La Fonte della Vita è a Valencia nel Café de Las Horas

DSCF6943La Fonte della Vita è a Valencia nel Café de Las Horas

Un circolo culturale e un  locale trendy che fa tendenza creato da Marc Insanally

Il nome Café de Las Horas viene dai Libri d’Ore, libri medioevali di grande bellezza e importanza storica, riservati all’alta nobiltà, contenenti dipinti in miniatura; di questi libri si sono potute estrarre molte informazioni sulla vita quotidiana dell’epoca come vestivano i popolani, il cambio delle stagioni e dell’agricoltura, l’abitazione dei contadini, gli attrezzi del fabbro, del contadino e altro ancora. Proprio quello che vuole offrire il Caffè: bellezza e un’offerta culturale “utile”. Marc Insanally  è sempre allegro e sorridente anche quando ci sono dei problemi come al tempo della pandemia. Marc è l’ideatore del locale del tutto originale, o meglio un insieme di stili diversi che vanno dal barocco al modernariato come il pavimento, tante le cose che ad un primo momento possono sfuggire come dei pappagalli impagliati su di un lampadario o un vaso che sembra un’urna cineraria in una nicchia che poi si è rivelato un contenitore arabo  per dolci. Marc è stato giurato in un concorso per Giovani Designer della Comunità Valenciana e gli è stato assegnato il Premio Prenamo per il  lavoro di promozione della moda e della cultura. La rivista Valencia Plaza lo ha  nominato tra i primi tre “Uomini meglio vestiti” di Valencia. Come è nato questo locale così particolare ? «Io e il mio compagno Manuel Castillo, che è l’artista del gruppo che ha realizzato molti dei dipinti, degli affreschi e DSCF3011delle finte marmette – spiega  Marc – e con l’aiuto di tanti amici che sono venuti a dipingere abbiamo fatto tutto da soli, dallo scarico del camion di mattoni e cemento, a rimuovere il legno dalle travi, al pavimento a mosaico, oppure agli scaffali del bar, facendo le lampade e dipingendo i tavoli mescolando i colori sulla strada». Il locale avrebbe bisogno di un restyling ma poiché: «ogni pezzo dell’arredo è parte di me, non voglio privarmi di una parte di me stesso» chiarisce Marc.  Idee e creatività, presentazione di libri e artisti, eventi di tutti i tipi ma anche apertura e inclusione verso tutti, mantenendo il giusto equilibrio fra frivolezza, intellettualità e trasgressione. «Il mio lavoro è vendere la fantasia e la magia che sono le specialità del Café de Las Horas», continua Marc. Durante la pandemia e nonostante le limitazioni e le restrizioni, il Café non ha smesso di generare contenuti di grande valore culturale e sociale. Si sono tenuti discorsi come: “Comunicazione con una maschera”, “Resilienza” e “Reinventarsi nel mondo degli affari”. Una serata è stata dedicata al tema della comunicazione con il ventaglio, tipico di Valencia, con il quale si può comunicare senza parole con il vocabolario dei segni. E’ stato organizzato con i designer valenciani un servizio fotografico di moda con la maschera come protagonista. L’estetica del luogo è singolare spigionando energia DSCF6947proattiva che ha consentito di superare i momenti difficili. Le compagnie teatrali Teatro Talía e Teatro Flumen hanno realizzato e registrato letture drammatizzate. Per la moda sono state intraprese  collaborazioni con designer come Brotocó Atelier e il giovane Modistilla, nonché con  gioiellieri come Vicente Gracia e José Marín che ha realizzato quale opera unica la collana “La spiaggia di Valencia nella luce del mattino”. Si tratta di un’opera ispirata al celebre dipinto di Joaquín Sorolla del 1904, di cui ricorre il centenario della nascita.  I materiali utilizzati sono Krion , Titanio, Argento 925 e Apatitos. José Marín spiega la sua ispirazione: «Sorolla è chiamato il pittore della luce, mi sono sempre sentito profondamente attratto dal trattamento delle sfumature bianche e blu nei suoi quadri. Immagini cariche di emozione, immagini esplicite, storie di vita quotidiana, che ti portano nel momento esatto in cui sono dipinte. La mia prima idea è stata quella di ispirarmi ad un quadro che mi ha colpito e mi rimane nella memoria, “Triste Eredità”, dipinto nel 1899 nella collezione della Fundación Bancaja, questo quadro rappresenta dei bambini malati che fanno il bagno sulla spiaggia della capanna, ma la figura centrale in nero rappresenta il prete che accompagna i bambini mi hanno impedito di realizzare un pezzo dove predominavano il bianco e il blu, che erano i colori che volevo rappresentare Sorolla nella mostra». Nel corso dell’anno vi saranno degli incontri con il maestro José Marín che porterà nel locale alcuni attrezzi per dimostrare agli ospiti come si lavora e colora il titanio, contemporaneamente verranno presentati dei cocktail con gli stessi colori dei DSCF3016gioielli. Il Café fa parte del gruppo che ha lavorato per il Consiglio Comunale per avere in città la sede dei Gay Games del 2026 (una versione dei Giochi Olimpici che mira a integrare gruppi vulnerabili: gay, donne e disabili) che darà un’iniezione di prosperità a Valencia con 100.000 visitatori previsti. Fra le novità del Café l’ideazione del Licor Café de Las Horas che viene presentato in un’installazione artistica per promuovere le arti e gli artisti, in ogni stagione verrà  mostrata un’opera di un differente artista, come  Alejandra Bourda, artista Argentina, con la sua installazione aerea floreale 5. Questo liquore viene utilizzato per la base dell’Agua de Valencia, con una ricetta unica che consente di preparare una perfetta Agua de Valencia anche in un singolo bicchiere, in qualsiasi parte del mondo, dato che occorre solo aggiungere succo d’arancia e spumante. Si tratta di una bevanda alcolica a base di Cava ( lo  spumante spagnolo) succo d’arancia, vodka e gin. L’Acqua di Valencia è stata realizzata per la prima volta nel 1959 dal pittore galiziano Constante Gil nel suo bar “Café Madrid” di Valencia. Si racconta che alcuni clienti abituali del locale stanchi di bere il loro solito vino frizzante, che giocosamente chiamavano “Agua de Bilbao”, chiesero un suggerimento al titolare per bere qualcosa di diverso. Il barista Gil offrì loro un mix di succo d’arancia, vino frizzante, gin, vodka e zucchero chiamandolo ironicamente “Agua de Valencia”. Nei prossimi giorni il Café de Las Horas rappresenterà Valencia in Francia  al “Lyon Street Food Festival” dove in 4 workshop Marc,  insieme a Leticia Colomer  International PR & Markets Manager di Visit Valencia, presenterà l’esclusiva ricetta. L’etichetta del liquore si ispira ai tessuti indiani così popolari nell’abbigliamento tradizionale valenciano. La grafica ricorda quella dei Libri d’Ore, i fiori riflettono il frutteto valenciano e anche gli azzurri hanno il loro significato visto che sono gli azzurri del cielo e del mare del pittore Sorolla. Il Licor Café de Las Horas, da poco nato,  è già strettamente legato alla tradizione valenciana. Nel locale può accadere di tutto: mentre si conversa il tintinnio di un calice annuncia l’esibizione del tenore barbuto Jose Barro che canta “una furtiva lacrima” o “nessun dorma”. La prossima estate è prevista l’edizione del Premio “Città del Graal”, normalmente assegnato ad un’artista donna. Il Premio si avvale della collaborazione dell’Associazione della Via del Santo Graal, per  promuovere sia la Via che la Città come sede del Graal esposto nella cattedrale di Valencia. Il laboratorio di ceramica di Busquereta ha dedicato un capitolo del loro libro didattico sulla ceramica ad un pezzo raffigurante un totem di Las Horas. Nel programma del locale sono previste meno feste in grande stile e più eventi culturali di comunicazione per un ristretto numero di persone. Marc Insanally si definisce un vampiro buono che chiede energia agli altri ma, oltre ad assorbire l’energia vitale, offre il suo impegno e la sua vita per gli amici, forse questo è il vero segreto della Fonte della Vita: dare per ricevere senza nulla chiedere.

Dr. Harry di Prisco
Giornalista Vice delegato Gruppo Centro Sud e Isole
GIST – Gruppo Italiano Stampa Turistica
Via F. Petrarca, 101/B
80122 NAPOLI
tel./fax: 0817690277
cell. 3355804462
email: harrydiprisco@libero.it

