Cra a Vinitaly il mondo del vino incontra la scienza – Marte comunicazioni

Questa mattina nello spazio del MIPAAF si è svolto un workshop di presentazione delle attività delle cinque strutture di ricerca del CRA che si occupano di enologia e vitivinicoltura. Introduzione e conclusioni sono stati affidati al Commissario Straordinario del CRA Giuseppe Alonzo

“La ricerca scientifica del CRA per il miglioramento della competitività nel settore viti-vinicolo italiano”: questo il titolo del workshop che si è tenuto questa mattina a Vinitaly presso lo spazio del MIPAAF al piano terra del Palaexpo di Veronafiere alla presenza del Commissario Straordinario del CRA Giuseppe Alonzo, del Direttore del Dipartimento Trasformazione e Valorizzazione dei Prodotti Agroindustriali del CRA Paolo Ranalli e dei direttori delle singole strutture del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura coinvolti su viticoltura ed enologia. Una importante occasione per parlare di fronte a esperti e ricercatori in campo enologico e vitivinicolo del futuro del vino dal punto di vista scientifico e agronomico e dei contributi scientifico/sperimentali che le varie strutture operanti in ambito enologico e vitivinicolo hanno sviluppato in rapporto alle esigenze del mondo produttivo, alla qualità globale e alle nuove sfide di sostenibilità economica, ambientale e sociale.

“Il CRA sta crescendo come ente di ricerca e la componente vitivinicola è solo uno dei tanti aspetti di cui si occupa C ha detto il Commissario Straordinario del CRA Giuseppe Alonzo nel saluto iniziale �C e il contributo che conferisce all’agricoltura è molto importante. Il CRA nasce tra le altre cose per assistere il Ministero dell’Agricoltura e in via indiretta il lavoro degli agricoltori e uno dei principali obiettivi è quello di diffondere una corretta informazione sul concetto di nutraceutica: mangiare in modo sano e naturale, senza addizioni di conservanti o aromi artificiali fa bene all’organismo. Dobbiamo imparare a trarre il maggior beneficio da quello che ci offre la natura”.

Cinque le strutture di ricerca del CRA presenti a Vinitaly, che hanno illustrato i rispettivi progetti e attività: il CRA-VIT Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano, il CRA-ENO Centro di Ricerca per l’enologia di Asti, il CRA-VIC Unità di Ricerca per la Viticoltura di Arezzo, il CRA-ENC Unità di Ricerca per le produzioni enologiche dell’Italia Centrale di Velletri e il CRA-UTV Unità di ricerca per l’uva da tavola e la viticoltura in ambiente mediterraneo di Turi (BA).

“Il nostro centro sta portando avanti progetti sulla sostenibilità ambientale e sulla ricerca di fitoplasma e batteri di propagazione nei vigneti commerciali oltre che studiare la composizione chimica dei vitigni C ha spiegato il Direttore del CRA-VIT di Conegliano, Luigi Bavaresco – e si muove in direzione della salvaguardia delle biodiversità de vitigni autoctoni”.

Di chimica enologica, quadro polifenolico e quadro aromatico si occupa invece il CRA-ENO di Asti, privilegiando i prodotti in grado di tracciare l’origine. Ma non è il solo ambito di studio �C ha precisato la Direttrice del Centro di Ricerca per l’enologia Antonella Bosso C tra le nostre competenze c’è anche la microbiologia, la riclassificazione dei lieviti, la promozione dell’agricoltura biologica finalizzata alla produzione di vini biologici, la valutazione sensoriale, attività di laboratorio di biologia molecolare e l’elaborazione e messa a punto di progetti di riconoscibilità e tracciabilità oltre che di progetti interdisciplinari da condividere anche con altre strutture operanti in campo medico.

