palermitani, vini siciliani
Apicoltura La Margherita mieli e prodotti dell’alveare
Aromata spezie, erbe aromatiche, miscele, sali dal mondo
Attaccabottone bijoux in ceramica
Az. Agr. Chialva menta piperita di Pancalieri
Az. Agr. Le Masche alberi di natale da vivaio
Ballesio Cioccolato cioccolato, cioccolata calda, eccellenza artigiana
Bici & Birra ciclofficina birraria, birre artigianali italiane, panini, dolci
Cascina Bonetto varietà di mele, confetture di mele, aceto di mele
Cascina Giaccona cascina didattica, verde ornamentale e zucche
Ceramiche Bellina manufatti in ceramica per arredo da giardino e per la casa
Chocolate in a Bottle vino chardonnay francese aromatizzato al cioccolato belga
Cioccolateria Zuccarello prodotti a base cioccolato e panettoni
Coop. Piprò Perlaluna articoli in ceramica artigianale, complementi d’arredo
Coop. Soc. Articolo 4 Panacea pani a lievitazione naturale 100% pasta madre viva
CrafTo oggettistica, artigianato, composizioni natalizie
Erbe e Spezie erbe, tisane, sale rosa dell’Himalaya, frutta disidratata, risotti, sughi
Farina nel Sacco ambiente, gusto
Grapperia artigianale Alì grappe e liquori
GreenItaly prodotti ricavati dalla canapa sativa, dalla pasta, ai biscotti, al cioccolato
‘I Canestrej ‘d Flamina canestrelli di Vaie, dolci valsusini tradizionali
Il Filo d’Erba cuscini con sale rosa dell’Himalaya, cappelli artigianali in lana grezza
Il Melograno Scuola di cucina
Ingenio bottega d’arti e antichi mestieri, oggettistica da regalo handmade
La Casa Naturale giochi in legno naturale
La Camelaide formaggio toma di Lanzo
La Dispensa di Nonna Papera eccellenze piemontesi e prodotti biologici
La Piazza dei Mestieri prodotti dolciari, cioccolato, birre artigianali, amaro di birra
Le Bizzarro – Laboratorio creativo Torinda cialde farcite
Le Mollette di Lucia mollette di legno creative, segnaposto, calamite, idee regalo
Le Querce apicoltura biologica miele, prodotti a base di miele, succo di mirtillo, panettoni
Luvae Cosmetics cosmetici a base di uva di Langa
Mai Uguali artigiani sociali, ceramiche, bigiotteria, prodotti di falegnameria, decoupage
Manu Bijoux bigiotteria in ceramica, collane, sciarpe in seta e viscosa, guanti in cotone
Maria Teresa Bertolo cuori e quadretti in legno
#NatiPerSoffriggere food refugee
Nuova Cooperativa cooperativa sociale
Passion Chocolate creme spalmabili al gianduja e mille gusti
Pastificio Virgilio pasta fresca, pasta essiccata
Pier H2o erogatori e frigogasatori d’acqua
Stamperia Pascucci 1826 teleria della tradizione romagnola stampata a mano
Tappeti Volanti tappeti, arazzi con sacchi del caffé riciclato e altri materiali
The Tea te, infusioni, accessori, caffè aromatizzato, spezie
Tripel B birra belga di birrifici artigianali e familiari

Botteghe stanziali
Il Paniere prodotti tipici della Provincia di Torino
Mastro Cerrato repliche di gioielli antichi e pregiati ornamenti di fattura artigianale
Mastro Corradin spade, corrazze, elmi, scudi medievali in ferro battuto www.bottegadelferro.it
Stamperia del Borgo stampe artistiche ottenute da lastre incise con antiche tecniche

INFO
www.ilgustodelnatale.it
www.facebook.com/gustonatale

ROCCA E BORGO MEDIEVALE DI TORINO
Parco del Valentino – Viale Virgilio 107
Tel. 011 44 31 701 | www.borgomedievaletorino.it
APERTURA
Da giovedì 8 a domenica 11 dicembre, dalle ore 10.00 alle 19.00
INGRESSO
Libero e gratuito

Max Duo & W Calafiore Jazz concert

Max Duo & W Calafiore Jazz concert

Venerdì 9 dicembre 2016
Dalle 20:00 alle 23:00 (CET)

Hotel Due Torri
4 Piazza Sant’anastasia
37121 Verona
Italia

Eccoci ormai all’ultimo imperdibile appuntamento della Rassegna al Due Torri Hotel***** di Verona, dove artisti e pubblico hanno l’occasione di condividere passione e conoscenza della musica Jazz, durante una cena d’eccellenza proposta dal Due Torri Lounge & Restaurant, seguita dall’esibizione live curata da Jazz&More e Circolo del Jazz.

Protagonisti della serata tre storici Artisti che mettono al centro una speciale interpretazione di grandi pezzi Jazz.

h 20:00 | Cena al Due Torri Lounge&Restaurant

h 21:30 | Live Concert

MAX DUO & Guests

* MAX TEMPIA – organo Hammond
* MASSIMO SERRA – batteria
* WALTER CALAFIORE – sax

Max Tempia e Massimo Serra compongono il MAX DUO dal lontano 1990. Il primo è tastierista della Demo Morselli Band ed ha suonato con Michael Bublè, Gilbert Becaud, Zucchero, Lucio Dalla, Laura Pausini

Il secondo è il fortissimo batterista della Treves Blues Band. Insieme uniscono sonorità tradizionali jazz a linguaggi più moderni e creativi, per una serata molto coinvolgente. Accanto a loro, il poliedrico sax dell’italo-canadese Walter Calafiore.

** Ingressi **

Cena al Due Torri con posto riservato al Concerto: € 45,00

Concerto: € 15,00 | € 10,00 Musicisti, HP e minori 14 | Free 0-13

Per info e prenotazioni cena: 045 595044 | info.hotelduetorriverona@duetorrihotels.com
Per info e prenotazioni concerto: 335 6317228 | jazzandmore.verona@gmail.com

Vini corsari

“Vini corsari”

Il 4 e 5 dicembre 2016

Presso il castello di Barolo l’Associazione Culturale Giulia Falletti di Barolo presenterà il quarto appuntamento con i “Vini corsari”: 30 vignaioli europei saranno in degustazione e vendita dalle ore 11 alle 18 in entrambe le giornate (www.vinicorsari.it).

