Negroamaro – Cristina

Il Salento, in Puglia, è la regione del Negroamaro, il vitigno più diffuso e antico, dal quale si ricavano tra i migliori vini rossi e rosati d’Italia, tanto da essere impiegato per la ”correzione” di vini extra regionali, conosciuti anche all’estero. Colore Vino di un intenso colore rosso–granato. Il profumo è intenso, vinoso e fruttato, con riconoscimenti di piccoli frutti a bacca nera e talvolta sentori di tabacco. Gusto pieno, amarognolo, rotondo. Gradazione Media di 12°-13°. Costo Medio. Abbinamento Vino a tutto pasto. Si sposa benissimo con i ricchi piatti della tradizione del Salento, come la pasta fatta in casa, ad esempio le tipiche Sagne ‘incannulate , servite con una zuppa di ceci, o con polpette al sugo. Si abbina bene anche con la carne di agnello o gli “gnomerelli”, involtini di frattaglie legati con budello.
Vitigni impiegati:
E’ raro che venga utilizzato in purezza, ma in genere unito ad altre uve come la Malvasia nera, Primitivo, Montepulciano, Sangiovese.
Le uve del vitigno Negroamaro sono la base di parecchie DOC salentine, il più noto è il Leverano, un vino che nasce appunto dal vitigno Negroamaro e contiene Malvasia Bianca e Nera. È un vitigno versatile che può offrire profumati vini rosati, se unito ad una piccola percentuale di Cabernet Sauvignon, o grandiosi rossi, che esprimono eleganza e morbidezza, fino a produrre un vino asciutto e austero, vellutato riconoscibile per i sentori di tabacco e frutta, ideale a tutto pasto. 
Tutto il Salento, in particolare nelle province di Lecce, Taranto e Brindisi.
La Puglia è la regione d’ Italia con la più alta produzione vitivinicola, e il Salento contribuisce notevolmente con i numerosi viticultori presenti sul territorio. Il vino a base di uva Negramaro, è al terzo posto tra i vini a denominazione d’origine controllata col maggior tasso di crescita nelle vendite per la grande distribuzione, secondo un’indagine svolta per il Vinitaly nel 2008

Enologia

L’enologia è la scienza che studia il vino e la sua produzione: dalla vendemmia alla bottiglia ne studia la microbiologia, la chimica e le caratteristiche sensoriali. Il nome deriva dal greco “oinos” (vino) e “logos” (studio). Le caratteristiche di un vino sono determinate essenzialmente da due fattori: il vitigno o i vitigni utilizzati per produrlo, ed il “terroir”, vocabolo francese che non ha un corrispondente termine in italiano, e che indica l’insieme delle caratteristiche geologiche, fisiche e climatiche del territorio nel quale cresce la vite. Ogni vitigno possiede caratteristiche aromatiche tali da influenzare significativamente il vino che ne deriva. Il termine “terroir” comprende il tipo di terreno (calcareo, gessoso, ecc.), il numero di giorni di sole, l’umidità, la temperatura, e le condizioni ambientali in genere; ogni vitigno si adatta più o meno bene ad un “terroir”, per cui il prodotto finale sarà influenzato anche da questa scelta. Perché il vino mantenga le proprie caratteristiche è importante che venga conservato in maniera adatta; in questo senso diventano fondamentali le caratteristiche che deve avere la cantina ideale .

Degustazione e Analisi sensoriale

Il termine degustazione è utilizzato principalmente in ambito enologico ove è inteso come un procedimento tecnico finalizzato a determinare in maniera per quanto possibile oggettiva le caratteristiche organolettiche di un vino, a valutarne la qualità ovvero a stabilirne gli eventuali difetti. Affinché la degustazione possa fornire risultati confrontabili tra loro, anche se eseguita su prodotti diversi in tempi diversi da diversi valutatori, è necessario stabilire i parametri da valutare, le regole per valutare i singoli parametri e la scala di valori da attribuire ad ogni parametro. La degustazione viene eseguita, oltre che per piacere personale, anche per valutare la rispondenza alle caratteristiche previste dal disciplinare di produzione dei vini IGP e DOP al fine di consentirne la messa in commercio. Esistono numerose metodologie di degustazione, elaborate dalle diverse organizzazioni che si occupano di vino, ma tutte sostanzialmente prevedono tre distinte fasi di analisi sensoriale: visiva, olfattiva e gustativa.

Viticoltura

La viticoltura rappresenta l’insieme delle tecniche che prevedono la coltivazione delle viti (da tavola e da vino) e può considerarsi come una branca dell’Arboricoltura. L’attività di viticoltura va dall’epoca di messa a dimora delle barbatelle innestate fino all’epoca dell’espianto. Le barbatelle sono piccole viti innestate su portainnesti americani. I portainnesti americani sono infatti resistenti alla fillossera (insetto appartenente all’ordine dei Rincoti) contrariamente alle viti europee. In questo arco di tempo piuttosto lungo (mediamente un vigneto può vivere fino a 20-30 anni) sono necessari svariati interventi.

Consenso wine – Cristina

con(senso)_per_vino_biologico.jpg.jpgSergio Pappalardo: un meridionale che da 10 anni svolge consulenze al Nord
“Ora voglio concentrarmi sulla Campania, quella biologica che punta ai vini senza solfiti”

36 anni, una laurea in Tecnologie Alimentari, una specializzazione in Scienze Viticole ed Enologiche, una forte passione per il mondo agricolo e naturale, fondatore del marchio con(senso)wine. Quest’anno Sergio Pappalardo si appresta a vivere la sua decima vendemmia da consulente e ci tiene a raccontare del suo approccio a questo mestiere.

“Non mi piace usare protocolli, ogni volta che scelgo di seguire una nuova azienda comincio con il conoscere a fondo la sua realtà. Ascolto il produttore, gli operai, cerco di comprendere ciò che si desidera, cosa non funziona, cosa si crede vada continuato a fare. Insomma il mio lavoro è certamente seguire la produzione vitivinicola, ma faccio bene attenzione a seguire l’azienda nella sua interezza. Non si può lavorare facendo finta che esista solo la vigna e la cantina. Esistono i principi, i miei, quelli delle persone con cui ho a che fare, quelli dei consumatori. E poi esiste l’ambiente che va tutelato nel rispetto della terra e del nostro futuro”.

PAPPALARDO02.JPGUna consulenza a 360° che comincia in Liguria, come mai?

“La vita è fatta anche di casualità. Una visita ad alcune aziende insieme a due colleghi che con me hanno seguito la specializzazione a Torino, eravamo alla scoperta della cosiddetta viticoltura eroica. E poi mi sono fermato per un po’… Oggi mantengo due consulenze, una a Monterosso nelle Cinque Terre ed una sulle colline di Chiavari in provincia di Genova. Nonostante siano anni che mi sono ristabilito in Campania, mantengo con piacere questi rapporti di lavoro e non nego che mi diverte essere un meridionale che porta consulenze al Nord. Quasi sempre succede il contrario…”.