Da Fonderì una fusion di sapori ben riuscita

Mariarosaria CocozzaDa Fonderì una fusion di sapori ben riuscita

Pizza Glamour by Fonderia Partenopea

«Il segreto per realizzare un buon impasto…? Si trova in un “sacco” di passione; nel rossore ardente dei pomodori maturi, e nel fulgore d’oro dei pomodori gialli, sulla pizza bicolore, un racconto si dipinge». Questa la filosofia che Fonderì Pizza Glamour propone nel suo nuovo menù. La responsabile di sala, Mariarosaria Cocozza precisa: «La tipologia del locale è quella di proporre alla nostra clientela accostamenti di sapori che possono rivelarsi “esperienze” e sorprendere quelle che sono le aspettative dando la possibilità di provare varie consistenze di impasti di pizze. Il nuovo menù è stato elaborato su questa linea, avendo avuto la collaborazione di chef stellati come Francesco Sposito e Angelo Carannante, con i quali abbiamo anche realizzato delle serate a quattro mani». Fonderì, Pizza Glamour by Fonderia Partenopea, nel nome porta il progetto del locale: fondere vari sapori, in via Caravaggio è il cosiddetto lato 20230701_142242“posh” di Fonderia Partenopea, locale più classico già presente a Volla, nel vesuviano. I suoi tre fondatori, Domenico “Mimmo” Sottolano, Raimondo Scognamiglio e Mario Mancini, hanno inaugurato l’elegante locale al limite del quartiere Posillipo e Vomero di Napoli, a fine 2021 con 70 posti a sedere. E’ stata una felice intuizione che esprime una visione eclettica della pizza contemporanea. Il menu degustazione, accompagnato dai vini e dalle birre selezionati dalla sommelier Valeria Avara, è un vero e proprio percorso che attraversa gli antipasti, l’offerta dei fritti e le pizze speciali di Carmine Pellone. Si inizia con una frittatina di pasta alla cacio e pepe, accompagnata dalle bollicine, e con un ottimo tacos farcito con misticanza, gamberi rossi e gel agli agrumi, abbinato anch’esso al Prosecco. Il bun pulled dalla doppia cottura, prima al vapore e poi fritto, e farcito con pulled pork, è accompagnato da Tenuta Camaldoli Campi Flegrei Piedirosso – per i rossi – o, in alternativa, da Astro Campi Flegrei Falanghina spumante brut di Cantine Astroni, per i bianchi. Per le birre invece spiccano la Koning Ludwing Schloss- Keller Naturtrub e la Oberbrau doppio malto rossa. Le pizze Marinara e Margherita sono rielaborate con innovazione e sperimentazione. Se per la prima i datterini gialli e rossi compongono la base di pomodoro del topping, condito poi con origano, aringhe affumicate e crumble di 20230701_145535aringa, nonché maionese di alici di Cetara, la classica Margherita arriva in tavola in versione padellino, soffice e morbida, con mozzarella di bufala, fiocchi di pomodori secchi e basilico. Notevole la pala carannante con prosciutto crudo, pere e blu di bufala, e poi la pasta sfoglia croissant con gocce di cioccolato, ispirata al francese pain au chocolat, farcita di mortadella, crema di pistacchio e lime. La nota dolce è affidata invece a una sfera di cioccolata fondente, su un letto di terriccio al cacao croccante, ripiena di una ganache al cioccolato bianco, con un cuore di vaniglia, caramello e pere, richiamate queste ultime dall’amaro francese di pere e Cognac de Grande Champagne “François Peyrot”, servito al finale.
Carmine Pellone, pizzaiolo per vocazione, poco più che trentenne, ha iniziato da piccolo a impastare e infornare le pizze, seguendo le orme paterne, proseguendo nella sua formazione in Francia e in Inghilterra. Ha collaborato con Diego Vitagliano e con Carlo Di Cristo, biologo e ricercatore presso la facoltà di Zoologia dell’Università di Avellino, che hanno consentito a Pellone di elaborare uno stile tutto suo nel realizzare le pizze gourmet. Pellone si focalizza su vari tipi di impasto tenendo sempre presente la qualità, per questo utilizza prodotti Slow Food che fanno la differenza. La sua formazione tecnica gli consente una versatilità non comune in altri pizzaioli: la pizza tonda contemporanea e quella in pala. La pizza che maggiormente richiesta è “la Provolone del Monaco”, una pizza in pala fatta con base di pomodorini gialli, salsiccia, Provolone del Monaco e con l’aggiunta di chips di melanzane e pesto di basilico dopo sfornata. Famosi i padellini elaborati da Pellone, che hanno la caratteristica di essere soffici, ariosi, spumosi ma con una superficie piacevolmente croccante, cotti al vapore e poi al forno, fra i tanti anche uno gluten free.

Harry di Prisco

Dr. Harry di Prisco
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Avella dalla storia millenaria e ricca di tipicità agroalimentari

salumi tipiciAvella dalla storia millenaria e ricca di tipicità agroalimentari

Il Sistema Irpinia nato per promuovere il patrimonio culturale e le eccellenze enogastronomiche del territorio irpino

Avella è una cittadina della provincia di Avellino, da cui dista poco più di venti chilometri, è conosciuta come Città d’Arte per le pregevoli rovine  fra cui i resti delle mura del castello medievale e le vestigia dell’anfiteatro romano, monumenti che vanno assolutamente visitati. L’area archeologica quale primo nucleo del Parco Archeologico dell’antica Abella, precedente  denominazione di Avella, racchiude l’unico monumento oggi aperto al pubblico della città della colonia romana. La costruzione la trasformazione delle noccioledell’anfiteatro risale al I sec. a.C., esso   è situato poco lontano dal centro storico della città antica, dove sorgevano abitazioni del periodo sannitico. Nella piazza, ove sorge il palazzo baronale, si può ancora vedere l’antica struttura dell’anfiteatro raffigurata sulla base di una  statua di  età Antonina. Per la valorizzare del patrimonio culturale  in una logica di sviluppo del territorio è stata istituita dalla Provincia di Avellino la Fondazione Sistema Irpinia, presieduta da Donatella Cagnazzo. Per arrivare ad Avella con l’auto bisogna seguire l’autostrada A 16 in direzione Bari, uscire a Baiano, proseguire su SS 7 bis per 3 chilometri. Virgilio chiamò Avella  L'anfiteatro romano di Avella“malifera” per la presenza di alberi da frutto in grande quantità, pertanto le eccellenze agroalimentari del territorio sono note da tempi remoti, la più nota coltivazione è quella della nocciola.  Essa prende il nome proprio da questo comune, il nocciolo in lingua latina si chiama nux avellana. La collocazione del territorio è fra le più favorevoli per la coltivazione del nocciolo. La nocciola è il frutto per eccellenza che rappresenta la produttività e la cultura della città di Avella. Due sono le aziende agricole che operano la trasformazione delle nocciole: “Sodano” e “Noccioro”, la Noccioro (www.noccioro.it)  è a conduzione familiare, nasce negli anni ’40, fondata da Raffaele Maietta, che in modo lungimirante impiantò una coltivazione che in quel periodo era considerata marginale. Oggi l’azienda è guidata da Raffaele Maietta, nipote del fondatore, fautore della filiera corta, coltivando e trasformando il raccolto in semilavorati per pasticceria e gelateria, realizzando creme spalmabili artigianali con varie percentuali di nocciola.
tipicità irpineAlla Sodano Group (www.sodanogroup.it) l’amministratore Francesco Sodano ha così presentato la loro attività: «La nostra Azienda nasce come attività di trasformazione di nocciole e dei rispettivi semilavorati, granella di nocciole, farina di nocciole e pasta di nocciola,  nel tempo abbiamo provato prima a valorizzare la nocciola attraverso la produzione di una crema di nocciole priva di olio di palma e di grassi aggiunti e poi abbiamo provato a completare la gamma di prodotti con l’inserimento di altra frutta secca, prodotti spesso difficili da reperire ma sempre molto graditi». La Sodano produce prodotti dal gusto autentico e di qualità, valorizzando le bontà di un territorio vocato all’eccellenza.
bosco di alberi di noccioleL’aglio orsino una ghiottoneria per gli orsi bruni
L’azienda agricola “Il Moera” (www.ilmoera.it)  è nata nel 2010 come ristorante-orto, sorge ad Avella tra noccioleti, vigneti, oliveti, frutteti, allarga il suo orizzonte ai monti che circondano il suo territorio. Dal sottobosco i suoi preziosi frutti, Diana e Francesco invitano alla riscoperta del loro must, l’aglio orsino, detto anche aglio selvatico, utilizzato in varie pietanze,  dalle ottime proprietà dimagranti e disintossicanti. Gli orsi  bruni ne vanno ghiotti dopo il letargo invernale per riprendere la carica energetica.

L’Irpinia il granaio dell’Impero Romano

Il pastificio Imperivm, pasta fresca e cucina,  nasce dall’idea dello chef di Avella Francesco Pecchia, vincitore del premio E-Mac Professional. L’impero romano considerava l’Irpinia la propria riserva di grano. Negli anni l’oro giallo irpino è diventato un elemento indispensabile per la realizzazione del piatto mediterraneo d’eccellenza: la pasta. È dunque dalla storia e dalle radici di un territorio che vengono realizzati prodotti autentici del pastificio Imperivm.

Tre le  DOCG dell’Irpinia: Taurasi, Greco di Tufo e Fiano d’Avellino

A pochi distanza da Avella, a Parolise nel cuore dell’Irpinia,  vi sono le  Cantine La Marca, una storica realtà di viticoltori di origini napoletane. La famiglia la Marca produceva vino a Nola sin dagli anni ’50  Giovanni, figlio di Michele, è collaborato dalla figlia Giulia. Due i marchi: Terre del Principato e Cantina di Tufo, chiari riferimenti all’antica provincia di Principato Ultra che comprendeva il Sannio e l’Irpinia sino al napoletano.
Il vero sapore dell’Irpinia è nei suoi salumi tipici
Altra tappa gustosa si può fare alla braceria Muccio  che dal 1846 seleziona carne pregiata, preparando ottimi salumi. La cucina  del territorio rivisitata e i menu stagionali con proposte realizzate con materie prime di stagione e accuratamente selezionate è alla base della passione che si tramanda da più di 4 generazioni. Questi alcuni piatti in menù: ravioli di ricotta e crema di tartufo; zito al ragù; costolette di agnello di Carmasciano; filetto al tartufo nero di Bagnoli; caramellata con miele di castagno di lapio.

E per …finire in bellezza
La Viziata Beauty di Marika Pellegrino (www.viziatabeauty.it)  produce  una linea di prodotti che mirano a soddisfare le  esigenze delle operatrici  “nails”. Prodotti unici, efficaci e soprattutto semplici da utilizzare.
Tanto da scoprire ad Avella porta dell’Irpinia,  cultura e salubre gastronomia, rinomata per il patrimonio archeologico inestimabile che racconta le sue origini romane,  paesaggi e tradizioni, colline innevate,  boschi dove la natura non è stata violata.