Museo dei Cavatappi
Piazza Castello, 4 – 12060 BAROLO (CN) ITALY
Tel. +39 0173 560539 – Fax: +39 0173 560539
E-mail: info@museodeicavatappi.it
Sito internet: www.museodeicavatappi.it
Facebook: www.facebook.com/museodeicavatappi

Tutti i numeri della Leopolda: Food and Wine in Progress, successo del ‘sistema’ agroalimentare toscano

Tutti i numeri della Leopolda: Food and Wine in Progress, successo del ‘sistema’ agroalimentare toscanologo food wine in progress
Si è conclusa lunedì 28 novembre 2016 a Firenze la due-giorni del gusto organizzata alla stazione Leopolda
da AIS Toscana, Unione Regionale Cuochi Toscani, Confcommercio Toscana e Coldiretti Toscana
Food and Wine in Progress: la manifestazione della Leopolda dà i numeri
Gli organizzatori «E’ il successo del “sistema” agroalimentare toscano che ha vinto per questa seconda edizione». Remaschi, Ceccarelli, Giani, De Robertis: alla Leopolda la Regione Toscana presente in massa
“Food and Wine in Progress 2016”, la due-giorni del gusto che si è conclusa ieri (lunedì 28 novembre 2016) a Firenze, ha avuto un’affluenza senza precedenti: ben 6000 i bicchieri consegnati dall’Associazione Italiana Sommelier ai visitatori che sono affluiti alla Stazione Leopolda, 6000 anche i drinks serviti dai barman di Mixology, arrivati da tutt’Italia per sfidarsi capitanati dal famoso bar tender Danny Del Monaco; 5 i quintali di schiacciata e pane cotti dai  panificatori di Assipan Confcommercio; 1000 i pasti preparati dai ristoratori di tutta la Toscana. Oltre cento le presentazioni di pronti a cuocere messe in scena dai macellai di Federcarni Toscana, con tutti i tipi di carne, dal pollame alla selvaggina, dai suini ai bovini, compresa la Chianina, alla cui bistecca è stato dedicato un approfondimento speciale. 141 i produttori anche presenti nella Guida Vitae edita dall’AIS che hanno presentato in degustazione oltre 1000 etichette.  Oltre 90 i cooking show con gli chef mobilitati dall’Unione regionale cuochi toscani, 12 le experience “Toscana d’autunno”, 20 i cuochi stellati e tante delegazioni provinciali dell’Unione regionale cuochi che hanno presentato piatti tipici e rappresentativi delle loro zone.

Sono solo alcuni dei numeri che dimostrano il grande successo ottenuto dalla manifestazione, realizzata per il secondo anno consecutivo da Ais Toscana e Unione Regionale Cuochi Toscani, quest’anno con la collaborazione di Confcommercio Toscana e Coldiretti Toscana. «Un successo che mette in mostra ancora una volta come il gioco di squadra delle associazioni del settore in Toscana riescano a creare un circolo virtuoso – commentano gli organizzatori della manifestazione – e per questo dobbiamo sottolineare la forte attenzione della Regione Toscana, che ci ha patrocinato ed è stata presente nelle due giornate portando un importante messaggio a tutto un sistema, quello dell’agroalimentare toscano, che in Italia rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello». Alla due giorni di evento hanno fatto visita anche gli assessori regionali all’agricoltura, Marco Remaschi, e ai trasporti pubblici e infrastrutture, Vincenzo Ceccarelli, oltre al presidente e vicepresidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani e Lucia De Robertis.

Proprio la sinergia tra le associazioni rappresentative della filiera alimentare, dalla produzione alla ristorazione,  ha dato forza a “Food and Wine in Progress”, mettendo in rilievo la grande professionalità degli addetti ai lavori e  trasformando un evento dedicato alle eccellenze agroalimentari toscane in una narrazione poetica intorno alla buona tavola, fra tradizione e innovazione.  Ne è emersa un’immagine estremamente viva e vivace della ristorazione, che si dimostra un settore in crescita anche sotto il profilo occupazionale, come ha rilevato l’indagine di Fipe-Confcommercio presentata in apertura alla due giorni domenica 27 novembre.

Ufficio Stampa Food & Wine in Progress:
Marte Comunicazione
Almapress
Ufficio Stampa Confcommercio Toscana

Enoarte e la Puglia

14606385_1694804584173180_3303550916225312953_n (1)Enoarte e la puglia
Dalla Puglia a Firenze, il food, il vino e la pietra
Al Gourmettino l’Osteria Contemporanea di Domenico Cilenti

A Firenze si accendono le luci, Il Gourmettino, l’Osteria Contemporanea di Domenico Cilenti, apre i battenti con una serata dedicata agli amici, per una cena particolare: l’omaggio alla Puglia dell’artista fiorentina Elisabetta Rogai.
Ascoltare il tempo e la natura per un magico incontro, quello di Elisabetta Rogai con la Puglia, a Firenze al nuovo locale di Domenico Cilenti, Il Gourmettino, una performance live di EnoArte con una lastra di pietra dell’Azienda Dell’Erbe, leader mondiale, arrivata da Apricena nel Gargano, il Nero di Troia de le Cantine Le Grotte  di Apricena (FG) e la cucina di Domenico Cilenti; a Firenze il 14125667_10210552716844355_9132364899390635184_osegno tangibile di una evoluzione che racconta la capacità di produrre una qualità senza eguali, la storia, la natura e la cultura del territorio, così unici per caratteristiche e ricchezza, conferiscono ai prodotti della terra pugliese un valore aggiunto che, se pienamente utilizzato, può creare le condizioni di una nuova stagione di sviluppo condiviso.
Ed Elisabetta Rogai coglie l’attimo, usa i prodotti per “contaminarli” con la sua EnoArte, li vive, trasformandoli in un momento evocativo, ma anche innovazione, pensato, riflesso dai suoi pensieri, dalla sua curiosità, dal suo eclettismo…..nasce una nuova materia dove dipingere con il vino, la pietra garganica di Apricena, che lei domina, con grazia e con sapienza, la fa vivere, la plasma di colore, gli da un anima.
E l’eclettismo della Rogai ci porta per la prima volta ad un inedito abbinamento, pietra e vino, la pietra usata come inedita tela d’artista per dipingere con il vino, un abbinamento insolito ma anche logico, quello di unire, con l’arte, due prodotti della terra che ci rappresentano in maniera efficace, con tutte le caratteristiche della cultura come tradizioni, storia e la proiezione verso il futuro, stagione dopo stagione; niente, infatti, come il vino e la pietra parlano della nostra terra, che, coinvolgendo le emozioni in un bicchiere di vino suggeriscono la ricerca per individuare l’evoluzione delle aspettative, gesti armonizzati da un rapporto che acquisisce le sfumature più sofisticate per far nascere un capolavoro della natura.
DOMENICO CILENTI: L’EXECUTIVE CHEF DE IL GOURMETTINO