Sembra che ci sia una vena ironica tra le tue parole…

“Si, in qualche modo. Nel senso che ho sempre “sofferto” la corsa delle aziende del Sud al consulente toscano o comunque che viene da lontano. Credo che sia solo un modo sciocco di pensare di riuscire nella propria impresa, senza considerare le grandi professionalità che abbiamo al Sud e le conoscenze delle nostre diversità. Spesso (ma non sempre) il consulente noto abbandona a se stessa l’azienda, limitandosi a inviare protocolli uguali per tutti. E’ importantissimo invece conoscere bene il territorio, proprio ora che ha grande valore l’enologia varietale. E poi oggi più che mai – per via di questo momento di crisi, il vino dev’essere sempre più autentico, cioè prodotto del territorio e della sua interpretazione, e non un vino-bevanda pienamente standardizzato in vista del mercato globale. Sarebbe una grande perdita identitaria sia per il vino che per il Made in Italy, considerato che la concorrenza mondiale è forte e il vino viene bevuto sempre in minor quantità”.

Ci spiegavi che non solo i vini possono essere standardizzati…

“E’ così, in effetti se ne parla poco ma altrettanto grave è la standardizzazione delle pratiche agronomiche che ha portato anche a costi insostenibili nella produzione delle uve. In parole povere anche per le vigne sono stati usati dei protocolli a prescindere dalle annate,dalle varietà, dai suoli. Niente di più sbagliato, che ha portato ad un circolo vizioso nell’uso di agro-farmaci e dunque all’impoverimento del patrimonio ambientale e all’indebolimento di ogni singola pianta a costi crescenti”.

E allora cosa si può fare?

“Io credo nel biologico. Purtroppo fin’ora l’approccio è stato uguale a quello standard, cioè sono state cercate delle soluzioni alternative ai prodotti di sintesi, mentre il biologico è soprattutto prevenzione. La vite è un essere vivente come il suolo da cui si sviluppa, ricco di microrganismi utili, quindi il biologico è volto prima di tutto a tutelare la loro salute in modo che possano autodifendersi, evitando la suscettibilità alle varie patologie. Anche per questo è importante che il consulente sia vicino all’azienda, la vigna va vissuta e osservata”.

Ma parliamo di vino, per te il non plus ultra è il senza solfiti, sei il primo enologo ad averne fatto uno in Campania!?

“Ho sempre fatto in modo di lavorare utilizzando al minimo i solfiti e solo quando necessario. L’obiettivo era – ovviamente – quello di eliminarli del tutto e ci sono riuscito con Tenute del Fasanella nella vendemmia 2010. 500 quintali di uva – l’intera produzione aziendale – sono stati vinificati senza uso di solfiti. Questo è stato possibile partendo da un’eccellente materia prima e da un maniacale lavoro in cantina. Il risultato è stato stupefacente, siamo di fronte a dei vini con un forte potenziale di antiossidanti che gli permette di non subire invecchiamenti precoci. Inoltre a questo punto posso smentire categoricamente che i senza solfiti perdano i profumi, credo sia una partita tutta da giocare e ancora da scoprire…”.

Solo aziende con vigne proprie, in conduzione biologica, senza uso di solfiti. Questi i tuoi principi, cosa aggiungeresti?

“Che per ottenere una buona qualità è davvero importante partire dalla vigna, e dunque non mi presterei a fare del vino da un prodotto che non conosco e che non ho seguito. La conduzione biologica interpreta bene il mio amore per l’ambiente ed il senza solfiti credo sia una scelta etica nei confronti dei consumatori”.

 

Per ulteriori info su Con(senso)wine
www.consensowine.it

Piccola magnum – Cose Buone

images.jpegLa casa francese Bollinger, ispirandosi agli antichi vetri del XIX secolo ritrovati nelle cantine della Maison, risalenti al 1846, lancia la sua nuova bottiglia, anche se è più corretto parlare di ” piccola magnum “.

Si è stabilito che questo formato esprime al meglio tutte le qualità di un grande vino quale lo Special Cuvée: infatti ha caratteristiche molto simili ad una magnum.

Il vetro ritrovato è una bottiglia che riportava ancora inciso l’anno: 1846. Bollinger ripensa alla sua bottiglia del futuro rinfrancando le sue salde radici col passato e con la tradizione, caratteristiche su cui da sempre si fonda questa Maison familiare.

Brandimarte Wine Collection un pezzo di storia di un talento artigianale italiano dell’ Oltrarno fiorentino – Cristina

foto brandi.jpgFreddo, lunare, gelido, ma anche vivo e sensibile, caldo, affascinante, la mano lo scalda e lo tempera, con gli occhi si culla e si esalta ma in mano si anima e vive…….è l’argento del Brandi.

 “..l’argento è da vivere, cucinare nell’argento, gustare la fragranza di un buon vino in un bicchiere d’argento può diventare un esperienza unica da non perdere…”

Oggi i figli Stefano e Giada ricordano il loro grande babbo nel portare avanti il messaggio del padre, messaggio comune a noi amici, ai quali ha lasciato un ricordo di fantasia, arte e artigianalità, genio e generosità, gli occhi infantili e birboni, gli leggevi persino lo stupore per essere diventato un grande maestro.

Decanter.jpgIn questi giorni che i figli hanno creato la linea Brandimarte Wine Collection   , mi sono venuti in mente, come flash back, ricordi passati, personaggi, Geo e Lalla, Beppe, Mara e Giancarlo, Nino e Giovanna, Silvano ed Elena, e gli amici che non ci sono più, amici cari del Brandi, cene con i suoi argenti, usati e buttati sulle fratine lunghe metri, a contenerci tutti, a capotavola con il suo colbacco che portava “per tutte le stagioni”. Il Brandi, che quando comprò un televisore lo rimandò brontolando perché “non c’erano film western!!!”

….il tuo è blu e ha una luce speciale….mi diceva compiaciuto, perché apprezzava e riscopriva gli oggetti del suo lavoro nelle case degli altri.

Grande Brandi, che, anticipando le moderne tendenze, ha insegnato il mestiere ai carcerati fiorentini con un accordo particolare con le Istituzioni per il loro reinserimento: entrò nel dolente mondo delle carceri, fatto di dolore e sfiducia del futuro, per insegnare un mestiere, creare posti di lavoro, dare una speranza al futuro di uomini, ritornati liberi.