Harry di Prisco

Lo chef Raffaele Medaglia sforna una nuova idea di fare cucina

20211111_195532_resized_1(1)Lo chef Raffaele Medaglia sforna una nuova idea di fare cucina

Napoletani Mangiafoglia o Mangiamaccheroni ? Lo chef Raffaele Medaglia per il superamento della antica dicotomia

La cucina napoletana ha radici che si perdono nella notte dei tempi risalendo all’epoca greco-romana e si è migliorata nei secoli con l’influsso dei vari popoli che hanno vissuto nel territorio con differenti culture che si sono susseguite durante le varie dominazioni della città partenopea. I napoletani, precedentemente detti mangiafoglie per il consumo di verdure, diventarono successivamente mangiamaccheroni, la pasta veniva così lavorata in diversi formati caratterizzando la cucina.
Lo chef Raffaele Medaglia nella sua pizzeria-ristorante-braceria di Sant’Antimo, sulla frequentatissima Via Appia al km 18.900, ha voluto ricordare la Napoli antica, una prima sala divisa a metà, rimanda nell’architettura e nei colori dell’arredo, da una parte la Napoli di ieri, con palazzi d’epoca e i napoletani chiamati “mangiafoglia” nel ‘700; e dall’altra la Napoli di oggi, con i colori accesi dell’azzurro del mare, del giallo che ricorda il grano, ma anche il San Gennaro “facciagialla”, del grigio antracite del piperno, della pietra lavica con la quale sono stati realizzati la maggior parte dei palazzi. La Napoli del popolo diventata nell’800 “mangiamaccheroni”. La modernità del locale è egregiamente 20211111_210015_resized_1espressa dal forno, raffigurante un Vesuvio rosso di fuoco e di lava realizzato in esclusiva proprio dalla famiglia Medaglia, titolare dell’omonima ditta costruttrice da quattro generazioni di forni esportati in tutto il mondo. Spazio anche ad eventi e feste private nella seconda sala del locale dove predomina il colore bianco ed uno stile più elegante e raffinato.
Forte delle innumerevoli esperienze all’estero, come quelle a New York, Londra, Dubai, India, Singapore e Santiago del Cile, Raffaele Medaglia propone un menù, sia di terra che di mare, sempre ricercato ed innovativo, con una grande attenzione per le materie prime, di altissima qualità, impiegate in maniera originale al fine di realizzare piatti unici nel loro genere, pur restando saldamente ancorati alle ricette della tradizione. Il tutto accompagnato da un’ampia quanto studiata selezione di vini. Al centro della sala l’acquario dove i cliente posso scegliere i mitili, ma anche aragoste, astici e King crabs. Una menzione speciale per l’angolo braceria in cui troneggia una brace a vista e una vetrina a temperatura ed umidità controllata dove i tagli di carne pregiati frollano anche fino a 60 giorni. Raffaele Medaglia è anche un valente pizzaiolo, è lui infatti che prepara l’impasto, con 24 ore di lievito-maturazione ed un’idratazione al 70% utilizzando un blend di farine di cui custodisce gelosamente la formula. Per la farcitura, si affida alla stagionalità, alla territorialità ma anche alla capacità di attingere dalla cucina ed allora ecco la pizza con le zucchine alla scapece o con la tartare di tonno. Gli abbinamenti sono studiati nei minimi particolari strizzando l’occhio ai condimenti d’oltreoceano in una fusion riuscita di diverse culture gastronomiche che si influenzano vicendevolmente.
Un curriculum di tutto rispetto, quello di Raffaele che vanta l’ideazione del format “semplicemente pizza”, un campionato mondiale di pizzaioli professionisti tenutosi nel 2016 con tappe come New York, Buenos Aires e Napoli nonché la partecipazione a numerosi programmi televisivi in Cile in particolare al format italiano “Little big Italy” su Canale 9 con Francesco Pannella. Il pizzaiolo-chef Raffaele Medaglia, tornato in Italia dopo aver fatto tesoro delle esperienze d’oltreoceano, in particolare quelle a Santiago del Cile dove aveva fondato la catena di ristoranti-pizzeria “Brunapoli”, è sempre attento alla tradizione in un alternarsi tra passato e presente.
Nell’ambito del progetto P.I.T.E.R., percorsi di inclusione innovativa territoriale ed empowerment nel Rione Sanità di Napoli nato per prevenire e contrastare la dispersione scolastica e diffondere la cultura della legalità e promuovere lo sviluppo delle capacità, i ragazzi dei laboratori hanno incontrato lo chef Raffaele Medaglia nel suo locale inserito nella programmazione del percorso di formazione ed educazione interculturale alla legalità. La pizzeria-ristorante-braceria di Raffaele Medaglia si conferma una piacevole tappa gastronomica nel cuore di Sant’Antimo. Fra i progetti futuri vi è quello di aprire una serie di ristoranti da affidare ad un socio con la collaborazione di personale dello staff.
Harry di Prisco

Basilik il locale solidale di Leopoli dove andare a mangiare per fare del bene agli altri

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In Ucraina il ristorante-bar solidale “Basilik” è la prima iniziativa per venire incontro alle categorie bisognose della popolazione e dove far conoscere la cucina italiana

Nella ripresa dalla pandemia vi è il pericolo di “Dimenticare chi è rimasto indietro” la misericordia invece “non abbandona chi rimane indietro” è il monito di Papa Francesco

Si dice che quando si mette in gioco una donna, il successo è assicurato. A Leopoli (Lviv in ucraino) una donna aveva un folle desiderio di fare del bene e aiutare gli altri. Ulyana Kuzyk è la fondatrice della Charitable Foundation senza fine di lucro, trae forza e ispirazione per essere utile al cambiamento in meglio del mondo per venire in soccorso delle persone fragili e vulnerabili. La sfera sociale per Ulyana è quella che vive da molti anni da volontaria la cui vita è cambiata radicalmente con l’inizio della Rivoluzione della Dignità. A Leopoli vi è una grande necessità di aiutare chi ha bisogno per chi si è trovato in circostanze di vita difficili. Laboriosa, persistente e allo stesso tempo femminile, ha deciso di realizzare un progetto per sostenere le persone socialmente vulnerabili. Nasce così l’idea di creare il “Basilik”, un caffè sociale dove far conoscere anche la cucina italiana. Lo scopo di questa iniziativa sociale è quello di impiegare i gruppi vulnerabili della popolazione e di destinare loro i proventi in beneficenza. Si tratta della prima iniziativa del genere in Ucraina nella città di Leopoli. L’imprenditoria sociale è il più grande progetto di sviluppo del business sociale in Ucraina nel campo della IMG-20210823-WA0036fornitura di servizi alimentari, per consentire di risolvere le necessità sociali delle categorie bisognose della popolazione. Basilik è quindi un esempio concreto di come un progetto sociale può creare utili da destinare ai più bisognosi. Il piano è stato presentato al concorso regionale dei microprogetti ed è stato accolto nella categoria dell’imprenditoria sociale, i fondi ricevuti sono serviti per acquistare l’attrezzatura necessaria per il locale. «L’impresa più ardua è stata quella di riparare l’edificio assegnato dal consiglio comunale di Lviv, era poco più di un rudere. Con l’aiuto di volontari, amici e persone premurose, siamo riusciti in dieci mesi di duro lavoro ad effettuare le riparazioni necessarie», afferma Ulyana Kuzyk.
A volte le forze venivano meno e il tempo trascorreva, ma la volontà di realizzare l’impresa dava sicurezza che il sogno si sarebbe presto realizzato. Tanto impegno è stato premiato, oggi il caffè solidale “Basilik”, costituito da due locali uno per 50 persone ed uno per 20, in una zona accogliente e affascinante della città di Leopoli in via T. Chuprynky n. 67-69 General Street è il punto di riferimento di tante persone della ridente città ucraina. Sono cinque le persone che collaborano con Ulyana, fra cui uno chef ed una madre di un bambino gravemente ammalato. Tutto il guadagno, tolte le spese (il costo maggiore è la bolletta per la luce poiché la società elettrica non ha voluto fare sconti e il fitto al Comune), serve per fare beneficenza, appena mettono da parte qualche soldo fanno una festa: una volta una pizza per i bambini le cui famiglie non possono permettersi svaghi, in un’altra occasione un pranzo per madri vedove che hanno perso ogni sostegno. Oggi il caffè solidale è diventato una istituzione ed è molto apprezzato dai visitatori. Pizza, focaccia, grissini: queste ed altre le prelibatezze che si possono gustare della cucina italiana oltre alle specialità della cucina ucraina ed europea. Questo il commento di un cliente: «È delizioso, accogliente, con una particolare atmosfera, voglio tornare qui ancora e ancora». Ulyana Kuzyk commenta: «Tutto è possibile, l’essenziale è desiderarlo con fermezza, a volte i sogni diventano realtà».
Infatti non bisogna dimenticare che ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare e se si sogna da soli è solo un sogno che svanisce presto, se invece si sogna insieme è la realtà che comincia, siamo pertanto più che certi che saranno sempre di più le persone che vorranno aiutare Ulyana a realizzare completamente questo progetto che era solo un sogno.

Dr. Harry di Prisco
Giornalista
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I prodotti alimentari di alta qualità della Valle della Loira patrimonio di tutta l’umanità

Rillettes_Tours_5781_M-PerreauI prodotti alimentari di alta qualità della Valle della Loira patrimonio di tutta l’umanità

Tra patrimonio gastronomico storico e innovazione, i grandi chef di oggi difendono una cucina capace di valorizzare i prodotti locali e di stagione, nel totale rispetto dei ritmi della natura