Nato a Peschici nel 1972, inizia la sua carriera culinaria nella cucina del ristorante di famiglia. Parte poi in Svizzera per lavorare come sous chef nelle cucine di Dario Ranza, executive chef della Villa Principe Leopoldo di Lugano.
Dal 2003, con l’apertura del suo ristorante “Porta di Basso”, contribuisce alla riscoperta del Gargano e del suo patrimonio gastronomico, grazie alla sua cucina d’innovazione pugliese.
La cucina di Domenico è focalizzata sulla creazione di un’esperienza totale fatta di sfumature nette e di sapori brillanti tipici del sud Italia, composta da prodotti interamente biologici, biodinamici o selvatici.
Lo stile audace che caratterizza gli abbinamenti dei suoi piatti gli permette nel 2003, a un anno dall’apertura, di entrare nella guida Michelin. Nel 2006 vince il premio come miglior giovane chef della Puglia, nel 2008 quello di miglior giovane chef del Mezzogiorno a cura di Luigi Cremona, noto giornalista del mondo culinario e nello stesso anno è insignito del titolo di chef dell’anno in Puglia.
Oggi Domenico Cilenti è riconosciuto come uno dei più influenti cousine chef pugliesi nel mondo.

Chef e ristoranti stellati nelle stazioni francesi, progetto al via con “Etoille du Nord” di Thierry Marx_ Voyages-sncf.com

EDN_151_11-2016Chef e ristoranti stellati nelle stazioni francesi, progetto al via con “Etoille du Nord” di Thierry Marx_ Voyages-sncf.com

Nella stazione di Parigi Gare du Nord è aperto il ristorante

Etoile du Nord… biglietti disponibili su Voyages-sncf.com!

Turismo e gastronomia: un binomio da sempre apprezzato dai viaggiatori. Ma se a viaggi dal grande comfort come quelli garantiti da Voyages-sncf.com si aggiungono anche piatti stellati, ecco che la perfezione è servita. Un traguardo straordinario per SNCF, che ha da poco inaugurato l’Etoile du Nord, ristorante stellato che gode già di grandi apprezzamenti dai passeggeri della Gare du Nord. Una garanzia sui binari ma anche in cucina, visto che la preparazione dei piatti è affidata a uno chef di grandissimo livello come Thierry Marx. Questo, però, è solo un punto di partenza, perché l’obiettivo è quello di rendere più profonda l’esperienza del viaggio e contemporaneamente la scoperta di piatti di grande qualità che in qualche modo vengono reinventati, ma sempre nel rispetto della tradizione gastronomica francese.

EDN_193_11-2016Questo ambizioso progetto trasforma le stazioni in teatro del gusto vivrà la sua consacrazione alla fine del 2018, quando a Paris-Montparnasse aprirà il secondo ristorante sotto la direzione degli chef Alain Ducasse e Michel Roth, con lo stesso menu che verrà proposto a Metz, nell’est della Francia. Gli chef hanno raccolto questa sfida con grande entusiasmo la mission di SNCF di trasformare le stazioni in hub vibranti di vita urbana, luoghi di incontro capaci di plasmare città, servire i loro abitanti, migliorarne la vita quotidiana e iniettare nuova energia.
E allora eccolo il punto di partenza: a Gare du Nord – tra i più importanti snodi ferroviari francesi che con la sua vivacità accoglie migliaia di viaggiatori non solo francesi – il nuovo stellato è una location tutta da vivere. Tre le aree offerte dal ristorante: il Fournil, un forno che serve rapidamente una selezione di colazioni di alta qualità, l’accogliente wine bar Zinco e infine la Brasserie, dove i viaggiatori con più tempo possono rilassarsi e assaporare una vasta gamma di gustosi piatti come l’agnello con salsa di miele e zenzero. Insomma, il top della gastronomia nella terza stazione più grande d’Europa per traffico di passeggeri.

Questa nuova proposta rientra in una più ampia strategia di SNCF di miglioramento delle opzioni di ristorazione disponibili nelle stazioni, con tre priorità: il miglioramento delle opzioni relative al cibo classico, la promozione del mangiar bene grazie ai prodotti locali e infine la rivisitazione delle tradizioni nei ristoranti in stazione.

Havas PR Milan

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Il tacchino ripieno

3tacchino1Sua maestà il tacchino

Il vero protagonista del giorno del Ringraziamento però non può che essere “sua maestà il tacchino”. Dopo aver affrontato ore di cottura nel forno è finalmente arrivato il momento di gustare il vero protagonista della cena, cotto intero e gustato insieme allo stuffing, ripieno di pane e castagne insaporito con frutti rossi: un’esplosione di sapori!
Il tacchino ripieno

Ingredienti
⦁ 1 tacchino di 4-5 kg
⦁ 250 gr di burro ammorbidito a temperatura ambiente
⦁ 1 cucchiaino di scorza di limone grattugiata
⦁ 1 cucchiaino di scorza di arancia grattugiata
⦁ 2 rametti interi di salvia, più altri per la decorazione
⦁ 1 arancia, tagliata in quattro spicchi
⦁ 1 cipolla rossa, sbucciata e tagliata in quattro spicchi
⦁ 3 cl di brodo di pollo o di tacchino
⦁ 3 cl di vino bianco

Gravy (salsa)
Ingredienti
⦁ 30 gr di burro
⦁ 1 litro di brodo di pollo o tacchino
⦁ 30 gr di farina