Nasce diladdarno la sua “bottega”, una azienda che ben presto arriverà a dare lavoro ad un centinaio di operai artigiani; qui l’atmosfera è d’altri tempi, gli abitanti che si conoscono tutti e si chiamano per nome; Il fornaio, l’edicolante, la bottega del restauro, il doratore, il ciabattino che risuola le scarpe, l’ebanista: sono loro i protagonisti della vita di questo piccolo borgo. La città sembra lontana, qui siamo in Oltrarno, la parte meno conosciuta di Firenze dal turismo del mordi e fuggi, ma amata dai fiorentini in quanto non meno glamour, fatta da botteghe e fondi, tra un bociare che è quasi un leit motive affascinante, un base musicale al tran tran cittadino, “le botteghe” dei maestri d’arte dei mestieri dimenticati, tramandati, nozioni apprese da padre al figlio, locali e magazzini appartati, discreti, quasi nascosti.
La filosofia del Brandi, dell’uso dell’argento,  è stata semplice e innovativa: abbandonare il ruolo degli oggetti d’argento che avevano un uso esclusivamente ornamentale per portarli alla quotidianità, ma non per esibirli come ricchezza o status simbol, ma una produzione di oggettistica da mettere in tavola, usarla in maniera naturale, pentole e coperchi, ceste, mezzine e romaioli, le vecchie brocche  del latte, piatti e bicchieri, copiati dalla natura e dalla campagna che amava, la terra come tema ispiratore, con le sue spighe di grano, le ulive e le viti, ceselli di frutta, novello Cellini, fra tradizione e contemporaneità.
Il suo essere anfitrione nella fattoria “Il Milione” sul poggio di Giogoli, non lontano dalla Certosa, sempre circondato da un mondo di affetti e di ammirazione, un ironico e ospitale padrone di casa.

Oggi i fratelli  Brandimarte, Giada e Stefano, che sono cresciuti con gli insegnamenti morali e artistici del padre, e hanno portato l’azienda ad essere conosciuta in tutto il mondo, presentano una linea di bicchieri da tavola,  la Brandimarte Wine Collection, una collezione creata per esaltare i profumi del vino, un’esperienza straordinaria, in quanto questo metallo ha proprietà uniche nella capacità di valorizzare il gusto e i sapori del vino più importante.
Decanter dalle forme raccolte per favorire l’ossigenazione del vino e conservare intatti limpidezza e sapori, bicchieri da vino realizzati con il prezioso aiuto di professionisti enologi, nel pieno rispetto del rapporto volumetrico-ossigenativo, ed esaltando la sottile percezione dell’argento.

Alcune opere di Brandimarte

•    Riproduzione in argento dell’anfora di Baratti, consegnata al Presidente della Repubblica Italiana On. Francesco Cossiga (1997)

•    Candelieri giganti (2 metri) e tavoli in malachite, lapislazzuli e argento per emiri e principi arabi.

•    Candelieri a 9 fiamme conservati presso il Museo di Antropologia di Gerusalemme

•    Calici destinati al Santo Padre, Papa Giovanni Paolo II in occasione della sua visita a Firenze.

•    Trofei in argento destinati alla Premiazione del Motomondiale

•    Riproduzione in argento di zanne di elefante e teste di bufalo arredano tutti gli show room dello stilista fiorentino Stefano Ricci nel mondo (Hong Kong, Mosca, New York, Montecarlo, Costa Smeralda)

Di Giada Guscelli Brandimarte
L’argento è un potente antibiotico naturale usato per migliaia di anni.
Le proprietà mediche dell’argento erano già conosciute ai tempi dell’antica Grecia. Si era notato che nelle famiglie in cui si mangiava utilizzando utensili in argento ci si ammalava meno e le infezioni erano rare.

Questa conoscenza si è tramandata tra Re, Imperatori, Zar, Sultani, tra I loro familiari e tra I membri di corte. Si mangiava su piatti in argento, si utilizzavano posate in argento, il cibo veniva conservato in contenitori d’argento e, nel tempo, delle piccole quantità d’argento si mescolavano ai cibi.
Così si è osservato che dopo una o due generazioni, I benefici dell’argento rendevano praticamente immuni a qualsiasi malattia infettiva. Questi lignaggi reali venivano chiamati “Sangue Blu” per la caratteristica tinta bluastra del loro sangue dovuta alle tracce minime di argento puro.
Firenze, ricordo del Brandi di Cristina Landini Vannuzzi

Carpenè Malvolti lusinghiere performances nel 2012 – Ufficio stampa Carpenè Malvolti

Le bollicine Made Italy premiate dalle nuove modalità di consumo

Venti milioni di euro di fatturato, 5,4 milioni di bottiglie prodotte e trend con il segno più per Carpenè Malvolti. La storica azienda spumantistica di Conegliano, ha chiuso il 2012 con un bilancio lusinghiero su tutti i fronti: +8% di incremento in Italia e addirittura +11% nelle vendite all’estero, ovvero oltre 50 paesi dove si concentra il 55% dei volumi prodotti. Nonostante la congiuntura economica e la relativa contrazione dei consumi di beni soprattutto voluttuari, cresce dunque sia sul mercato interno che su quello estero, l’affezione a questo prodotto di qualità eccellente, simbolo di una convivialità informale e non impegnativa, che si presta ad essere consumato ad ogni ora e in qualunque situazione nell’arco della giornata.

“Un trend che rispecchia pienamente l’andamento generale del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG: +12,6% in volume e +10,2% in valore – ha commentato il Global Sales & Marketing Director di Carpenè Malvolti Domenico Scimone – a riprova del crescente apprezzamento del prodotto sulle varie aree,  da quelle più tradizionali come Germania, Regno Unito, Svizzera, Stati Uniti, Austria, Canada, Giappone a quelle in via di espansione come il mercato sudamericano fino a quelle emergenti come la Russia, l’area asiatica e oceanica. Tale aumento è dovuto al continuo e crescente apprezzamento a questo vino da parte del consumatore nazionale ed internazionale, dell’alta qualità del Prosecco Superiore e anche a una revisione delle modalità di consumo che ha eletto il Prosecco vero e proprio “Italian Lifestyle Symbol” da servire in ogni occasione e non più soltanto in prossimità delle festività o di particolari ricorrenze”.

Sdoganata ormai da tempo quindi nell’immaginario collettivo la riserva a consumare vini spumanti solo in particolari occasioni, al Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG si sono avvicinati nuovi target di consumatori – in particolare i giovani – che gli riconoscono un appeal molto easy, gioviale e allo stesso tempo raffinato eleggendolo il principe referente dell’happy hour – e le donne, sempre più coinvolte e protagoniste nelle scelte tipologiche del vino e delle relative occasioni di consumo, conquistate dalla fresca beva e dalla finezza del perlage oltre che dal suadente e delicato bouquet di aromi fruttati e floreali.

Un exploit che ha riguardato soprattutto i mercati internazionali, dove l’approccio con il prodotto Prosecco è cambiato soprattutto negli ultimi anni e dove si sono registrati gli incrementi maggiori. Tuttavia, i risultati di questo significativo sviluppo non sono certamente ascrivibili ad un effetto “moda dei consumi”, bensì ad un fenomeno dalla significativa portata – 240 milioni le bottiglie vendute nel mondo tra DOCG e DOC – che tenderà a consolidarsi e svilupparsi ulteriormente nel tempo. Lo testimonia il fatto che, nella fattispecie del Prosecco Superiore DOCG – di cui la Carpenè Malvolti è tra i principali protagonisti e ambasciatori –  la produzione totale, oggi di circa 69 milioni di bottiglie, ha fatto registrare una crescita del 74% negli ultimi dieci anni.