La gastronomia regionale della Valle della Loira è arcinota, per quei pochi che non la conoscono diremo che essa fa onore ai prodotti del Giardino di Francia (come comunemente è nota la Loira), alla ricchezza dei prodotti, dei suoi orti, all’autenticità dei suoi fiumi, delle foreste e dei paesaggi eccezionali della Valle della Loira, del Berry, del Perche o della Turenna. Da poco sono terminati i festeggiamenti per i venti anni di iscrizione nel Patrimonio dell’Umanità, dal 2000 la Valle della Loira fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco come “paesaggio culturale”, l’attrattiva maggiore è costituita naturalmente dai castelli, 21 capolavori, che propongono animazioni speciali. Il patrimonio enogastronomico storico ha contribuito a questo importante riconoscimento, nonché l’innovazione, i grandi chef di oggi difendono una cucina capace di valorizzare i prodotti locali e di stagione, nel totale rispetto dei ritmi della natura. Nel 2020 in Francia si sono celebrati i 10 anni del “pasto gourmet dei francesi” classificato come patrimonio immateriale dell’Unesco. La sua iscrizione nella lista è stata promossa dall’Istituto Europeo di Storia e delle culture dell’alimentazione di Tours (IEHCA). In occasione di questo decimo anniversario, la regione ha accettato di buon grado di rappresentare la gastronomia francese nei 5 continenti e ha partecipato al progetto “Goût de France/Good France”. Tante le eccellenze della regione presentate per l’occasione da chef, produttori, viticoltori ma anche grazie ai suoi paesaggi dei Castelli della Loira e ai suoi giardini e parchi.
Fra i piatti più popolari della regione vi sono le fritture. La frittura si degusta spesso in estate con un buon bicchiere di vino bianco fresco. Una cucina locale semplice e succulenta! Le fritture sono spesso preparante anche nei pressi degli stagni, in particolar modo nella Brenne.
Per degustarle un luogo conviviale dove poter assaggiare tartine e carpe fritte è La Maison du Parc. Per scoprire il pesce della Loira in una veste diversa, i pescatori del luogo preparano delle terrine tutte aromatizzate e tutte diverse.
Nel Medioevo, ero possibile che i vini della Loira, trasportati in barca via fiume, non sopportassero molto bene il viaggio. Questi vini spunti o acerbi dal sapore acetoso venivano utilizzati
dai produttori di aceto, che specialmente nella città di Orléans ne ricavavano salse e mostarda fin dal 1394. L’aceto dei 300 produttori di Orléans era importato nei Paesi Bassi, in America e perfino in India! Purtroppo lo sviluppo industriale ebbe la meglio sui produttori artigianali di Orléans e, due secoli più tardi, ne rimase uno soltanto: la Maison Martin Pouret, che dal 1797 porta avanti la tradizione.
Il Centro Valle della Loira non è soltanto il giardino di Francia, ma è anche il suo orto:
asparagi, funghi, mele, pere, fragole, ciliegie, zucche, porri, piselli e ancora tanti altri prodotti tipici sono in vendita sulle bancarelle dei mercati. I funghi champignon vengono coltivati durante tutto l’anno in antiche cave di tufo, oggi utilizzate come cantine, dove vi sono le condizioni ideali per la loro coltivazione: buio, umidità e ventilazione. Nelle foreste vengono raccolti in autunno i funghi selvatici. L’ ortaggio principe della Valle della Loira è l’asparago. La raccolta inizia a fine aprile fino al mese di giugno, principalmente in Sologne, viene consumato caldo o freddo (dopo cottura al vapore o in acqua bollente) accompagnato da una semplice salsina all’aceto o alla panna.
La valerianella nantese è una verdura conosciutissima in Valle della Loira. Ha persino un’indicazione geografica protetta: il bacino dell’estuario della Loira.
Tante altre verdure crescono rigogliose sui territori della Valle della Loira: tra le quali in particolare porri, ravanelli, cipolle, lattughe, barbabietole, cetrioli o rape.
Oltre alle verdure, la regione produce anche moltissima frutta. Prima di tutto mele e pere, ne esistono vari tipi, dalle più acidule alle più dolci, tra le quali le rinomate pere Passe-Crassane e le pere Williams. In Turenna è possibile assaggiare un caratteristico dolce realizzato a base di pere o mele “tapées”. Le mele o le pere vengono schiacciate con una mazzuola, vengono poi infornate in un forno di tufo per essere poi conservate per lunghi mesi. Per degustarle basterà intingerle nel vino, una delizia ! La fragola Mara des bois, dal gusto inimitabile, fu creata nel 1991 in Sologne. Si tratta di una saporita fragolina con la sua profumatissima polpa, fa parte delle fragole più gustose esistenti sul mercato. Le piccole lenticchie Verdi del Berry possono essere cucinate dolci o salate e consumate anche fredde, hanno un caratteristico sapore dolce che ricorda la castagna. Nel 1996 la Lenticchia Verde del Berry è stato il primo legume secco ad aver ottenuto l’etichetta Label Rouge. Forse i prodotti conosciuti proprio da tutti, grazie anche alla facilità del trasporto servendosi della catena del freddo, sono i formaggi di capra della Valle della Loira. Che siano consumati freschi o stagionati, tra di essi, il famosissimo Sainte-Maure-de-Tou- raine, un tronchetto che si presenta con la cannuccia di segale che lo ricopre e ancora il Crottin di Chavignol, il Selles-sur-Cher, il Pouligny-Saint-Pierre o la pyramide di Valençay.
Altra specialità della Valle della Loira sono i fouées e le fouaces, sono delle focacce cotte nel forno a legna in genere ripiene di rillettes (una specie di paté), formaggio di capra o fagioli bianchi, oppure aromatizzate con miele, spezie e noci.
Se non si soffre di claustrofobia in Turquant si può trascorrere una notte in una grotta di lusso dotata di ogni comodità, un soggiorno certamente insolito per concludere un viaggio che non si dimenticherà facilmente.

Harry di Prisco

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Vista aerea del castello di Chambord con mongolfiere – Copyright : L-de-Serres – autore Marc Ginot

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Per maggiori informazioni:

www.valledellaloira-francia.it/
https://www.youtube.com/watch?v=3iVtzZU2a44&ab_channel=Centre-ValdeLoireTourisme

LE FOTO MI SONO STATE CONCESSE PER LA PUBBLICAZIONE DALL’UFFICIO DEL TURISMO DELLA VALLE DELLA LOIRA CON LA RICHIESTA DI CITARE I CREDITI E NOME DEL FOTOGRAFO PRESENTI NELLA DIDASCALIA DELL’IMMAGINE

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I prodotti alimentari di alta qualità della Valle della Loira patrimonio di tutta l’umanità

Rillettes_Tours_5781_M-PerreauI prodotti alimentari di alta qualità della Valle della Loira patrimonio di tutta l’umanità

Tra patrimonio gastronomico storico e innovazione, i grandi chef di oggi difendono una cucina capace di valorizzare i prodotti locali e di stagione, nel totale rispetto dei ritmi della natura
La gastronomia regionale della Valle della Loira è arcinota, per quei pochi che non la conoscono diremo che essa fa onore ai prodotti del Giardino di Francia (come comunemente è nota la Loira), alla ricchezza dei prodotti, dei suoi orti, all’autenticità dei suoi fiumi, delle foreste e dei paesaggi eccezionali della Valle della Loira, del Berry, del Perche o della Turenna. Da poco sono terminati i festeggiamenti per i venti anni di iscrizione nel Patrimonio dell’Umanità, dal 2000 la Valle della Loira fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco come “paesaggio culturale”, l’attrattiva maggiore è costituita naturalmente dai castelli, 21 capolavori, che propongono animazioni speciali. Il patrimonio enogastronomico storico ha contribuito a questo importante riconoscimento, nonché l’innovazione, i grandi chef di oggi difendono una cucina capace di valorizzare i prodotti locali e di stagione, nel totale rispetto dei ritmi della natura. Nel 2020 in Francia si sono celebrati i 10 anni del “pasto gourmet dei francesi” classificato come patrimonio immateriale dell’Unesco. La sua iscrizione nella lista è stata promossa dall’Istituto Europeo di Storia e delle culture dell’alimentazione di Tours (IEHCA). In occasione di questo decimo anniversario, la regione ha accettato di buon grado di rappresentare la gastronomia francese nei 5 continenti e ha partecipato al progetto “Goût de France/Good France”. Tante le eccellenze della regione presentate per l’occasione da chef, produttori, viticoltori ma anche grazie ai suoi paesaggi dei Castelli della Loira e ai suoi giardini e parchi.
Fra i piatti più popolari della regione vi sono le fritture. La frittura si degusta spesso in estate con un buon bicchiere di vino bianco fresco. Una cucina locale semplice e succulenta! Le fritture sono spesso preparante anche nei pressi degli stagni, in particolar modo nella Brenne.
Per degustarle un luogo conviviale dove poter assaggiare tartine e carpe fritte è La Maison du Parc. Per scoprire il pesce della Loira in una veste diversa, i pescatori del luogo preparano delle terrine tutte aromatizzate e tutte diverse.
Nel Medioevo, ero possibile che i vini della Loira, trasportati in barca via fiume, non sopportassero molto bene il viaggio. Questi vini spunti o acerbi dal sapore acetoso venivano utilizzati
dai produttori di aceto, che specialmente nella città di Orléans ne ricavavano salse e mostarda fin dal 1394. L’aceto dei 300 produttori di Orléans era importato nei Paesi Bassi, in America e perfino in India! Purtroppo lo sviluppo industriale ebbe la meglio sui produttori artigianali di Orléans e, due secoli più tardi, ne rimase uno soltanto: la Maison Martin Pouret, che dal 1797 porta avanti la tradizione.
Il Centro Valle della Loira non è soltanto il giardino di Francia, ma è anche il suo orto:
asparagi, funghi, mele, pere, fragole, ciliegie, zucche, porri, piselli e ancora tanti altri prodotti tipici sono in vendita sulle bancarelle dei mercati. I funghi champignon vengono coltivati durante tutto l’anno in antiche cave di tufo, oggi utilizzate come cantine, dove vi sono le condizioni ideali per la loro coltivazione: buio, umidità e ventilazione. Nelle foreste vengono raccolti in autunno i funghi selvatici. L’ ortaggio principe della Valle della Loira è l’asparago. La raccolta inizia a fine aprile fino al mese di giugno, principalmente in Sologne, viene consumato caldo o freddo (dopo cottura al vapore o in acqua bollente) accompagnato da una semplice salsina all’aceto o alla panna.
La valerianella nantese è una verdura conosciutissima in Valle della Loira. Ha persino un’indicazione geografica protetta: il bacino dell’estuario della Loira.
Tante altre verdure crescono rigogliose sui territori della Valle della Loira: tra le quali in particolare porri, ravanelli, cipolle, lattughe, barbabietole, cetrioli o rape.
Oltre alle verdure, la regione produce anche moltissima frutta. Prima di tutto mele e pere, ne esistono vari tipi, dalle più acidule alle più dolci, tra le quali le rinomate pere Passe-Crassane e le pere Williams. In Turenna è possibile assaggiare un caratteristico dolce realizzato a base di pere o mele “tapées”. Le mele o le pere vengono schiacciate con una mazzuola, vengono poi infornate in un forno di tufo per essere poi conservate per lunghi mesi. Per degustarle basterà intingerle nel vino, una delizia ! La fragola Mara des bois, dal gusto inimitabile, fu creata nel 1991 in Sologne. Si tratta di una saporita fragolina con la sua profumatissima polpa, fa parte delle fragole più gustose esistenti sul mercato. Le piccole lenticchie Verdi del Berry possono essere cucinate dolci o salate e consumate anche fredde, hanno un caratteristico sapore dolce che ricorda la castagna. Nel 1996 la Lenticchia Verde del Berry è stato il primo legume secco ad aver ottenuto l’etichetta Label Rouge. Forse i prodotti conosciuti proprio da tutti, grazie anche alla facilità del trasporto servendosi della catena del freddo, sono i formaggi di capra della Valle della Loira. Che siano consumati freschi o stagionati, tra di essi, il famosissimo Sainte-Maure-de-Tou- raine, un tronchetto che si presenta con la cannuccia di segale che lo ricopre e ancora il Crottin di Chavignol, il Selles-sur-Cher, il Pouligny-Saint-Pierre o la pyramide di Valençay.
Altra specialità della Valle della Loira sono i fouées e le fouaces, sono delle focacce cotte nel forno a legna in genere ripiene di rillettes (una specie di paté), formaggio di capra o fagioli bianchi, oppure aromatizzate con miele, spezie e noci.
Se non si soffre di claustrofobia in Turquant si può trascorrere una notte in una grotta di lusso dotata di ogni comodità, un soggiorno certamente insolito per concludere un viaggio che non si dimenticherà facilmente.