Preprazione
Scaldate il forno a 215°C. In un pentolino su fuoco basso, scaldate insieme il brodo, il vino e metà del burro.
In un’altra ciotola, mescolate insieme l’altra metà del burro con la scorza di limone e di arancia, sale e pepe a piacere.
A partire dal collo, separate la pelle dal petto e dalle zampe inserendo le dita con delicatezza tra carne e pelle in modo da non romperla. Spalmate il composto di burro sotto la pelle allentata. Quindi spalmate l’esterno e l’interno del tacchino con il composto di burro; salatelo e pepatelo.
Salate e pepate l’interno del tacchino. Se volete riempire il tacchino prima di cuocerlo, farcitelo ora con il ripieno (ricetta stuffing) ma non riempitelo troppo. Sistemate la salvia, le arance e le cipolle intorno al tacchino nella stessa teglia. Altrimenti (per ridurre i tempi di cottura) potete riempire il tacchino con i rametti di salvia, le arance e la cipolla e cuocere il ripieno di pane separatamente.
Chiudete la cavità con stecchini di legno. Legate le zampe con lo spago da cucina e ripiegate le ali sotto il tacchino. Mettete il tacchino nel forno preriscaldato per 20 minuti, poi bagnate (con pennello o cucchiaio) tutte le parti esposte del tacchino con la miscela di burro, brodo e vino. Abbassate la temperatura a 180°C. Ogni 30 minuti, bagnate il tacchino con la miscela di brodo. Se la pelle del tacchino dovesse dorarsi troppo, copritelo con un foglio di alluminio.
Dopo due ore di cottura, cominciate a prendere la temperatura del tacchino. Inserite un termometro per la carne nel punto più spesso della coscia (vicino all’osso, ma senza toccarlo). Dovrebbe segnare 70-75°C. Sono necessarie circa 3 ora di cottura totale, in base alle dimensioni del tacchino. Al termine della cottura togliete il tacchino dal forno, trasferite su un piatto di portata (tenete da parte la teglia con i succhi di cottura) e fate riposare a temperatura ambiente per 20-30 minuti.
Nel frattempo, preparate la salsa gravy:
Travasate con cura i succhi di cottura in una brocca capiente e fate riposare per 1-2 minuti, fino a quando i grassi si separano dai succhi. Eliminate il grasso dalla superficie e mettetelo da parte. Scaldate in una padella due cucchiai di burro con 1 cucchiaio del grasso di cottura e 30 g di farina. Mescolate continuamente per 5-6 minuti per ottenere una miscela dorata. Unite molto gradualmente i succhi di cottura sgrassati e portate all’ebollizione, mescolando con una frusta. Unite quindi il brodo poco alla volta, mescolando continuamente e cuocendo fino ad ottenere la consistenza desiderata, circa 10 minuti. Salate e pepate a piacere.

Struffing / il ripieno del tacchino con pane e castagne
Ingredienti Per 10 persone
⦁ 1 kg di pane bianco e nero tagliato a cubetti di 2 cm
⦁ 250 gr di castagne sbucciate e precotte (sottovuoto), tagliato in quarti
⦁ 200 gr cranberry essiccati
⦁ 90 gr di burro
⦁ 4 cipolle, tritate grossolanamente
⦁ 4 coste di sedano, tritate grossolanamente
⦁ 3 cucchiai di salvia fresca tritata finemente
⦁ 1,2 litri di brodo di pollo, di tacchino o vegetale
⦁ 1 cucchiaino di sale
⦁ 4 cucchiai di prezzemolo tritato
⦁ pepe nero

Preparazione
Distribuite i cubetti di pane in un unico strato su un paio di teglie e lasciateli seccare, durante la notte, senza coprirli. In alternativa, fateli seccare dentro il forno a 180° per 15-20 minuti.
Sciogliete il burro in una padella capiente a fuoco medio: unite le cipolle e il sedano; cuocete, mescolando per circa 10 minuti. Unite la salvia, poi un mestolo di brodo e cuocete per altri 5 minuti.
Trasferite il composto con la cipolla in una ciotola molto capiente. Mescolate con le castagne, i cranberry, il pane, il prezzemolo, sale e pepe. Versatevi il brodo rimasto e mescolate delicatamente. Usate la farcia per riempire il tacchino, poi mettete quella rimasta in una teglia imburrata. Coprite la teglia con un foglio d’alluminio e infornatela a 180°C per 25 minuti. Scoprite e cuocete ancora per mezz’ora circa, finché sarà ben dorato.

Credits:
Foto di Emile Henry www.emilehenry.com
Ricette di Laurel Evans www.unamericanaincucina.com

GRUPPO CAMPARI
Davide Campari-Milano S.p.A., con le sue controllate (‘Gruppo Campari’), è uno dei maggiori player a livello globale nel settore del beverage. E’ presente in oltre 190 paesi del mondo con posizioni di primo piano in Europa e nelle Americhe. Il Gruppo, fondato nel 1860, è il sesto per importanza nell’industria degli spirit di marca. Il portafoglio conta oltre 50 marchi e si estende dal core business degli spirit a wine e soft drink. I marchi riconosciuti a livello internazionale includono Aperol, Appleton Estate, Campari, SKYY e Wild Turkey. Con sede principale in Italia, a Sesto San Giovanni, Campari conta 16 impianti produttivi e 2 aziende vinicole in tutto il mondo, e una rete distributiva propria in 19 paesi. Il Gruppo impiega circa 4.000 persone. Le azioni della capogruppo Davide Campari-Milano S.p.A. (Reuters CPRI.MI – Bloomberg CPR IM) sono quotate al Mercato Telematico di Borsa Italiana dal 2001. Per maggiori informazioni: http://www.camparigroup.com/it.
Bevete responsabilmente

Gruppo Campari
Paola Paletti Tel +39 02 62251
Paola.Paletti@campari.com

Havas PR MIilan
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E’ iniziata la stagione di Kanzi ecco i nostri consiglie per acquistare e conservare le mele

Kanzi_MeleE’ iniziata la stagione di Kanzi ecco i nostri consiglie per acquistare e conservare le mele
Da autunno a primavera è disponibile la mela coltivata nel cuore dell’Alto Adige: succosa, dall’inconfondibile sapore dolce-acidulo e ricca di vitamina C

Bolzano, 2 dicembre 2016 –  La mela è il frutto più acquistato in Italia insieme agli agrumi, e il suo momento d’oro va dall’autunno alla primavera: proprio il periodo in cui sui banchi dei fruttivendoli e nei reparti ortofrutta di supermercati e ipermercati si trova Kanzi®, la mela coltivata nel cuore dell’Alto Adige dalla polpa croccante e succosa e dall’inimitabile bilanciamento di dolcezza e acidità.