 
Le lusinghiere performance di Carpenè Malvolti nel 2012, sono state accompagnate inoltre da una soddisfacente “vendemmia” di premi che hanno arricchito il già pingue palmares della casa spumantistica di Conegliano: ben 32 infatti i riconoscimenti che giurie di esperti, assaggiatori e winelovers sia italiani che internazionali, hanno conferito alle bollicine dello storico marchio nell’anno che si è concluso da poco, e a cui va aggiunta la prestigiosa partecipazione – tra i vini selezionati come top ten dell’enologia italiana – degli spumanti Carpenè Malvolti in veste di fornitore ufficiale di Casa Italia alle Olimpiadi di Londra, e con cui gli atleti azzurri medagliati hanno festeggiato i loro successi sul podio. Per il futuro Carpenè Malvolti ha in atto il progetto strategico di innovazione condotto dall’ingresso ufficiale al timone dell’azienda di Famiglia, della quinta generazione dei Carpenè, Rosanna, prima donna candidata a guidare questa realtà che ha fatto la storia del Prosecco e che si avvicina a raggiungere il traguardo dei 150 anni di attività. A lei, la regia per proiettare la Carpenè Malvolti in un nuovo modo di comunicare, andando a intepretare le nuove modalità di consumo e i gusti delle nuove generazioni oltre che dei nuovi mercati su cui le bollicine italiane stanno trovando ampi consensi.
 
 
Ufficio Stampa Carpenè Malvolti SpA

Marte Comunicazione snc di Marzia Morganti Tempestini & C.

Tel 335 6130800 Email marzia.morganti@gmail.com

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Il Cabernet Franc – Ais Lecco

Il Cabernet Franc è uno vitigni a bacca rossa più famosi al mondo e, grazie i suoi 45 mila ettari di allevamento complessivi, uno dei venti vitigni più diffusi in assoluto.
Possiamo trovare il Cabernet Franc praticamente in ogni continente: dagli Stati Uniti al Sud Americ…a (Brasile, Cile), dalla Russia al Sud Africa, fino all’Australia, senza dimenticare l’Europa dove è diffuso massicciamente in Germania, Slovenia, Ungheria e soprattutto in Italia e in Francia, dove si contano rispettivamente 7 e 35 mila ettari di vigneto destinati alla sua coltivazione. Le sue terre d’elezione, è risaputo, si trovano nel sud e centro ovest della Francia; quello che forse non tutti sanno, però, è che le sue origini più antiche, a dispetto del nome, non affondano le radici in questo Paese, bensì in Spagna.
Infatti, secondo gli studi del francese Guy Levignac, uno dei massimi esperti di ampelografia nella regione bordolese, il Cabernet Franc, appartenente alla famiglia del vitigno Carmenet di cui rappresenta l’esemplare più vicino alle varietà selvatiche, sarebbe originario del versante iberico della catena dei Pirenei. Solo in un secondo momento sarebbe stato introdotto nel sud ovest della Francia grazie ai devoti di ritorno dai pellegrinaggi a Santiago di Compostela: stabilitosi inizialmente nel nord dell’Aquitania, dove incontrò da subito condizioni climatiche e del suolo favorevoli, il Cabernet Franc si diffuse in breve tempo in tutta la regione, spostandosi anche più a sud, verso gli attuali dipartimenti della Garonne e delle Landes.

Anche riguardo la sua successiva introduzione nella valle della Loira restano aperti diversi interrogativi.
Stando ad alcune fonti storiche, questo vitigno sarebbe stato portato sulle sponde della Loira all’inizio del XVII secolo dal Cardinale Richelieu; secondo altre, invece, il responsabile sarebbe un altro uomo di Chiesa, l’abate Breton, da cui potrebbe derivare il nome che anticamente identificava il Cabernet Franc in questa regione: “plant breton”. Tutto sembrerebbe coincidere se non fosse che, già un secolo prima, Rabelais avesse citato in un suo scritto il “bon vin breton” che si beve a Chinon, sua città natale.

Comunque siano andate le cose, in questi luoghi, negli attuali dipartimenti della Loira, tra i comuni di Anjou, Saumur, Chinon e Bourgeuil, il Cabernet Franc ha trovato, ancor più che nei territori del bordolese, le condizioni ottimali per prosperare: clima temperato, fresco, con estati calde e mediamente lunghe, terreni argillosi e in alcuni casi sabbiosi che, in assenza di periodi di siccità prolungati, consentono un adeguato apporto d’acqua. Contrariamente a quanto avviene nel sud della Francia, dove il Cabernet Franc è vinificato prevalentemente in uvaggio, in queste particolari condizioni esso esprime al meglio i tipici aromi primari erbacei e fruttati se vinificato in purezza: il Saumur-Champigny e Le Clos de Neuilly sono solo due degli eccellenti vini di questa regione.

WEB site: www.aislecco.com

Champagne Bollinger Rosè Magnum lt. 1,5 – Vinoteca Perugia San Sisto

Bollinger Rosè Magnum lt. 1,5.jpgProduttore BOLLINGER AY Champagne Francia

Bollinger Rosé è quindi innanzitutto un grande vino: complesso, elaborato in modo attento e rigoroso, passionale.
Questa Cuvée assembla in pari quantità le ultime due annate di vendemmia, ma lo è anche per l’espressione del vino rosso che la compone, quel 5% di Pinot Noir proveniente dalla Cote aux Enfants, celebre vigneto dal quale per anni Bollinger ha prodotto il vino rosso fermo.

Diam Bouchage Presenta il suo sito interner

TAPPO DIAM.jpgDiam Bouchage, leader internazionale nel settore del sughero tecnologico, si dota di un sito Internet completamente rinnovato per rispondere in maniera completa alle necessità dei  suoi clienti. Disponibile in 5 lingue, questo nuovo sito internazionale (www.diam-cork.com)  presenta tutte le novità della società (novità sui prodotti, fiere ed eventi…) che ha costruito la sua notorietà su una soluzione di tappatura rivoluzionaria che, grazie a un procedimento brevettato di purificazione del sughero, garantisce l’assenza di deviazioni organolettiche.

Altra novità del sito : i contenuti arricchiti. I professionisti possono trovarvi tutte le risposte alle loro domande grazie alla presentazioni delle diverse gamme: Diam, Mytik e Altop Diam. L’occasione di scoprire il procedimento di fabbricazione ed i vantaggi dei tappi DIAM, che ne fanno il loro successo.

Un successo confermato da numerose testimonianze di clienti presenti sul sito con  video interviste, nelle quali essi spiegano le ragioni della loro scelta a favore di Diam. Tra i numerosi interventi, personalità e aziende prestigiose: Michel Rolland, Billecart-Salmon (François Domi – Champagne), CVBG Dourthe Kressman (Patrick Jestin – Bordeaux), La Rural (Mariano Di Paola – Argentine). Per l’Italia, Chiara Soldati (La Scolca – Gavi) e Paolo Bisol (Ruggeri –  Valdobbiadene). Ma la lista è destinata ad arricchirsi.

 

Con questo nuovo sito più moderno e di facile consultazione, con  un’ergonomia ottimizzata, l’utilizzatore beneficia di una navigazione più fluida. Dotato di una nuova identità, il sito offre ai visitatori tutti i contatti dell’equipe commerciale, ma anche le principali informazioni sulla società come i numeri e la presenza mondiale.