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La Fabbri 1905 e Herbamelle siglano un accordo di co-marketing

HerbamelleLa Fabbri 1905 e Herbamelle siglano un accordo di co-marketing

Nuovi Mondi da Esplorare ! una antica ricetta erboristica tramanda il potere benefico delle caramelle “Herbamelle” Sapori naturali, semplici e gustosi

La Fabbri 1905 è nota a tutti come l’ Azienda dell’Amarena, specialmente adesso che si avvicina la festa di San Giuseppe nessuno si farà mancare la classica zeppola guarnita con la succulenta amarena al centro. L’azienda ha siglato un accordo di collaborazione internazionale che vedrà Fabbri 1905 impegnata in esclusiva nella distribuzione delle caramelle Herbamelle, a partire da quelle all’Amarena Fabbri e alla Menta Fabbri lanciate ad aprile 2020 come primo risultato dell’accordo di co-marketing tra le due aziende avviato nel 2019.
L’accordo tra le due aziende dolciarie puntava alla realizzazione di prodotti di altissima qualità sfruttando la sinergia tra l’esperienza nel mondo caramelle di Herbamelle – l’azienda fondata nel 2015 da Andrea Ambrosoli, della storica dinastia di industriali dolciari il cui nome è strettamente legato alla lavorazione del miele, e dal socio Alessandro Scalone – e la tradizione centenaria di Fabbri 1905 nella realizzazione di prodotti quali l’Amarena Fabbri e la Menta Fabbri, molto apprezzati dai consumatori e dai professionisti dell’Ho.Re.Ca..
Il nuovo accordo per l’export appena concluso riguarderà innanzi tutto i mercati europei, in primis Danimarca, Francia, Polonia, Germania, e i mercati nordamericani, USA e Canada.
La collaborazione tra i due marchi cresce sulla scorta del successo nella GDO e nel normal trade dolciario italiano che ha arriso alle due creazioni Herbamelle Amarena Fabbri ed Herbamelle Menta Fabbri: la prima, dal morbido cuore di Amarena Fabbri in cui la dolcezza si sposa con il leggero acidulo del frutto creando un’armonia di sapori. La seconda, che imprigiona tutto il sapore della migliore menta del Piemonte, da sempre scelta da Fabbri 1905 per i suoi sciroppi, creando un prodotto fresco e dalla piacevolezza inattesa.
Due creazioni sorprendenti premiate con il QUALITY AWARD 2020 e a settembre al Cibus Connect di Parma riconosciute quale MIGLIOR PROGETTO CO-MARKETING Dolciario 2019.
Herbamelle, fondata nel 2015 da Andrea Ambrosoli, della storica dinastia di industriali dolciari noti per il Miele e le caramelle al miele, e il socio Alessandro Scalone, marketing manager di alto profilo, coniuga la migliore tradizione dolciaria italiana con caramelle di altissima qualità, gluten e lactose free, e unico marchio in Europa di caramelle integrali. Da antiche ricette erboristiche e dai migliori ingredienti biologici nascono le Herbamelle che avvolgono la sana dolcezza del miele millefiori, la piacevolezza della frutta e delle piante officinali, per esaltarne tutto il sapore. Attenti alla ricerca del gusto ma anche alla forma, Herbamelle ha brevettato l’iconica forma vaso con l’originale sistema di apertura e chiusura che permette di contenere le caramelle all’interno della confezione. Il marchio, distribuito anche all’estero, ha vinto nel 2018 e nel 2019 il prestigioso premio Quality Award.
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Alla scoperta a Nantes di Sua Maestà Muscadet Un vino che può far concorrenza ai più prestigiosi Cru francesi

in bici per i vigneti di NantesAlla scoperta a Nantes di Sua Maestà Muscadet  Un vino che può far concorrenza ai più prestigiosi Cru francesi

Vicino all’oceano il vigneto si estende dalle rive della Loira a nord della Vandea con 11.500 ettari, il vigneto di Nantes è il più grande orto vinicolo della Valle della Loira

La Francia è confinata ed è stata costretta a fermarsi «Ed è proprio in questo momento che dobbiamo preparare nuove idee di comportamento» questo quanto ha affermato Frédéric Meyer,
il direttore di Atout France per l’Italia, l’Agenzia per lo sviluppo turistico della Francia.
Ora che la primavera è alle porte è bello sognare un viaggio a Nantes, città verde e sostenibile, regno del Muscadet, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo, vino bianco per eccellenza, presente nei menù dei più grandi ristoranti internazionali che viene esportato in più di 93 paesi. Il celebre vino viene prodotto su di una superfice di 8.000 ettari e in più di 450 tenute nell’estrema parte occidentale dei vigneti della Valle della Loire, terza grande regione vitivinicola francese DOC (Denominazione di Origine Controllata). Il vitigno del Muscadet è antico e la sua origine si perde nella notte dei tempi, potrebbe essere apparso fin dal XVI secolo sulle sponde della Loira, la presenza nelle abbazie della regione testimonia legami tra la Valle della Loire e la Borgogna.
Un percorso turistico consentirà di andare alla scoperta del Muscadet nei luoghi d’origine, si potrà far tappa nelle cantine e ristoranti immersi nelle vigne per gustare i prodotti tipici accompagnati da questo vino. Il termine Muscadet deriva dal suo sapore “muschiato” poiché viene vinificato “sulle fecce” , un metodo particolare di affinamento dopo la fermentazione, il vino viene lasciato riposare sulle proprie fecce fino al momento in cui viene messo in bottiglia. La definizione “su lieviti”, che segna l’identità della denominazione, indica che il vino al momento della vinificazione è stato in contatto per sei mesi con i depositi naturali di lievito. Sono proprio questi lieviti carichi di sali minerali che gli conferiscono il suo aspetto perlato e fruttato. Conosciuto inizialmente come un vino novello, la maggior parte dei viticultori producono oggi dei Muscadet da selezione che sorprendono i conoscitori. Il Muscadet è stato da sempre l’accompagnamento ideale da degustare con le ostriche, da qualche anno ormai ha innalzato le sue soglie di qualità. Nel 2011 l’INAO (Istituto Nazionale dell’Origine e della Qualità) ha riconosciuto i tre primi cru comunali: Gorges, Clisson e Le Pallet. Nel 2019 si sono aggiunti: Monnières Saint-Fiacre, Goulaine, Château-Thébaud e Mouzillon-Tillières. Quattro altri sono in attesa: Champtoceaux, la Haye Fouassière, Vallet e Côtes de Grandlieu. Tra breve questa serie costituirà il team degli 11.
Vini di corpo, con freschezza e vivacità, bouquet di fiori bianchi e dalle note burrate. Sono a pieno diritto dei grandi vini locali tipici da conservare ma che possono anche essere gustati dopo due anni di vinificazione. Perfetti per un turismo slow gli itinerari fra i vigneti, verso Clisson e i vigneti del Muscadet. Un nuovo percorso ciclabile di 10 chilometri da Nantes a Vertou è la prima tappa del “Viaggio nei Vigneti”, un itinerario stradale di 100 chilometri attraverso le vigne, lungo le rive dei fiumi Sèvre e Maine. Questo è solo uno dei motivi per programmare già da ora un viaggio a Nantes da fare in seguito, una città che ha tanto da offrire, una città sostenibile e creativa con un variegato percorso culturale e innovativo.

Per maggiori informazioni:
www.nantes-tourisme.com – www.levoyageanantes.fr

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Mediagraf e Favini per il Calendario Storico dell’Arma dei Carabinieri 2021 un prodotto da collezione realizzato a fine benefici

Carlo CraccoMediagraf e Favini per il Calendario Storico dell’Arma dei Carabinieri 2021 un prodotto da collezione realizzato a fine benefici

La speciale carta prodotta in esclusiva da Favini per il calendario con fibrille visibili solamente con la luce UV rendono il prodotto anti-contraffazione

La carta ecologica Crush della Favini con il 15% di residui di produzione agro-industriali in parziale sostituzione di cellulosa da albero utilizzata dalla chef Carlo Cracco

Sei alla ricerca di nuove ispirazioni per il 2021? Chiedi alla #Favinicollection con i campionari delle specialità grafiche: carte colorate, ecologiche, goffrate, metallizzate ideali per i progetti creativi e di design. Questo il suggerimento per avere un anno colorato e uscire prima dal grigio di questa stagione che stiamo vivendo.
In collaborazione con la cartiera Favini e la tipografia Arti Grafiche La Moderna, Mediagraf Spa ha stampato 1 milione e 200 mila copie del prestigioso Calendario Storico dell’Arma dei Carabinieri 2021 su carta Favini anti-contraffazione che da poco è stato collocato nelle case e nei luoghi di lavoro degli italiani sicuramente nel luogo più in vista poiché, oltre di buon auspicio, è bello da vedere. L’azienda padovana Mediagraf Spa è orgogliosa della scelta, condividendo gli stessi valori sociali espressi dal prezioso prodotto editoriale di rilevanza nazionale nato nel 1928.
Il Calendario è interpretazione grafica dei valori e dalle vicende dei Carabinieri, oltre che della stessa storia d’Italia.
28 pagine più copertina in formato 24×33 cm, con nobilitazioni lucide e a secco, rilegato dal classico cordoncino rosso-blu, i colori istituzionali dell’Arma e stampato su una speciale carta anti-contraffazione, prodotta appositamente da Favini per il celebre Calendario.
Il Calendario 2021, in occasione della ricorrenza dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri, rende omaggio al sommo poeta che ha inventato “la nostra lingua”, accostando le terzine endecasillabe della sua più celebre opera, ai settori d’intervento e le indagini dei reparti dell’Arma.
«Cos’altro è l’Inferno, se non la puntuale rassegna di storie criminali? A che cosa assomigliano i suoi gironi, se non ai bracci di un penitenziario che accolgono i detenuti in base al tipo di reato?», così il Generale di Corpo d’Armata Giovanni Nistri, nella prefazione del calendario, descrive com’è nata l’idea alla base della narrazione che pagina dopo pagina richiama episodi reali e cita “eroi veri” come il Maresciallo Leonardi, che il 16 marzo 1978 in via Fani fece scudo del suo corpo all’onorevole Aldo Moro. Il percorso narrativo del calendario è affidato all’archeologo e scrittore Valerio Massimo Manfredi, affiancato dall’intervento pittorico del notissimo artista figurativo annoverato fra i fondatori della Transavanguardia, Francesco Clemente. La carta speciale prodotta da Favini per il Calendario dell’Arma dei Carabinieri è la Lucerna, che è il nome dal copricapo dei Carabinieri e deve la sua particolarità alla presenza di fibrille visibili solamente con la luce UV, che rendono il prodotto anti-contraffazione. Inoltre, la caratteristica superficie feltromarcata, conferisce al calendario una piacevole sensazione tattile e un aspetto martellato.