Il motto di Kanzi® è “Seduce Life”, un invito a cogliere il meglio dalla vita in modo positivo e divertente: proprio come l’Uomo Kanzi, il testimonial della mela in una serie di divertenti video di Youtube che sottolineano in modo ironico il concentrato di gusto, freschezza ed energia della mela più invitante in natura. La mela è anche il frutto perfetto per affrontare l’autunno e l’inverno: il suo contenuto di sostanze antiossidanti è utilissimo per affrontare i mesi più freddi. In particolare, Kanzi® è una delle varietà con la più alta concentrazione di vitamina C, secondo lo studio del progetto Apfel-fit sviluppato dal centro di ricerca Laimburg.

Ma come gustare la mela al meglio? In occasione dell’inizio della stagione, ecco i consigli di Kanzi® per acquistare, conservare e consumare le mele valorizzandone al massimo l’aroma e le proprietà nutrizionali.

Scegli le mele migliori
Kanzi® è una varietà bicolore, immediatamente riconoscibile grazie al suo colore rosso brillante, che sfuma delicatamente in striature giallo-verdi. La consistenza deve essere soda e la buccia liscia; prima dell’acquisto verifica la presenza di segni o ammaccature.

Conservale al freddo
Le mele dovrebbero essere conservate in un luogo fresco, che non superi i 10°C, per mantenere le loro qualità e per una maggiore durata di conservazione. A queste temperature le mele possono durare anche alcuni mesi; in frigorifero è necessario fare attenzione all’umidità perché i frutti tendono ad appassire in ambienti molto secchi. Per evitarlo, avvolgi le mele in carta da forno, riponile in una borsina di plastica aperta oppure conservarle nell’apposito cassetto per la frutta e la verdura. In questo caso, meglio separarle dagli altri frutti perché rilasciano etilene, una sostanza che accelera la maturazione. Per lo stesso motivo, tieni da parte eventuali mele ammaccate.

Se la mela è già tagliata
Hai un pezzo di mela già tagliata e vuoi conservarla nel frigo? Per evitare l’ossidazione la cosa migliore è utilizzare un sacchetto richiudibile per alimenti, rimuovendo l’aria dall’interno, una soluzione utile anche per dare la mela ai bambini da portare a scuola. Per migliorare il risultato, puoi applicare del succo di limone sulla parte di polpa esposta.

Meglio con la buccia e lontano dai pasti
La mela è ricca di vitamine e proprietà nutrizionali, che la rendono un frutto salutare e utile al sistema digestivo. Per prendere il meglio dai suoi nutrienti, è meglio consumare la mela cruda e tra i pasti: a stomaco vuoto infatti puoi beneficiare di un più breve processo digestivo che favorisce l’assorbimento dei nutrienti.

Lava la mela prima di consumarla per motivi igienici e mangiala con la buccia: questa contiene infatti pectina, che oltre a favorire la regolarità intestinale è come uno spazzolino da denti naturale.

Il Portogallo brilla anche in cucina: oggi sono 26 le stelle Michelin

Image.1480502713407Il Portogallo brilla anche in cucina: oggi sono 26 le stelle Michelin

Nella guida 2017 +7 nuovi stellati e 5 due stelle

Il Portogallo continua a ottenere riconoscimenti: dallo sport a eventi tecnologici come il Web Summit, passando per ambìti premi che lo inseriscono tra le destinazioni predilette dei viaggiatori.  Un paese che brilla anche in cucina: sono infatti 26 le stelle Michelin dei 21 ristoranti selezionati contro le 12 stelle dei dieci ristoranti del 2015, aggiungendo 7 nuovi stellati e arrivando a 5 due stelle. Le nuove stelle sono state assegnate alla cucina portoghese lo scorso 23 novembre in occasione della cerimonia di lancio della Guida Michelin Spagna e Portogallo tenutasi a Girona, in Spagna.

Image.1480502720607Nel 2016 al Portogallo era stata assegnata solo una nuova stella, mentre nella guida 2017 i nuovi ristoranti stellati lusitani sono: Alma, di Henrique Sá Pessoa (Lisbona); Antiqvvm, di Vítor Matos (Porto); Casa di Tè Boa Nova, di Rui Paula (Leça da Palmeira); Loco, di Alexandre Silva (Lisbona); Lab da Sergi Arola (Sintra); L’And, di Miguel Laffan (Montemor-o-Novo) e infine William, di Luis Pestana (Funchal). Hanno guadagnato la seconda stella: The Yeatman, di Ricardo Costa (Porto), che diventa il secondo cuoco portoghese a raccogliere due stelle, e il Gallo d’Oro, di Benoit Sinthon (Funchal).

TURISMO DE PORTUGAL

Visitportugal è il sito ufficiale di promozione turistica del Portogallo creato da Turismo de Portugal, I.P., l’ente turistico nazionale.

Integrato nel Ministero dell’Economia, Turismo de Portugal, I.P., è l’ente preposto alla promozione, valorizzazione e sostenibilità dell’attività turistica, e riunisce in un’entità unica tutte le competenze istituzionali relative alla promozione del turismo, dall’offerta alla domanda.

Turismo de Portugal si avvale di una rete di uffici che coprono 21 paesi di prioritaria importanza per la promozione turistica internazionale.

Per informazioni: https://www.visitportugal.com/it

Havas PR Milan

t    +39 02 85457033
w    havaspr.it

Torta yogurt e mele

torta mele yogurtTorta yogurt e mele
Ingredienti
250 gr di farina che lievita
1 yogurt al latte intero
3 mele gialle
250 gr di zucchero
20 gr di olio
3 uova

Preparazione
Sbucciate le mele
Unite tutti gli ingredienti
Cuocete  a 180° per un’oretta
Spolverizzate con dello zucchero a velo

La storia delle scatolette di latta,fabbricate per essere distrutte

La storia delle scatolette di latta,fabbricate per essere distrutte

Paolo Stefanato

Le scatolette di latta, oggetti presenti nella vita di tutti noi, hanno una storia lunga più di  200 anni. Il primo a metterle a punto fu un inglese, Pierre Durand, che nel 1810 ottenne dal re Giorgio III d’Inghilterra il brevetto per la conservazione di cibi “in vetro, ceramica, alluminio e altri metalli”. Il brevetto di Durand era basato sui 15 anni di sperimentazioni del francese Nicolas Appert, che sviluppò l’idea di conservare il cibo in bottiglie. Durand prese l’idea di Appert e fece un ulteriore passo avanti, sostituendo le fragili bottiglie di vetro con lattine cilindriche in metallo. Egli intuì le potenzialità della sua scoperta ma preferì monetizzarla subito: e solo un anno dopo, nel 1811, la vendette a due industriali, Bryan Donkin e John Hall, di Bermondsey, presso Londra, che diedero vita a un’industria di conserve e nel 1813 produssero i primi cibi in scatola per l’esercito inglese.