 

* TCA rilasciabile (≤ al limite di quantificazione 0,3 ng/l)

 

DIAM SUGHERI SRL

Reg. San Vito nr. 88

14042 CALAMANDRANA – AT

r@diamsugheri.it

 

Ufficio stampa Italia

Marte Comunicazione snc

Via Pietro Grocco 5 59100 Prato

www.martecomunicazione.com

DiWineTaste compie 10 anni

DiWineTaste compie 10 anni
e continua a crescere con un nuovo programma fitto di eventi
dedicati alla cultura del vino

Milano, 5 dicembre 2012 – DiWineTaste, pubblicazione mensile di cultura e informazione enologica, chiude con successo l’anno 2012 festeggiando i primi 10 anni di vita.

La rivista online, che conta una media di 155.000 lettori al mese, fondata e diretta da Antonello Biancalana dal 2002, ha sempre guardato oltre il presente per offrire ai propri lettori la migliore informazione e i più eccellenti servizi legati al mondo dell’enogastronomia.

Grazie alla competenza e alla passione del direttore, i temi trattati dalla pubblicazione sono, e continueranno ad essere, vino, acquavite, tè, birra, caffè, formaggio e olio d’oliva.
Articoli di aggiornamento sui prodotti, servizi sullo scenario e sulle tendenze, ricche schede tecniche della Guida dei Vini, video interviste a importanti protagonisti del mondo enologico, compongono il giornale senza mai annoiare il lettore che può inoltre svagarsi tra sondaggi, test, EnoGiochi, forum e luoghi dove ristorarsi e bere vino.

“Questi primi 10 anni sono stati ricchi e densi di soddisfazione grazie anche al supporto, al coinvolgimento e all’interattività dei nostri lettori in continua crescita, consentendo loro di poter conoscere di persona i principali protagonisti del mondo del vino attraverso i nostri eventi e seminari”. Commenta Antonello Biancalana, direttore DiWineTaste. “Siamo consapevoli che ci attendono nuove sfide in un contesto in rapido evoluzione e per questo vogliamo essere pronti a dialogare sempre di più con il nostro pubblico di riferimento offrendo nuovi servizi e nuovi occasioni di incontro”.
 
Sezione rilevante della rivista sono gli eventi-corsi – a oggi se ne contano oltre 200 – che si tengono principalmente a Perugia, in collaborazione con “La Locanda dei Golosi”, e che si espandono in varie parti d’Italia coinvolgendo nomi e cantine altamente prestigiose.
Recenti sono i seminari di degustazione “Cinque Diamanti” inaugurati a Milano lo scorso novembre con un appuntamento dedicato alla degustazione del grande Sagrantino di Montefalco della cantina Arnaldo Caprai.
Il 2012 si conclude con un evento che avrà come illustre ospite Donatella Cinelli Colombini, regina del Brunello di Montalcino, e i vini del suo Casato Prime Donne, cantina tutta al femminile. Per l’occasione sarà presentato e degustato per la prima volta il Brunello di Montalcino, anteprima Riserva 2007.
La pubblicazione, edita in italiano e in inglese, sta già lavorando al programma di seminari ed eventi per il 2013 e che coinvolgerà, come già accaduto in questi dieci anni, i principali protagonisti dello scenario enologico e brassicolo.

L’ultima novità è stata inaugurata a ottobre con il canale podcast in italiano e in inglese, con trasmissioni condotte da Antonello Biancalana, direttore della pubblicazione DiWineTaste, e che affrontano argomenti legati al mondo del vino, delle uve, dei territori, della degustazione sensoriale, oltre ai produttori e alle loro eccellenze.

Infine, grazie allo sviluppo dell’applicazione DiWineTaste per Android (in attesa di quella per iPhone), oggi è possibile leggere la rivista e utilizzare i principali servizi riservati ai lettori del giornale, compreso l’ascolto del podcast, direttamente dal proprio smartphone o tablet.

DiWineTaste
È una pubblicazione mensile online di cultura e informazione enologica in italiano e in inglese, che conta una media di 155.000 lettori al mese. Diretta e fondata nel 2002 da Antonello Biancalana, a oggi ha recensito oltre 4200 vini e 230 distillati. Da più di 10 anni organizza mensilmente per i propri lettori eventi enogastronomici con le più importanti cantine e birrifici d’Italia, oltre a corsi di degustazione sensoriale. Nel settembre 2012, pubblica la propria applicazione per smartphone e tablet Android. È attivo l’account Twitter @diwinetaste.
http://www.diwinetaste.com.

Contatti:
Ufficio stampa:
GiffoniPR – PR&Communications
Elena Giffoni
M: +39 347 2626681
E: elena.giffoni@giffonipr.com

All’Iwsc il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Speriore Docg Cuveè Extradry eletto miglior prosecco dell’anno – Ufficio Stampa Carpenè Malvolti SpA

Carpenè Rosanna alla premiazione.pngAll’Iwsc Carpenè Malvolti con il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Speriore Docg Cuveè Extradry eletto miglior prosecco dell’anno e premiato con medaglia d’oro Rosanna Carpenè ritira il premio al Guildhall di Londra
 
 
Londra, 19 novembre 2012.- Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Cuvée Extra Dry Carpenè Malvolti eletto Miglior Prosecco dell’anno all’International Wine & Spirits Competition di Londra, concorso internazionale fondato nel 1969 ed oggi presieduto da Mauricio González Gordon, considerato il più importante al mondo nel suo genere con  lo scopo di promuovere la qualità e l’eccellenza dei migliori vini e liquori. Questo e’ il quarantaquattresimo anno che si tiene questa importante competizione a cui partecipano 90 Paesi con oltre 8000 vini che vengono degustati da una Commissione di giudici internazionali dimparticolare prestigio, che ha assegnato al Prosecco DOCG della Carpenè Malvolti anche la Medaglia d’oro,  premiando per ben due volte nella stessa edizione lo spumante della cantina che ha dato i natali al Prosecco. Una performance di alto livello dunque per la cantina di Conegliano, leader storica della produzione spumantistica che, attraverso le generazioni avvicendatesi alla guida dell’azienda fino ad oggi, ha significativamente caratterizzato lo sviluppo e la diffusione del Prosecco a livello mondiale.
 
A ricevere il premio durante la cerimonia, i migliori produttori del mondo alla presenza di addetti ai lavori e stampa internazionale. Alla premiazione tenutasi a Londra ieri sera al The Livery Hall del Guildhall, ha presenziato Rosanna Carpenè rappresentando la quinta generazione della dinastia più longeva della spumantistica italiana.