Dal campo alla carta passando per l’alta cucina firmata Carlo Cracco
La cartiera italiana Favini sviluppa concretamente l’innovazione sostenibile con il progetto che unisce il celebrity chef con Favini.
Il famoso chef Carlo Cracco dalla sua prestigiosa cucina milanese in Galleria Vittorio Emanuele si sposta nella nuova tenuta agricola a Sant’Arcangelo di Romagna per l’autoproduzione di materie prime, di cui controlla la qualità e studia soluzioni per trovare utilizzi alternativi agli scarti agro-alimentari, per esempio dalla lavorazione di olive, uva e arance. È naturale quindi che nella sua azienda agricola abbia scelto di utilizzare la carta ecologica Crush prodotta da Favini con il 15% di residui di produzione agro-industriali in parziale sostituzione di cellulosa da albero.
Sui pendii delle colline romagnole, Carlo Cracco, con la stretta collaborazione della moglie e imprenditrice Rosa Fanti, coltiva cinque ettari di vigneto, due di ulivi e ben sei sono adibiti a frutteto con prevalenza di pesche, cachi e ciliegie.
Da sempre Carlo si impegna a cercare le materie prime migliori, che dalla terra arrivano nella sua cucina. Per questo ha creduto nel progetto Vistamare, così chiamato per il panorama sulla costa dall’azienda agricola, che permette allo chef un maggior controllo della filiera. La sfida in cucina è sempre più ardua; non è più sufficiente fare bene da mangiare, ma offrire la massima qualità e diventa un dovere lanciare messaggi di rispetto per l’ambiente e del valore del riciclo attraverso il cibo. Con la carta Crush gli scarti agro-industriali da filiere alimentari conferiti in Favini, vengono micronizzati con un mulino messo a punto dalla cartiera stessa e parzialmente sostituiti a cellulosa di albero per realizzare una carta ecologica secondo il processo circolare Crush. Successivamente i fogli di carta si trasformano nei packaging e menù che troviamo nel ristorante milanese di Cracco o a casa acquistando dal nuovo servizio luxury take away Cracco Express.
Favini è impegnata nella la creazione di supporti per la stampa coerenti con i progetti di sostenibilità, come quello dello chef Cracco. Oltre alla carta ecologica Crush, il catalogo della cartiera Favini include Alga Carta, brevettata negli anni ’90 per riutilizzare le alghe in eccesso della Laguna di Venezia, Refit con 15% scarti di lavorazioni tessili di lana e cotone e Remake con 25% di sottoprodotti della pelletteria. Altri due fiori all’occhiello della Favini sono il restyling di Biancoflash e Dolce Vita, arricchite con nuove gradazioni tra il bianco e l’avorio. Si tratta di due delicate tonalità sviluppate per esaltare i progetti di stampa e di packaging con rese cromatiche calde e coinvolgenti.
Favini è un Gruppo multinazionale con oltre 500 dipendenti e due stabilimenti, a Rossano Veneto (VI) e Crusinallo (VB), leader mondiale nella ideazione e realizzazione di stampi creativi e tecnici impiegati nei processi di produzione di ecopelle e altri materiali sintetici per i settori della moda, del design e dell’abbigliamento tecnico-sportivo. Favini è tra le aziende di riferimento a livello mondiale nella realizzazione di specialità grafiche innovative a base di materie prime principalmente naturali (cellulosa, alghe, frutta e noci) per il packaging dei prodotti realizzati dai più importanti gruppi internazionali del settore luxury e fashion.

Harry di Prisco

Nasce il bollino Vero Italiano, Vero Campano e Vero Casertana per i prosciutti crudi nostrani

Prosciutto Crudo Marchio VeroNasce il bollino Vero Italiano, Vero Campano e Vero Casertana per i prosciutti crudi nostrani

I consumatori possono ora pretendere il meglio del “made in Campania”
Carni scelte italiane e Campane, tanta esperienza e … aria di Parma !

Il Patto di Langhirano arriva alla sua parte più interessante. In questi giorni iniziano ad arrivare sulle tavole degli italiani i primi prosciutti prodotti secondo le indicazioni stabilite dall’accordo sottoscritto nel marzo del 2019 fra le aziende partner del progetto, unite dal comune denominatore di voler proporre al consumatore finale un prodotto di altissima qualità: Alimentale, Prosciuttificio Tanara e Perol Carni.
Vede così la luce un triplete di prodotti destinati a cambiare le abitudini di acquisto di quanti sono stanchi di accontentarsi dei soliti sapori e pretendono il meglio: Vero Italiano, Vero Campano e Vero Casertana, individuati dal bollino Vero Filiera Sostenibile.
Pronti per la degustazione i prosciutti crudi figli della sperimentazione avviata dalle linee guida messe in campo dagli ideatori del bollino Vero Filiera Sostenibile: Giuseppe Di Bernardo e il professore Vincenzo Peretti e raccolte, appunto nel marzo del 2019, dall’imprenditore Paolo Tanara, proprietario di uno dei più importanti prosciuttifici italiani.
Mai in regione Campania si era acceso un faro così importante sul prosciutto crudo. La selezione delle carni “made in Campania” è affidata alla Perol di Alvignano, quelle nazionali allo stesso Tanara che ha messo a disposizione anche i decenni di esperienza maturati nel settore nella capitale italiana del crudo: Langhirano.
Facilmente individuabili i cinque criteri di garanzia dei prodotti:
– Selezione dei suini e attento controllo del processo di lavorazione delle carni per permettere una lunga stagionatura;
– Cosce di suini 100% Italia (Vero Italiano), 100% Campania (Vero Campano) e 100% suino di razza Casertana (Vero Casertana);
– Poco sale e stagionatura accurata, di oltre 16 mesi;
– Salatura fatta a mano con sale marino naturale;
– Stagionatura all’aria pura e frizzante dell’Appennino Tosco-Emiliano che circonda Langhirano.
La città di Langhirano, in provincia di Parma, è ben nota in campo gastronomico per la produzione del celeberrimo Prosciutto di Parma. Ecco perché ci si aspetta anche dal “Prosciutto Vero Italiano”, dal “Prosciutto Vero Campano” e dal “Prosciutto Vero Casertana” la stessa dolcezza e lo stesso sapore che i sapienti accorgimenti di salatura e stagionatura conferiscono allo stesso, sposandolo al meglio con gli aromi provenienti dalle zone di allevamento e dalla scelta delle razze dei suini impiegati per il processo. Il resto lo fanno le condizioni climatiche uniche e l’aria fresca della valle che assiste il paziente processo della stagionatura.
I consumatori potranno facilmente identificarli nella selva di cosce che si trovano sui banconi proprio grazie alle diciture “Vero Italiano”, “ Vero Campano” e “Vero Casertana”.
Il bollino Vero è applicabile a tutti gli alimenti che superano uno specifico test di controllo e di qualità, coordinato da esperti di Genenvet, laboratorio di Genetica Veterinaria del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzioni Animali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che stabilisce l’idoneità ad ottenere un’apposita attestazione di conformità che consente il successivo rilascio del sigillo.
«Per ottenere il bollino Vero – spiegano gli ideatori Peretti e Di Bernardo – è importante che l’intera materia prima sia di provenienza nazionale o regionale (se tutela e valorizza la biodiversità zootecnica), che il metodo di lavorazione sia artigianale e che garantisca la sostenibilità di filiera. Verificato ciò, si procede all’inserimento dell’azienda nella famiglia Vero e al rilascio del bollino. Nel caso del prosciutto crudo è prevista la marchiatura a fuoco direttamente sul prodotto».
I primi ad accoglierli sono stati proprio i “Dottori della Carne” della Perol che commentano: «Crediamo – sottolineano Alberto Rossetti e Massimiliano Peretti – in un prodotto originale, tradizionale e autentico che deriva da un suino campano o dal suino di razza Casertana, allevato ed alimentato secondo quella tradizione che ha fatto grande i prodotti dell’agroalimentare della Campania. A questo poi si aggiunge l’antica esperienza di stagionatura e affinamento (minimo 16 mesi) presso la cantina Tanara a Langhirano in Emilia Romagna, che completa quella che possiamo considerare una vera e propria opera d’arte».

H di P

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Non si può essere più golosi di Golocious !

golotegliaNon si può essere più golosi di Golocious !