L’idea di Durand aveva dunque paternità francese. Il governo di Parigi, durante le guerre napoleoniche, aveva bandito un premio di 12mila franchi per colui che avesse proposto un metodo efficace ed economico per conservare grandi quantità di cibo, perchè gli approvvigionamenti alimentari erano uno degli aspetti di maggior vulnerabilità degli eserciti: chi avesse escogitato un modo per nutrire le truppe regolarmente e con una qualità standardizzata, avrebbe avuto un’arma in più contro i nemici. Fu un cuoco e pasticcere di sessant’anni che nel 1809 si aggiudicò quel denaro: Nicolas Appert, appunto, nato a Chalon-en-champagne nel 1749, il quale ebbe la sua intuizione constatando che il calore eliminava o rallentava i processi di decomposizione del cibo. E mise a punto il suo metodo di conservazione, secondo il quale era necessario che un contenitore fosse sigillato ermeticamente e poi immerso nell’acqua bollente, per tempi variabili secondo il tipo di alimento (esattamente quello che tuttora si fa con le conserve di casa). Applicò il processo a dei recipienti di vetro e adottò, cinquant’anni prima di Pasteur, il metodo della sterilizzazione dei cibi. Appert pubblicò l’anno successivo un libro che è tuttora il capostipite riconosciuto della scienza della conservazione: “L’art de conserver les substances animales et vegetales”. Ebbe qualche fortuna anche con la sua piccola fabbrica, costruita con i fondi del premio, ma – quasi per una curiosa vendetta della storia: lui che aveva sfamato gli eserciti – questa fu rasa al suolo nel 1814 dall’esercito degli austro-prussiani, invasori della Francia, ed egli poi morì in miseria, a 92 anni.

Pierre Durand, che era nato nel 1766, non fece altro che sostituire i contenitori in vetro con la latta e adattare il metodo Appert alle scatole. La latta (o banda stagnata), un sandwich sottilissimo di acciaio e stagno che esisteva da secoli, presentava molti vantaggi: era un materiale più leggero, più duttile, meno fragile e più economico del vetro. Fondamentali restavano la chiusura ermetica e il passaggio delle scatole, una volta chiuse, ad alta temperatura per eliminare batteri e tossine. Inizialmente il processo di inscatolamento era laborioso perché doveva essere fatto a mano; le prime scatolette erano costose per la gente comune, con il risultato che divennero una sorta di status symbol. Ma progressivamente il successo crebbe, e con esso si allargò il mercato. Il cliente principale nel primo periodo fu la Marina di Sua Maestà e nel 1817 la Donkin&Hall in sei mesi vendette carne in scatola per 3mila sterline. , un’enormità per l’epoca. Nel 1820 l’esploratore Edward Parry, nella sua ricerca di un “passaggio a Nord Ovest” per l’India attraverso l’Artico, portò con sé scatolette di carne e di zuppa di piselli, e lo stesso fece nel 1829 l’ammiraglio John Ross in una spedizione analoga. L’unico, serio problema di quei tempi era l’avvelenamento provocato dal piombo che veniva usato per sigillare le scatole.

L’automazione dei processi di inscatolamento, il superamento dei problemi di salubrità del contenitore e l’aumento della gamma di cibi inscatolati (frutta, verdura, carni, persino ostriche, e poi tonno, sardine, pomodoro, zuppe) provocò un progresso della domanda che cominciò a essere sempre più diffusa grazie anche al contenuto “di servizio” delle scatolette, che permetteva di utilizzare il cibo nel tempo, tenendolo nella dispensa per l’occorrenza, diradando le visite al mercato; oppure di accompagnare viaggi e spedizioni. In Italia fu Francesco Cirio ad aprire la prima fabbrica di piselli in scatola nel 1856, a Torino, cui seguì, nel 1875, il primo impianto campano per la lavorazione industriale dei pomodori. Un fatto curioso: l’apriscatole fu creato trent’anni dopo le scatolette che avrebbe dovuto aprire. Fino a quel momento la gente si arrangiò come meglio poteva, con martelli, scalpelli, baionette, persino battendo la scatola sulla pietra.

Il successo dell’industria delle scatolette di latta e i progressi delle stampa litografica, che dava al metallo un’allegra brillantezza multicolore, diede origine a una variante più aristocratica: la scatola di latta contenente prodotti alimentari meno deperibili (biscotti, caramelle, cioccolato) oppure tabacco, puntine di grammofono, sigari e sigarette. Se per le scatolette ermetiche la confezione aveva un’essenziale funzione di conservazione dei cibi, le scatole non sigillate, cioè con il coperchio, assumevano una ragione più decorativa e voluttuaria, erano spesso oggetti da regalo o da ricorrenza, e rispecchiavano la certezza che, una volta terminata la loro funzione originaria, non sarebbero state gettate: avrebbero anzi continuato a servire le donne di casa o i ragazzi per contenere bottoni, utensili, cartoline e mille altre minutaglie casalinghe. Alcune fabbriche si specializzarono in scatole-giocattolo, regalo “doppio” per bambini fortunati, o in fantasiosi decori a tema o d’occasione (anni Santi, celebrazioni storiche, ecc.).

Da qui si può ben intendere come la grande famiglia delle scatole di latta, alle quali oggi è dedicato un fiorente collezionismo, sia in realtà divisa in due ampie categorie. Quelle “povere”, sigillate, che per svolgere la loro funzione devono essere aperte e distrutte, e quelle “aristocratiche” per le quali il contenuto è quasi un pretesto e che, anzi, appena vuotate acquistano una più orgogliosa vita propria. E’ facilmente intuibile che il collezionismo riguarda quest’ultimo tipo di scatole, che hanno espresso il loro massimo splendore tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento, e che spesso furono addirittura firmate dalle griffe della pubblicità dell’epoca, da Dudovich a Cappiello: in Italia esistono almeno una decina di grandi collezioni, a cominciare da quella raffinatissima di Marina Durand de la Penne, visitabile a Gerano (Roma) e dedicata esclusivamente a scatole italiane; e da quella di Marco Gusmeroli, di Arona (Varese), considerato “il guru italiano nel collezionismo di materiale pubblicitario”. Le collezioni minori non si contano.