 La quinta generazione della dinastia più longeva del “Prosecco”, Rosanna Carpenè, mentre riceve il premio per il Miglior prosecco dell’anno a Londra
 
“Sono molto felice ed orgogliosa di poter ritirare questo importante riconoscimento – ha commentato Rosanna Carpenè – perché rappresenta un ulteriore premio all’impegno e alla lungimiranza che la mia famiglia ha da sempre profuso per offrire il miglior Prosecco. Dal mio trisavolo Antonio Carpenè Senior fino a mio padre Etile, ognuno ha scritto pagine indelebili nella produzione spumantistica e del Prosecco che oggi in tutto il mondo identifica il nostro territorio, oltre che l’eccellenza di un vitigno e di un vino pregiato. Ogni anno riceviamo numerosi riconoscimenti, ma quest’ultimo assume per la mia famiglia un significato particolare proprio perché la Carpenè Malvolti è da 144 anni una realtà simbolo per il Prosecco, dove tradizione e innovazione convivono perfettamente per produrre un vino che ogni giorno supera se stesso. Il mio impegno sarà quello di portare il Prosecco DOCG e il teRritorio veneto con la sua bellezza e la sua cultura, sempre di più alla ribalta internazionale per condividerlo e diffonderlo attraverso  le giovani generazioni.”

 
 
Ufficio Stampa Carpenè Malvolti SpA
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Il primo “Cinque Diamanti DiWineTaste” concluso con successo

Seminario_CinqueDiamanti_DiWineTaste_bassa.jpgIl primo “Cinque Diamanti DiWineTaste” concluso con successo
apre le porte ai prossimi appuntamenti

Bere vino in modo consapevole diventa passione grazie a DiWineTaste.
 
DiWineTaste, pubblicazione mensile di cultura e informazione enologica, ha inaugurato con grande successo i seminari Cinque Diamanti DiWineTaste per enoappassionati, avviati domenica 11 novembre a Milano.

Il primo appuntamento, svolto con grande passione, ha visto come ospite d’onore e di eccezione, il grande Sagrantino di Montefalco della cantina Arnaldo Caprai, che più volte è stata capace di conquistare il massimo riconoscimento dalla commissione di degustazione di DiWineTaste.

I vini oggetto del seminario sono stati il Montefalco Rosso Riserva 2007 – da uve Sangiovese, Sagrantino e Merlot – il Sagrantino di Montefalco Collepiano 2008 e il Sagrantino di Montefalco 25 Anni 2007.

I due Sagrantino, degustati con la tecnica comparativa, hanno consentito ai partecipanti di comprendere le caratteristiche principali della grande uva rossa di Montefalco, mettendo in risalto come un solo chilometro di distanza fra i vigneti – e le diverse condizioni ambientali, microclimatiche ed enologiche – possano portare alla creazione di due vini molto diversi da loro, nonostante entrambi prodotti con la stessa uva. Il seminario e la degustazione dei vini sono stati condotti da Antonello Biancalana, che ha inoltre illustrato le principali tecniche di degustazione sensoriale e la loro applicazione al Sagrantino.

A raccontare il territorio di Montefalco e l’uva Sagrantino, il dott. Mattia dell’Orto, responsabile dei programmi di ricerca della cantina Arnaldo Caprai. Il seminario ha avuto come protagonisti, non solo due Sagrantino, ma anche l’altro prestigioso rosso che si produce in questo territorio: il Rosso di Montefalco. Mattia dell’Orto ha condotto i partecipanti alla scoperta della grande uva di Montefalco, sottolineando le sue qualità uniche e storiche, fra queste, la caratteristica dominante del Sagrantino e del suo elevato contenuto di polifenoli, e come questi influiscano le fasi viticolturali, enologiche e sensoriali. Il percorso di studio ha inoltre trattato la storia della cantina, ripercorrendo le fasi che hanno consentito ad Arnaldo e Marco Caprai di raggiungere i più ambiti e prestigiosi traguardi a livello planetario. Questo successo, ottenuto da una brillante lungimiranza viticolturale e imprenditoriale, è stato raggiunto anche grazie dalla pluridecennale collaborazione con il Dipartimento di Produzione Vegetale dell’Università Statale di Milano e al lavoro svolto dalla squadra di ricerca guidata dal prof. Leonardo Valenti.

DiWineTaste
È una pubblicazione mensile online di cultura e informazione enologica in italiano e in inglese, che conta una media di 155.000 lettori al mese. Diretta e fondata nel 2002 da Antonello Biancalana, a oggi ha recensito oltre 4100 vini e 200 distillati. Da più di 10 anni organizza mensilmente per i propri lettori eventi enogastronomici con le più importanti cantine e birrifici d’Italia, oltre a corsi di degustazione sensoriale. Nel settembre 2012, pubblica la propria app per smartphone e tablet Android. http://www.diwinetaste.com.

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I primi 40 anni del Consorzio Vini Doc Colli Euganei

collieuganei1.jpg4 novembre 2012

Grandi festeggiamenti in arrivo
per il 40 compleanno
del Consorzio Vini Doc Colli Euganei.

In programma per il 4 di novembre una giornata di incontri, momenti conviviali e degustazioni che troveranno ancora più risonanza all’interno del cartellone dell’altrettanto attesa Mostra Vini di Luvigliano.

I festeggiamenti cominceranno nella barchessa della splendida Villa dei Vescovi con la tavola rotonda intitolata “40 anni per i Colli Euganei” e sarà l’occasione per ripercorrere le tappe fondamentali della vita consortile, quale spaccato rappresentativo della vita di tutta la viticoltura euganea.
Maggiori dettagli  cliccando qui potete visitare le pagine web di questa realtà sempre più in ascesa nel mondo dell’enologia italiana e fra gli appassionati del buon bere.
Che proprio nel pomeriggio di domenica 4 novembre, dalle 14 alle 19 potranno degustare i vini Doc e Docg degli Euganei ai banchi d’assaggio insieme ai produttori.

IL Consorzio Vini Doc Colli Euganei sarà ben lieto di avervi graditi ospiti domenica 4 Novembre a Luvigliano di Torreglia a Fai-Villa Vescovi

Bollinger 002 for 007: lo Champagne dedicato a James Bond – Vinoteca Perugia San Sisto

Bollinger 002 for 007.jpgBollinger 002 for 007: lo Champagne dedicato a James Bond
Edizione Limitata per i 50 anni dei film di James Bond 007
Champagne Bollinger Grand Année 2002
Il Grande Année non viene elaborato se non in presenza di annate eccezionali, ed è per questo che il Grande Année esprime l’eccellenza Bollinger. Poiché in questo Champagne si ritrova il carattere particolare dell’annata che l’ha visto nascere, esso è anche il frutto dello stile Bollinger, del suo territorio d’eccezione e dei suoi metodi tradizionali di elaborazione. Il Grande Année sviluppa dunque una maestosa vinosità, degli aromi intensi, ricchi e complessi. La sua tonalità varia a seconda della natura del “millésime”.
E’ costitutita in media da: 60% Pinot Nero (35% di AY) che conferisce vinosità e complessità 35% Chardonnay che aggiunge finezza ed eleganza
Le uve provengono per il 100% da Vigneti Grands e Premiers Crus.
I principali sono: Pinot Nero: AY, Bouzy, Verzenay, Louvois e Mareuil s/AY Chardonnay: Le Mesnil s/Oger, Oger, Cuis, Cramant e Chouilly.
La prima fermentazione dei vini viene effettuata in botti di rovere cru per cru, vitigno per vitigno. Sono utilizzate solo vecchie botti (5 anni e più) in modo da non conferire ne’ tannini ne’ sapori di legno. Il vantaggio è quello di rinforzare la complessita’ aromatica e il potenziale d’invecchiamento dei vini.
La Grande Annee matura sui lieviti per minimo 5 anni prima della sboccatura, con tappatura in sughero che permette ai vini di non subire un’ossidazione troppo elevata, garantendo cosi’ una notevole freschezza.
Riposa in cantina per minimo 3 mesi prima della spedizione.