Golocious inaugura “Pizza in teglia” al Vomero in Via Cimarosa, il quinto locale in un anno

In una Napoli che resta “arancione” in attesa del Natale, c’è Golocious che inaugura il suo quinto locale in poco meno di un anno. È “Pizza in teglia”, format che va ad affiancarsi agli altri due napoletani che sono “Burger&Wine” e “Pizza & Cucina”, tutti al Vomero in via Cimarosa a distanza di qualche centinaio di metri, oltre a quelli aperti a Sorrento e Roma. La nuova creatura di Vincenzo Falcone e Gian Andrea Squadrilli oltre ad offrire tranci golosi offre dalle 7 del mattino anche prodotti per la prima colazione.
e6afa009-de03-4165-8f63-4d840c3319b2L’obiettivo come sempre è quello di far godere occhi, palato e stomaco. Grande cura dell’impasto a 48 ore di lievitazione con utilizzo della biga per un blend di farine tipo 0 (30%) e tipo 1 (70%). «Diversamente dalle farine bianche 00 e 0 – spiegano Falcone e Squadrilli – il tipo 1 di farina è meno raffinata in quanto contiene un maggior quantitativo di crusca e di germe di grano che, essendo ricchi di fibre, sali minerali e vitamine, ne incrementano notevolmente il valore nutritivo e la digeribilità. I benefici della farina Tipo 1 sono molteplici. La fibra alimentare in essa contenuta ha, infatti, effetti di tipo funzionale e metabolico in quanto aiuta a mantenere una corretta funzionalità intestinale, a diminuire il colesterolo e a ridurre il glucosio nel sangue».

C’è l’imbarazzo della scelta in un menù che segue rigorosamente la stagionalità dei prodotti. Ecco la Queen of Pistacchio (Mortadella Igp bolognese, pesto di pistacchio, provola dei Monti, dadini di patate al forno), la Dabol Friariello (crema di friarielli e friarielli croccanti, provola dei Monti, salsiccia di suino), la Crispy (stick di patate dolci americane fritte, salsiccia di suino, provola dei Monti e salsa crispy), la Rotolo (crocchè panato al panko, crema di noci, provola dei Monti, bacon croccante e dadini di patate al forno). E poi tutte le classiche come Margherita, Marinara, Cosacca e quelle che strizzano l’occhio a Nerano e Amatriciana. Non potevano mancare le fritture come il crocchettone panko, i paccheroni ripieni di ricotta, le frittatine al ragù e al pistacchio. Per concludere il pasto i tiramisù a nutella o pistacchio e la crostata con crema al limone e fragoline.

E nel primo giorno di apertura segnano subito il sold out con oltre 600 tranci sfornati a pranzo e messi in bella mostra su un bacone coloratissimo. “La perseveranza paga SEMPRE! Grazie sempre dell’immenso supporto che ci date, vi voglio bene!” così sui social i due giovani food influencer.

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I Volontari “Acqui” del 17° RAV di Capua in prima linea per un atto d’amore

un momento della donazioneI Volontari “Acqui” del 17° RAV di Capua in prima linea per un atto d’amore
Conclusa la campagna di donazione di sangue ed emoderivati da parte dell’Esercito Italiano

Persone che amano la propria vita pensando spesso a quella degli altri
L’Esercito sempre in prima linea per la collettività

Nei giorni scorsi si è conclusa la campagna di donazione di sangue ed emoderivati da parte dell’Esercito Italiano svoltasi all’interno della caserma “O. SALOMONE” di Capua, sede del 17°Reggimento Addestramento Volontari “Acqui”, un antichissimo Reparto di Fanteria, fondato nel 1703, che svolge da oltre un ventennio le funzioni di Reparto Addestrativo Volontari, deputato alla “formazione di base” dei giovani soldati, volta principalmente a potenziarne l’addestramento fisico e ad alimentarne l’etica e la cultura militare.
L’iniziativa è nata dall’appello del Dr Michele Franco Presidente dell’ADMO Campania (Associazione Donatori di Midollo Osseo) e dalla Dott.ssa Angela Iacono, Presidente nazionale della Fondazione Italiana “LEONARDO GIAMBRONE” per la guarigione dalla Talassemia, con la collaborazione del Centro di Immunoematologia e medicina trasfusionale dell’Ospedale “Cardarelli” di Napoli. La Fondazione Italiana “Leonardo Giambrone” per la Guarigione dalla Talassemia e Drepanocitosi nasce il 19 giugno 1992 per volontà di tutta l’utenza talassemica italiana per reperire fondi per i progetti di ricerca tendenti ad identificare e sperimentare i mezzi di cura definitivi delle talassemie. Si tratta di un gruppo di malattie ereditarie caratterizzate da un difetto genetico di sintesi dell’emoglobina, la proteina contenuta nei globuli rossi del sangue, diffuse in tutto il mondo, specialmente nei Paesi dell’area del Mediterraneo, ma anche il Medio Oriente e nel Sudest asiatico. In Africa ogni anno nascono 120 mila bambini affetti da varie forme di anemia.
In Italia è particolarmente diffusa in alcune regioni quali il Piemonte, la Calabria, la Sicilia, la Puglia e la Sardegna; i malati sono circa 9000 solo nel Delta Padano, nel Sud, in Sicilia e in Sardegna. Nel mondo i portatori sani di anemia mediterranea sono oltre 300 milioni, di questi 93 milioni sono bambini.
Al termine delle due giornate di donazione di sangue i responsabili delle associazioni hanno voluto ringraziare personalmente i militari del 17° RAV per la numerosa partecipazione e la solidarietà espressa, che ha permesso la raccolta di 123 sacche di sangue, indispensabili per la sopravvivenza, il trattamento e la profilassi delle patologie a carico del midollo osseo e della Talassemia.
Il Comandante del 17° RAV, Colonnello Francesco Maione, si è detto fiero dell’iniziativa, «perché è possibile servire il Paese anche con una semplice donazione, soprattutto in un momento di particolare difficoltà nazionale» e che conferma come si possa fare “di più insieme” per la collettività. Una scelta per gli altri e una scelta per se stessi, un piccolo gesto, il regalo più grande, specialmente in questo momento in cui tutti gli ospedali sono sotto stress.
Dr. Harry di Prisco
Giornalista
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Pasquale Gazzillo del Vittoria Different di Casoria bartender di (Master) Class della squadra Fabbri 1905

Pasquale GazzilloPasquale Gazzillo del Vittoria Different di Casoria bartender di (Master) Class della squadra Fabbri 1905

La formazione carta vincente per la ripresa
I progetti di formazione di settore serviranno ad anticipare la ripresa

Dalla “Didattica a Distanza” alla “Didattica a Domicilio” su misura

Come si può formare un vero professionista pasticciere? Questa la domanda che si sono posti nell’azienda Fabbri 1905, la risposta è ovvia: la formazione. L’esperienza di chi da oltre un secolo produce e lavora ingredienti naturali, la conoscenza e la qualità produttiva di chi fornisce oltre 2.000 referenze a migliaia di gelatieri, pasticceri e bartender nel mondo. Fabbri Master Class è stata pensata per poter trasmettere tante sfumature di un mestiere bello e gratificante come quello del gelatiere, del pasticcere e del bartender. Ora la “Didattica a Distanza” si è trasformata in “Didattica a Domicilio”: DAD. L’iniziativa di Fabbri 1905 trasforma la sua formazione in Master Class “a domicilio” su misura del cliente. Il progetto Master Class “a casa tua” è partito ad ottobre 2020 e sono stati già realizzati 40 corsi in tutta Italia. Dalla Sardegna Fabbri Master Classalla Lombardia, dal Veneto all’Emilia, dal Lazio alla Campania. Gli insegnanti – Brand Ambassador Fabbri – coinvolti, tutti professionisti di alto profilo, hanno formato i colleghi sulle nuove tecniche e tendenze del mondo del dolce e del bere, come ad esempio: la pasticceria sottozero, le proposte invernali per il gelato, le monoporzioni, ma anche la caffetteria “miscelata”.
Se non è possibile andare a scuola allora è la scuola che viene da te: perché la formazione, specialmente in un momento di crisi, è l’arma più potente per immaginare una nuova ripartenza. Questa la filosofia di Fabbri 1905, che in tempo di distanziamento sociale e saracinesche abbassate ha deciso di avviare Master Class “a domicilio” per i professionisti del fuori casa, una delle categorie più colpite dall’emergenza.
Una visione che l’azienda bolognese porta avanti da vent’anni, quando per prima in Italia ha avviato una vera e propria scuola professionale per aiutare bartender, pasticceri e gelatieri ad acquisire nuovi strumenti e individuare le nuove tendenze del mercato. Un servizio che in tempo di Covid si trasforma ed evolve: non solo lezioni a domicilio, ma anche realizzate sulle esigenze del singolo professionista, sempre garantendo in maniera rigorosa il rispetto delle normative e della sicurezza.
Sulla caffetteria “miscelata” si è specializzato Pasquale Gazzillo, bartender del Vittoria Different di Casoria, cittadina dell’hinterland napoletano dove l’emergenza sanitaria non frena il suo entusiasmo: «usciremo dalla pandemia più forti di prima e capaci di offrire al cliente qualcosa in più», ha riferito Gazzillo. Del resto è questa la filosofia del suo bar, che vuole essere “Different” non solo nel nome: «il locale è nato distinguendosi dalla concorrenza grazie al suo laboratorio di pasticceria interno e al bistrot, che offre una scelta di vini e bollicine di alto livello. L’angolo cocktail era però un po’ trascurato». Poi l’incontro, in piena pandemia, tra il titolare del bar e Pasquale e la scelta di rendere “Different” anche il night bar, investendo in questo periodo in cui pochi imprenditori se la sentono di rischiare. Così entrano in menù i cocktail “giocosi”, con un’anima, che stupiscono e dialogano con il cliente. «Mi hanno insegnato che prima si beve con gli occhi e poi si deve cercare di comunicare, di lasciare un’emozione» asserisce saggiamente Gazzillo.
Un percorso di crescita che si interrompe quasi sul nascere: salgono i contagi e si deve chiudere alle ore 18, che per un cocktail bar equivale a non aprire affatto. «Un duro colpo che però, grazie all’incontro con Fabbri, può trasformarsi in una nuova opportunità». Pasquale, da 3 anni affezionato cliente dell’azienda bolognese, ho cambiato 15 bar «ma mai sognerei di cambiare fornitore» dice aprendo le porte del bancone al pluripremiato Brand Ambassador Vittorio Agosti, maestro della caffetteria italiana, che ha dichiarato: «Abbiamo scelto una Master Class incentrata sulla caffetteria per coinvolgere e formare quasi tutto il personale del bar. Il risultato è stato entusiasmante: il nostro cliente scoprirà presto che il caffè non è solo espresso. Può essere un cocktail, un ingrediente versatile con cui giocare con consistenze, colori e aromi capaci di stupire anche i più scettici».