Le scatole “povere”, quelle di sardine, di tonno, di salse, di pelati, di carne, vengono normalmente gettate dopo l’uso e – tranne rarissime raccolte, presenti soprattutto in Francia – non lasciano traccia. Intendiamoci: nel 2010 il “compleanno” è stato tutto loro, non di quelle di biscotti. Anch’esse – quelle povere – , comunque, possiedono un più ingenuo ma riconoscibile intento decorativo, legato all’elementare marketing di prodotti di poco valore. A differenza delle scatole con il coperchio, che una volta vuotate mantengono intatte le proprie caratteristiche, le scatolette sigillate per essere conservate devono essere svuotate del contenuto; e questo, anche se fatto con accorgimenti esteticamente delicati, implica una violazione della loro integrità. Ovviamente non c’è alternativa.

Prendiamo le scatole di sardine, per esempio, che fanno quasi storia a sé. Vengono prevalentemente da Paesi mediterranei quali Tunisia, Marocco, Portogallo, Spagna, Francia e sono a lungo “rimaste indietro” rispetto alle confezioni di altri prodotti, perpetuando anche in anni recenti sembianze ottocentesche e caratteristiche da archeologia industriale. Limitandoci alle scatolette litografate (e tralasciando quindi quelle con le etichette di carta, meno brillanti e dai colori più deperibili) va osservata la prevalenza di colori quali il rosso e il giallo (più naturali e più affini ai cibi naturali) e una netta minoranza di scatole stampate in verde, blu o nero. I disegni più frequenti si riferiscono al contenuto, e quindi pesci, pescatori, barche, velieri; ma ci si può imbattere nell’illustrazione della fabbrica, nell’intento forse di stupire il consumatore con le dimensioni e la solennità degli edifici; oppure in figure di fantasia – bambini, ragazze, principesse, ma anche antichi romani o personaggi letterari – per entrare in sintonia con qualche desiderio subliminale delle massaie, e per comunicare qualità e affidabilità.

Due esempi formidabili valgono per tutti. Una scatoletta di sardine sott’olio, fabbricata in Francia, “preparation à l’ancienne, depuis 1903” porta il marchio “Le dieux”, gli dei, illustrato con un banchetto dove tra gli altri si riconoscono Giove, con la corona, Nettuno, con il tridente, Marte, con elmo e lancia, Mercurio, con il caduceo. Davanti a ciascuno, un piatto con tre sardine. Una scritta recita, in francese: “Gli dei si nutrivano di sardine e d’ambrosia, Iliade, canto 25mo”. Una citazione di Omero? Macchè, l’Iliade si compone di 24 canti. Evidentemente quell’imprenditore decise che per conquistare le donne al mercato il metodo più efficace doveva essere un apocrifo del poeta greco. Quale incredibile macchinazione intellettuale!

L’altro esempio è italiano e tutti lo possono tuttora verificare negli scaffali dei supermercati. Si tratta delle “Alici in salsa piccante vera marca Rizzoli, Parma”, la cui scritta su fondo oro è uguale a sé stessa dal 1906, prima della Prima guerra mondiale (alcune scatolette furono trovate anni fa in una trincea); tre gnomi con la barba e i cappelli tricolori reggono un cartiglio blu con scritto: “Mangiar bene”. Piccolo, quasi invisibile, in alto, un motto latino: “Ante lucrum nomen”, prima il prestigio del nome e poi il guadagno. Tre parole che raccontano che cosa fossero un tempo l’onore, la nobiltà d’animo, il senso delle cose, il primato dei valori: con la solennità di un’iscrizione in un Pantheon. Invece è una semplice, dignitosa, modesta scatoletta di acciughe. Fabbricata per essere distrutta.

Mercatino ad Ancona: Il Bello e il Buono al Pià

Mercatino ad Ancona: Il Bello e il Buono al Pià

Da gennaio a dicembre 2016

Ogni primo week-end del mese

In corso Carlo Alberto ad Ancona
Artigianato
Prodotti tipici
Antiquariato

Mercato del Carcere Femminile della Giudecca a Venezia

Mercato del Carcere Femminile della Giudecca a Venezia

Da gennaio a dicembre 2016

Tutti i giovedì mattina

Mercato di prodotti freschi biologici coltivati direttamente nell’orto del carcere.

Davanti al carcere femminile della Giudecca

Mercato Generale di Milano: ogni Sabato Ortofrutta fresca Il più grande mercato di ortofrutta italiano.

Mercato Generale di Milano: ogni Sabato Ortofrutta fresca Il più grande mercato di ortofrutta italiano.

Da gennaio a dicembre 2016

Presso l’ortomercato di via Lombroso 53 a Milano

Ogni sabato mattina
Il più grande mercato di ortofrutta italiano.

Il Natale che non ti aspetti “: tutto il gusto e i sapori della tradizione

Il Natale che non ti aspetti Pesaro UrbinoIl Natale che non ti aspetti “: tutto il gusto e i sapori della tradizione

Tante le proposte enogastronomiche fino all’ 8 Gennaio 2017

Mercatini e luminarie accendono i borghi medievali più suggestivi delle Marche e si inondano di profumi e sapori con gli artigiani del gusto