Vinoteca Perugia San Sisto
San Sisto 57
San Sisto (PG)

Il trofeo Divinando 2012 alla delegazione Fisar di Varazze – Ufficio stampa Carpenè Malvolti

La premiazione dell’eventi realizzato in collaborazione con Carpenè Malvolti si è svolta nella splendida cornice del casinò di Venezia
 
Al secondo e terzo posto rispettivamente le delegazioni Fisar di Firenze e Livorno

Nella stessa serata eletto anche il Miglior Sommelier Fisar 2012

E’ la delegazione ligure di Varazze (Savona) ad aggiudicarsi il Trofeo Divinando 2012, organizzato da Fisar Nazionale in collaborazione con la storica casa spumantistica di Conegliano Carpenè Malvolti. La premiazione del concorso si è svolta sabato 13 ottobre nella splendida cornice del ristorante Wagner all’interno del Casinò Municipale di Venezia, in occasione dell’Assemblea elettiva Fisar per il rinnovo delle cariche nazionali, circondata dalle note wagneriane in sottofondo, dai suggestivi affreschi e dagli imponenti lampadari alla presenza di ospiti illustri come il noto inviato del Tg1 Antonio Caprarica.

A comporre la squadra vincente di Varazze i sommelier Antonio Zinno, Marco Barisione, Massimo Volpe, Giovanni Valentini e Marina Arabello. Piazza d’onore per la Delegazione Fisar di Firenze, composta da Livio Del Chiaro, Bianca Ciatti, Leonardo Finetti, Anna Paola Coppi e Marco Nardi, mentre il terzo gradino del podio è stato anch’esso per un team toscano, la delegazione di Livorno composta dal campione nazionale uscente Luca Canapicchi, con Arianna Setzu, Ilaria Agostinelli, Riccardo Margheri e Davide Cecio. Una manifestazione, quella organizzata dalla Fisar Nazionale in collaborazione con Carpenè Malvolti, che ogni anno riscuote grande interesse tra le varie delegazioni impegnate sempre in una preparazione accurata lunga mesi in vista di questo importante Trofeo.

 

“Siamo lieti di poter festeggiare ancora una volta insieme alla grande famiglia della Fisar un momento così importante – ha commentato Rosanna Carpenè, quinta generazione della dinastia più longeva della spumantistica italiana – non soltanto perchè crediamo sia un importante trampolino di lancio per i sommelier, ma anche perchè siamo consapevoli di quanto sia importante la loro figura e il loro ruolo per il mondo del vino. E’ grazie a loro se oggi abbiamo imparato in un certo senso a “comunicare il vino”, in primo luogo facendolo conoscere in tutte le sue caratteristiche e poi insegnando a degustarlo nel modo migliore. Per questo ci tengo a ribadire -aggiunge Rosanna Carpenè – quanto la mia famiglia sia onorata  nel condividere questa collaborazione con la Fisar”.

 

La finale del concorso, così come tutte le fasi dell’Assemblea, si sono svolte all’interno del prestigioso Laguna Palace Hotel di Mestre e a contendersi il titolo insieme alle tre squadre che si sono disputate la finalissima, anche due delegazioni di Castelli di Jesi e una di Bareggio. Nel corso della stessa serata, la Fisar ha incoronato anche il Miglior Sommelier dell’anno 2012 Trofeo Rastal: ad imporsi su altri dieci concorrenti provenienti da tutta Italia è statoFilippo Franchini, rappresentante della delegazione Antica Terra Siena Valdelsa.

 

Foto in allegato:

– Rosanna Carpenè e l’inviato del TG1 Antonio Caprarica brindano al Casinò di Venezia

– Rosanna Carpenè (al centro) con tutti i finalisti del Trofeo Divinando 2012. Al centro vicino a Rosanna, il capitano della delegazione di Varazze con il Trofeo.

 
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IL TROFEO DIVINANDO 2012 ALLA DELEGAZIONE FISAR DI VARAZZE

LA PREMIAZIONE DELL’EVENTO REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON CARPENE’ MALVOLTI SI E’ SVOLTA NELLA SPLENDIDA CORNICE DEL CASINO’ DI VENEZIA

 

Al secondo e terzo posto rispettivamente le delegazioni Fisar di Firenze e Livorno

Nella stessa serata eletto anche il Miglior Sommelier Fisar 2012
 

E’ la delegazione ligure di Varazze (Savona) ad aggiudicarsi il Trofeo Divinando 2012, organizzato da Fisar Nazionale in collaborazione con la storica casa spumantistica di Conegliano Carpenè Malvolti. La premiazione del concorso si è svolta sabato 13 ottobre nella splendida cornice del ristorante Wagner all’interno del Casinò Municipale di Venezia, in occasione dell’Assemblea elettiva Fisar per il rinnovo delle cariche nazionali, circondata dalle note wagneriane in sottofondo, dai suggestivi affreschi e dagli imponenti lampadari alla presenza di ospiti illustri come il noto inviato del Tg1 Antonio Caprarica.

 

A comporre la squadra vincente di Varazze i sommelier Antonio Zinno, Marco Barisione, Massimo Volpe, Giovanni Valentini e Marina Arabello. Piazza d’onore per la Delegazione Fisar di Firenze, composta da Livio Del Chiaro, Bianca Ciatti, Leonardo Finetti, Anna Paola Coppi e Marco Nardi, mentre il terzo gradino del podio è stato anch’esso per un team toscano, la delegazione di Livorno composta dal campione nazionale uscente Luca Canapicchi, con Arianna Setzu, Ilaria Agostinelli, Riccardo Margheri e Davide Cecio. Una manifestazione, quella organizzata dalla Fisar Nazionale in collaborazione con Carpenè Malvolti, che ogni anno riscuote grande interesse tra le varie delegazioni impegnate sempre in una preparazione accurata lunga mesi in vista di questo importante Trofeo.

 

“Siamo lieti di poter festeggiare ancora una volta insieme alla grande famiglia della Fisar un momento così importante – ha commentato Rosanna Carpenè, quinta generazione della dinastia più longeva della spumantistica italiana – non soltanto perchè crediamo sia un importante trampolino di lancio per i sommelier, ma anche perchè siamo consapevoli di quanto sia importante la loro figura e il loro ruolo per il mondo del vino. E’ grazie a loro se oggi abbiamo imparato in un certo senso a “comunicare il vino”, in primo luogo facendolo conoscere in tutte le sue caratteristiche e poi insegnando a degustarlo nel modo migliore. Per questo ci tengo a ribadire -aggiunge Rosanna Carpenè – quanto la mia famiglia sia onorata  nel condividere questa collaborazione con la Fisar”.