Punta alla valorizzazione dell’interazione tra territorio e vitigno il CRA-VIC di Arezzo. “La nostra priorità è cercare di ottenere singole produzioni di eccellenza C sostiene Paolo Storchi, Direttore dell’Unità di Ricerca per la Viticoltura C e di rispettare i principi di sostenibilità con innovazioni in grado di migliorare il prodotto vino, tra questo il telerilevamento e il rilevamento prossimale in vigneto, tecnologie di viticoltura di precisione ma anche lo studio di nuove tecniche colturali a basso impatto ambientale e la ricerca su cloni adatti alle variazioni climatiche in atto”.

l CRA-UTV di Turi (BA) è l’unica struttura in Italia che si occupa di uva da tavola: un settore che produce oltre 15 milioni di quintali su 60-70 mila ettari e per questo ha bisogno di molta forza lavoro. “Studiamo innovazioni varietali e di prodotto C ha commentato il Direttore dell’Unità di ricerca per l’uva da tavola e la viticoltura in ambiente mediterraneo, Donato Antonacci – come ad esempio la 4° gamma frutta e altri prodotti derivanti dalla trasformazione di uva da tavola come le confetture o i succhi di frutta a basso contenuto di zucchero. Sostenibilità, biodiversità, sicurezza e aspetti nutraceutici dunque, oltre ad attività di recupero di varie tipologie di vite. Al momento ne abbiamo recuperate oltre 1000”.

L’Unità di ricerca per le produzioni enologiche dell’Italia Centrale di Velletri ha affidato la presentazione dell’attività a una breve nota del Direttore Gaetano Ciolfi: “la prossima frontiera dell’enologia deve consistere nel mettere a punto un progetto strategico volto a certificare la tracciabilità e la qualità oggettiva di un vino in relazione al territorio di provenienza sull’onda del messaggio secondo cui il “mio vino è diverso e lo dimostro”. Un progetto basato sulla metabonomica/metabolomica e sulla biosensoristica (naso, lingua artificiale, reti neurali), con studi che vanno dalla vite fino al vino in commercio, da condividere congiuntamente dal mondo della produzione e cofinanziabile, così come avviene in altri Paesi di vecchia e nuova enologia. Solo a fronte di questo sarà possibile cointeressare sia il MIPAAF che le Regioni.

Per tutta la durata di Vinitaly, presso lo stand allestito all’interno dello spazio dedicato al Mipaaf, sono state effettuate degustazioni guidate dei vini sperimentali delle varie Unità e Centri di Ricerca, proiezioni delle attività del CRA e distribuiti materiali informativi e pubblicazioni scientifiche sul tema.

Il CRA – Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura, con competenza scientifica generale nel settore agricolo, agroindustriale, ittico, forestale, dell’ambiente e del clima �C è un ente con personalità giuridica di diritto pubblico, posto sotto la vigilanza del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha autonomia scientifica, statutaria, organizzativa, amministrativa e finanziaria. Con 15 Centri e 32 Unità di ricerca con competenze scientifiche nelle principali filiere agricole e in cui operano complessivamente 1.400 persone, di cui due terzi ricercatori, tecnici e operatori e con una dotazione di circa 5.300 ettari di aziende sperimentali, il CRA costituisce il più grande ente italiano di ricerca in agricoltura. Da segnalare anche il contributo dato dal CRA al portafoglio dei brevetti contenuti nel Catalogo con 32 ritrovati per invenzione industriale, tipologia alla quale afferiscono principalmente metodi e procedimenti innovativi riguardanti diversi ambiti di ricerca e che in molti casi scaturiscono da una proficua collaborazione con altri soggetti esterni all’Ente (altri EPR, Università, Ditte o Società private). Non sono rari i casi in cui i ritrovati abbiano una ricaduta che va oltre l’applicazione nell’ambito del settore primario (ad esempio in campo bio-medico). Ciò a sottolineare il contributo trasversale che la ricerca agraria può fornire al progresso tecnologico di altri settori.

Cra a Vinitaly il mondo del vino incontra la scienza – Marte comunicazioniultima modifica: 2012-03-28T17:58:00+02:00da eleoma
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