Pesaro, 30 Novembre 2016.- Un calendario ricco di eventi, ma anche di profumi e sapori del territorio, ‘Il Natale che non ti aspetti’iniziato già a fine novembre e che per oltre un mese (fino all’8 gennaio) renderà ancor più unica e magica l’atmosfera natalizia dei borghi più antichi delle Marche è una imperdibile kermesse anche di prodotti tipici e ricette della tradizione, dalla Casciotta d’Urbino DOP alle semplici frittelle di mele, fino alle aristocratiche succulente lasagne alla tradizionale visciolata. Venti Pro Loco unite con il Comitato UNPLI sezione Provinciale Pesaro Urbino, per promuovere attraverso la manifestazione diffusa il turismo e la conoscenza del loro territorio, in collaborazione con la Regione Marche, la Provincia Pesaro Urbino e in accordo con Christkindlmarkt Mercatino di Natale Bolzano Bozen. Un’edizione questa che ha un sapore ancora più speciale poiché nei borghi e nelle città da Candelara a Mombaroccio, da Gradara a Pesaro fino a Fano e Frontone, Urbino e Pergola a Fossombrone e Urbania, si moltiplicano le offerte per valorizzare e far conoscere le bellezze artistiche ed anche la tradizione enogastronomica di grande valore della Regione Marche e nei giorni de ‘Il Natale che non ti aspetti’ potranno essere acquistati prodotti tipici ai mercatini o piatti consumati nei ristoranti. Come la pasticciata, ovvero fettine di vitello aromatizzate con erbe cotte, i cannelloni alla Rossini, in onore del grande compositore Gioachino Rossini nato a Pesaro, i passatelli panna funghi e salsiccia, millefoglie tipiche con ragù e besciamella, carré di maialino km zero e sostanziose bontà tra le quali spiccano anche pietanze di pesce come il baccalà con patate brodetto preparato con pesce fresco pescato in Adriatico. Nei mercatini sarà possibile acquistare i prelibati tartufi di Acqualagna e le olive fritte e amarene di Cantiano e il pesce fritto dell’Adriatico, gustare taglieri di salumi e formaggio pecorino, bruschette con olio DOP, e dolcetti secchi e birre artigianali, la cicerchiata, e la famosa visciolata di Pergola ed anche la Moretta fanese, un gustoso mix di caffè, liquore all’anice, rum e brandy, aromatizzata con scorza di limone e zucchero. Non mancherà la crescia di Frontone cotta sulla graticola, e le tagliatelle ai porcini o più semplicemente si può trovare, più adatta alla via dei Presepi, la Casciotta d’Urbino già conosciuta nel 1545, di cui pare ne fosse ghiotto Michelangelo Buonarroti, il crostolo di Urbania, specialità della tradizione durantina, tipico prodotto della panificazione locale elaborato con uova, latte, farina e strutto di maiale, ancora cotto alla brace che gli dona un sapore unico e inimitabile. Non solo luci, candele, musiche, folklore ma anche i sapori della tradizione: questo è ‘Il Natale che non ti aspetti’ nella provincia di Pesaro e Urbino.

Il programma completo delle iniziative è su eventi.turismo.marche.it, numero verde 800 563 800

Contatti stampa: Marte Comunicazione cell. 335 6130800 Email:marzia.morganti@gmail.com

Mangiamusica con Neri Marcorè – Teatro Magnani di Fidenza

befa2aaf-af0a-45ce-ba8c-68d71e09b457Mangiamusica con Neri Marcorè – Teatro Magnani di Fidenza
Mangiamusica: gran finale con Neri Marcorè
Venerdì 2 dicembre al Teatro Magnani di Fidenza. E in degustazione gratuita le birre del Birrificio Toccalmatto “firmate” dal mastro birraio Bruno Carilli

FIDENZA (Parma) – Gran finale per Mangiamusica – Note pop, cibo rock, rassegna che ha ospitato al Teatro Magnani di Fidenza, nelle tre serate precedenti, Niccolò Agliardi e Edwyn Roberts, Piero Cassano e Fabio Perversi dei Matia Bazar (con il chitarrista Piero Marras), Flavio Oreglio e Alberto Patrucco.

UN’ATMOSFERA DA FALO’ SULLA SPIAGGIA…
Venerdì 2 dicembre, alle 21, la prima edizione della rassegna ideata e diretta dal giornalista Gianluigi Negri si chiuderà con Neri Marcorè nelle vesti di cantante. L’attore di origini marchigiane ha annunciato uno spettacolo con un’atmosfera da falò sulla spiaggia. Con la sua chitarra (accompagnato in alcune esecuzioni da una seconda chitarra, quella di Marco Caronna) proporrà al pubblico le sue canzoni preferite: brani di De Gregori (“Cardiologia”), Ivan Graziani (“Monna Lisa”), De André, Bennato, ma anche Neil Young e Simon & Garfunkel. Per il resto, scaletta “libera”. E dialogo con il critico musicale Enzo Gentile e con gli spettatori.

L’INTERO INCASSO PER ARQUATA DEL TRONTO
Impegnato su due set contemporaneamente (quello torinese della terza stagione di “Questo nostro amore” e quello romano dei due sequel – “Revolution” e “Reloaded” – di “Smetto quando voglio”), Marcorè ha accettato l’invito di Mangiamusica anche per aiutare la sua regione colpita dal terremoto: l’intero incasso (ingresso a offerta) sarà devoluto al Comune di Arquata del Tronto.

LA DEGUSTAZIONE
Nel corso della serata, il pubblico e i protagonisti andranno alla scoperta, con degustazioni gratuite, delle birre artigianali del Birrificio Toccalmatto (realtà fidentina molto apprezzata e premiata anche all’estero) prodotte, con arte e passione, dal mastro birraio Bruno Carilli.

I PARTNER
Mangiamusica è un progetto fortemente voluto dall’amministrazione comunale di Fidenza e dal suo sindaco Andrea Massari, organizzato dall’associazione culturale Mangia come scrivi, con il supporto di Gas Sales, Terme Baistrocchi, Italpast, Gaibazzi Costruzioni.

#cantachesimangia

Bruno Carilli
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Domenico Cilenti: l’executive chef de il Gourmettino

14125667_10210552716844355_9132364899390635184_oDomenico Cilenti: l’executive chef de il Gourmettino

Nato a Peschici nel 1972, inizia la sua carriera culinaria nella cucina del ristorante di famiglia. Parte poi in Svizzera per lavorare come sous chef nelle cucine di Dario Ranza, executive chef della Villa Principe Leopoldo di Lugano.
Dal 2003, con l’apertura del suo ristorante “Porta di Basso”, contribuisce alla riscoperta del Gargano e del suo patrimonio gastronomico, grazie alla sua cucina d’innovazione pugliese.
La cucina di Domenico è focalizzata sulla creazione di un’esperienza totale fatta di sfumature nette e di sapori brillanti tipici del sud Italia, composta da prodotti interamente biologici, biodinamici o selvatici.
Lo stile audace che caratterizza gli abbinamenti dei suoi piatti gli permette nel 2003, a un anno dall’apertura, di entrare nella guida Michelin. Nel 2006 vince il premio come miglior giovane chef della Puglia, nel 2008 quello di miglior giovane chef del Mezzogiorno a cura di Luigi Cremona, noto giornalista del mondo culinario e nello stesso anno è insignito del titolo di chef dell’anno in Puglia.
Oggi Domenico Cilenti è riconosciuto come uno dei più influenti cousine chef pugliesi nel mondo.