 

La finale del concorso, così come tutte le fasi dell’Assemblea, si sono svolte all’interno del prestigioso Laguna Palace Hotel di Mestre e a contendersi il titolo insieme alle tre squadre che si sono disputate la finalissima, anche due delegazioni di Castelli di Jesi e una di Bareggio. Nel corso della stessa serata, la Fisar ha incoronato anche il Miglior Sommelier dell’anno 2012 Trofeo Rastal: ad imporsi su altri dieci concorrenti provenienti da tutta Italia è statoFilippo Franchini, rappresentante della delegazione Antica Terra Siena Valdelsa.

 

Foto in allegato:

– Rosanna Carpenè e l’inviato del TG1 Antonio Caprarica brindano al Casinò di Venezia

– Rosanna Carpenè (al centro) con tutti i finalisti del Trofeo Divinando 2012. Al centro vicino a Rosanna, il capitano della delegazione di Varazze con il Trofeo.

 
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E’ l’ora delle grapperie aperte – Ufficio Stampa Grapperie Aperte 2012

foto grappa su sfondo alambicco.jpgDomenica 7 ottobre 2012

34 distillerie di tutta Italia 

Il conto alla rovescia è iniziato: mancano pochi giorni alla nona edizione di Grapperie Aperte, l’imperdibile appuntamento annuale organizzato per domenica 7 ottobre dall’Istituto Nazionale Grappa. In 34 distillerie di tutta Italia, si scaldano gli alambicchi e si ultimano i preparativi per accogliere il pubblico di appassionati e curiosi che ogni anno accorrono numerosi a questo appuntamento per conoscere e degustare, toccando con mano, il fascino dell’arte distillatoria, la magia che avvolge il mondo della grappa. 

DISTILLERIA.jpg“E’ un’opportunità imperdibile per capire quanta passione, esperienza, lavoro ed arte sono necessari in una grapperia affinché il maestro distillatore stilli una goccia della nostra preziosa acquavite di bandiera – spiega il neopresidente dell’Istituto Nazionale Grappa Elvio Bonollo –  un distillato tutto da scoprire e sempre in evoluzione, capace di distinguersi per un profilo sensoriale che oggi è in grado di dar filo da torcere anche ai più blasonati distillati internazionali. Ma è una importante occasione anche per le distillerie, che partecipano all’iniziativa con l’intenzione di far conoscere la propria realtà e ciò che distingue la propria grappa da tutte le altre. Gli ospiti infatti scopriranno visitando più distillerie che non esistono due grappe uguali, che ciascun distillatore ha i propri segreti e crea la propria opera d’arte con grande orgoglio, pronto a raccontare un mondo inedito ed appassionante in cui si respira il profumo della tradizione e della storia del territorio.Un modo per dimostrare che il mondo della grappa ha infinite sfumature e peculiarità, ma è unito ed accomunato da un patrimonio di valori mirabilmente condensati in ciascuna goccia di grappa”. 

A guidare la classifica delle regioni con il maggior numero di distillerie aderenti è il Piemonte, con ben dieci grapperie aperte, seguito da Veneto e Alto Adige con cinque grapperie ciascuna, la Lombardia e il Trentino con quattro, la Toscana con tre, la Valle d’Aosta con due e il Friuli Venezia Giulia con una.

L’elenco delle grapperie aperte con i programmi e la mappa che ne mostra la distribuzione sul territorio, sono disponibili al sito www.grapperieaperte.it

Oltre al filo conduttore comune di degustazioni di prodotto e visite agli impianti, in ogni distilleria si troverà un programma diverso: abbinamenti classici con il cioccolato, con i sigari, ma anche insoliti con formaggio o prosciutto tipici del territorio, presentazione di nuove linee di grappa, eventi culturali e  giochi, per una giornata da vivere totalmente all’insegna dello “Spirito Italiano”. 

Ufficio Stampa Grapperie Aperte 2012

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Grappa al metanolo – Ufficio stampa Istituto Nazionale Grappa

Alambicco.jpgAllarme metanolo in Repubblica Ceca, l’Istituto Nazionale Grappa informa che non si tratta di grappa ma di un liquore che non ha niente a che fare con il distillato italiano

L’Istituto Nazionale Grappa, in merito alle notizie giunte dalla Repubblica Ceca che imputano il decesso negli ultimi giorni di 20 persone al consumo di “grappa al metanolo”, tiene a precisare che il prodotto “incriminato” non ha niente a che fare con la nostra acquavite di bandiera. Le autorità locali hanno infatti confermato che si tratta di Slivovice, un liquore locale a base di prugne e che pertanto l’utilizzo del termine “grappa” è del tutto improprio.  

Anzi, l’Istituto Nazionale Grappa nella persona del neopresidente Elvio Bonollo, coglie l’occasione per ricordare che la produzione della grappa è sottoposta per legge allo stretto controllo delle Autorità Pubbliche (Agenzia delle Dogane, Repressione Frodi, etc) che ne garantiscono l’idoneità al consumo e l’esenzione da frodi. Precisa, inoltre, che, grazie all’importante impegno del Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, nell’ottica del sostegno e della valorizzazione della grappa, esiste oggi un disciplinare, al vaglio della Commissione Europea, che ne prevede l’obbligo di imbottigliamento in Italia: un’importante ulteriore garanzia offerta al consumatore.

“Il nome GRAPPA è tutelato dal 2008 a livello europeo come una Indicazione Geografica – riferisce Elvio Bonollo – ed è riconosciuto unicamente all’acquavite di vinaccia ottenuta in Italia a partire da vinacce provenienti da uve coltivate e vinificate nel territorio nazionale: un riconoscimento importantissimo per l’economia dei territori rurali e dei distillatori italiani, che a differenza delle multinazionali del whisky o della vodka sono costituiti da piccole e medie aziende familiari, con caratteristiche artigianali che hanno saputo valorizzare il prodotto ed elevarne enormemente la qualità. Oggi la grappa, nome che è divenuto simbolo del buon bere italiano anche all’estero, rischia di essere contraffatta e copiata, se la Commissione Europea non riconoscerà il diritto richiesto dal Governo Italiano di limitare la zona di imbottigliamento al solo territorio nazionale. Quest’ultimo, infatti, garantisce l’autenticità del prodotto sui mercati internazionali, evitando il rischio che la nostra acquavite di bandiera, distillato di nicchia e di grande pregio, possa essere miscelata con distillati internazionali, meno nobili e meno costosi, traducendosi in un danno per il consumatore e per la buona immagine del prodotto originale. Situazioni analoghe – afferma ancora Bonollo – sono state risolte positivamente per altri prodotti tipici, come il Parmigiano Reggiano, per il quale è previsto l’obbligo di effettuare i confezionamenti in zona, sotto il controllo dei Consorzi di Tutela e delle Istituzioni”.

Ufficio Stampa Istituto Nazionale Grappa

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