Harry di Prisco

Dr. Harry di Prisco
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Premiati i vincitori di Napoli Coffee Challenge

Napoli-Coffee-ChallengePremiati i vincitori di Napoli Coffee Challenge

La seconda edizione del 2021 coinvolgerà bar e caffetterie dell’intera provincia di Napoli

Martedì scorso 15 dicembre presso la Camera di Commercio di Napoli si è tenuta la premiazione dei vincitori di “Napoli Coffee Challenge”, il progetto ideato da Mauro Illiano, founder di Napoli Coffee Experience e Renato Rocco, direttore de La Buona Tavola Magazine per valorizzare una delle eccellenze di Napoli: il caffè.
L’iniziativa ha ricevuto il patrocinio da Comune di Napoli, Camera di Commercio di Napoli, AICAST, FIPE- Confcommercio e Confesercenti che hanno accolto con favore l’idea alla base del progetto: eleggere il migliore caffè di Napoli attraverso una scheda di degustazione appositamente creata e utilizzata per la valutazione da parte dei degustatori professionisti: Renato Rocco, Mauro Illiano e Maria Francesca Natale e dai giudici ospiti Paola Campana, Alessio Guido, Andrea Cremona e Fosca Tortorelli.
La cerimonia di premiazione è stata presentata dal padrone di casa Ciro Fiola che ha portato il saluto dell’Ente Camerale sottolineando l’importanza della formazione nel settore per la figura professionale del barista. A consegnare pergamene e targhe ai vincitori delle varie Municipalità e del podio la Consigliera con delega all’Autonomia per la Città e promotrice di “Scegli Napoli”, Flavia Sorrentino e l’Assessore al commercio del Comune di Napoli, Rosaria Galiero.

Soddisfatti per la riuscita della prima edizione della “Napoli Coffe Challenge” anche gli ideatori Renato Rocco e Mauro Illiano che hanno già dato appuntamento per la seconda edizione, che si terrà l’anno prossimo e che coinvolgerà questa volta bar e caffetterie dell’intera provincia di Napoli.

PODIO
1° classificato: Bar Mexico (Piazza Dante) – caffè Passalacqua
2° classificato: U Bar (Colli Aminei) – caffè Verré
3° classificato: Chalet Ciro 1952 (Stazione Centrale) – caffè Toraldo

PREMI SPECIALI

Miglior Servizio: Ke Kafé (Galleria Umberto I) – caffè Kremoso
Location più bella: Gran Caffè la Caffettiera (Piazza dei Martiri) – caffè Kimbo

CLASSIFICA DELLE MUNICIPALITÀ

Prima Municipalità: Gran Caffè La Caffettiera (Piazza dei Martiri)– caffè Kimbo
Seconda Municipalità: Bar Mexico (Piazza Dante) – caffè Passalacqua
Terza Municipalità: U Bar (Colli Aminei) – caffè Verré
Quarta Municipalità: Chalet Ciro 1952 (Stazione Centrale) – caffè Toraldo
Quinta Municipalità: Mexico Gran Caffè degli artisti (Via San Gennaro ad Antignano)– caffè Passalacqua
Sesta Municipalità: Bar Civico 910 (Via Argine) – caffè Lavazza
Settima Municipalità EX AEQUO: Gran Caffè Secondigliano (Via F.lli Rosselli)– Caffè Vergnano; Piccolo Chalet (Corso Secondigliano)– caffè Toraldo
Ottava Municipalità: Officina del Caffè (Via Santa Maria a Cubito) – caffè Kenon
Nona Municipalità: Caffè Liano (Via Cornelia dei Gracchi) – caffè Illy
Decima Municipalità: Bar San Domingo (Viale Campi Flegrei) – caffè Alcima

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Sal De Riso presenta il suo panettone al Caffè Napoletano

testimonial-01Sal De Riso presenta il suo panettone al Caffè Napoletano

” E’ questo il mio mondo, la tavolozza dei sapori mediterranei che fa da bussola al mio quotidiano, nel rispetto della mia terra e di quello che generosamente dona” questa la filosofia del pasticciere Sal De Riso.
È il migliore panettone del 2019, quello di Sal De Riso, per Dissapore, tra i siti più cliccati dagli appassionati di cibo.
Per stilare la classifica dei 30 migliori panettoni artigianali, i redattori hanno assaggiato alla cieca campioni di panettoni eli hanno valutati utilizzando una scheda quali-quantitativa, contenente i descrittori utili per tracciare il profilo sensoriale dei panettoni.

È la new entry del ricco catalogo di specialità natalizie proposte da Sal De Riso, si tratta del Panettone al Caffè Napoletano.
Quella presentata per la festività 2020 è la versione numero 16 dei panettoni firmati dal Sal De Riso - Panettone 2020 Caffè napoletanovulcanico maestro pasticcere di Minori e si pone accanto, tra gli altri, al grande classico (e pluripremiato) il Milanese, farcito con bucce di arancia candita, uvetta sultanina australiana e cedro Diamante; agli intramontabili Panettone al Limoncello e al Mandorlato e, ancora, alle reinterpretazioni in chiave natalizie di alcune affermatissime specialità di De Riso, come il “Panettone Anna Ricotta e Pere” e il “CremDerì”.
Nel Panettone al Caffè Napoletano troviamo la consueta lievitazione condotta ad arte, con una farcitura di crema al caffè, arricchita con un liquore prodotto utilizzando sette spezie diverse, tra cui cannella, finocchietto, sandalo e cardamomo e una rifinitura con glassa e gocce di cioccolato fondente.
Tutti i panettoni firmati Sal De Riso sono presenti sullo shop online www.salderisoshop.com, dove è possibile acquistarli anche in eleganti coffret natalizi.
Naturalmente, le proposte artigianali di De Riso sono sempre disponibili in tutti i suoi punti vendita: prima fra tutte, la pasticceria Sal De Riso sul lungomare di Minori (089877941); la pasticceria Dolci Del Sole in via di S. Costanza 29/31 a Roma e il nuovissimo monomarca a Milano, nel bar Motta Milano 1928, nella centralissima Piazza del Duomo (con ingresso anche dalla Galleria Vittorio Emanuele II).
In Costa d’Amalfi tutto diventa simbolo: la terra ricca di agrumi, il mare con le più incredibili tonalità di blu e verde, le suggestive spiaggette, le piccole isole, gli agglomerati di casette bianche, rosa e gialle attorno a minuscoli porticcioli.

E’ dall’unicità di questi luoghi che Salvatore De Riso trae ispirazione per la propria “arte”. Piccola perla di questa costa è Minori, città natale di Salvatore De Riso. L’antica “Rheginna Minor” con la sue bellissime grotte dell’Annunziata, la Basilica e i resti straordinari della Villa Romana Marittima è stata meta di culture e civiltà diverse che vi hanno lasciato nel tempo tracce indelebili.
Tutto il mondo di Sal De Riso, la sua generosa Costiera Amalfitana, i suoi prodotti dorati dal sole e le persone speciali che lo circondano, raccontati in un nuovo sito ricco di contenuti, curiosità e novità. Un viaggio virtuale attraverso la storia di Salvatore e le sue creazioni per appagare amici, curiosi ed estimatori del “Pasticciere dell’anno 2010/2011”.

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Natale si avvicina.. è il momento di pensare ai regali di Agrinsalento

wagrinsalento-prodottiNatale si avvicina.. è il momento di pensare ai regali di Agrinsalento

Il gusto del Salento per augurare tanta buona salute
Regali golosi da essere stati scelti anche per farne bomboniere ? Perché no, morbidi e gustosi paté di verdure, conserve di cime di rape già pronte con cui poter condire le mitiche orecchiette pugliesi, orecchiette tradizionali e innovative come quelle alla curcuma e poi… i vini, come il primitivo di Manduria, 3 cuori, sempre più apprezzato dai sommelier e dagli intenditori italiani e internazionali!
A Natale possiamo mandare un pensiero agli amici e ai parenti, rimanendo comodamente seduti nelle nostre case e con un semplice click.
Basta infatti aprire il sito www.agrinsalento.it per fare un tour enogastronomico tra le prelibatezze biologiche del Salento, scegliere che cosa mettere nel carrello e ordinare la spedizione che arriverà direttamente nelle case dei nostri amici e parenti vicini e lontani.
wagrinsalento-succodimelagranaCe n’è per tutti i gusti e tutte le tasche. Dalle verdure del Salento sott’olio, ai tarallini e alle salse di pomodoro, e quella deliziosa gialla fatta con i pomodorini invernali.
E che dire dei succhi di melagrana? Sono senz’acqua e senza zucchero, naturali al cento per cento e hanno un forte potere anticancerogeno. Il succo è pastorizzato ed è conservato in pratiche bottigliette di vetro mono-dose. Andrebbe bevuto almeno uno al giorno per trarne benefici e quando viene regalato, è un modo per augurare concretamente ai nostri parenti e amici TANTA, TANTA BUONA SALUTE, un bene così prezioso. Oggi più che mai.

Per ordinare guardare il seguente video tutorial:
https://www.facebook.com/620441691475750/videos/731658124106608
Un gita nei campi di melograno si può vedere con questo video:
https://www.facebook.com/620441691475750/videos/352798579393777
Per maggiori informazioni:
www.agrinsalento.it – tel. 0832 18 32 016

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Mulino Caputo sostiene con entusiasmo la campagna nazionale “Ama l’Italia, mangia la pizza, sorridi alla vita”

20190627_202059_resizedMulino Caputo sostiene con entusiasmo la campagna nazionale “Ama l’Italia, mangia la pizza, sorridi alla vita”

La pizza un alimento sano e una delle punte di diamante del Made in Italy apprezzata in tutto il Mondo

Mulino Caputo sostiene con entusiasmo la campagna nazionale, patrocinata da puntoITALY, a favore della ristorazione del Bel Paese, con lo scopo di promuovere uno dei prodotti simbolo della nostra cucina: la pizza. “Per noi che facciamo parte di questo mondo, e sono quasi 100 anni che seguiamo la filiera dalla semina in campo alla molitura del grano, è un atto dovuto agli artigiani e ai consumatori di uno dei piatti semplici e buoni della nostra tradizione, quale è la pizza” ha dichiarato l’Amministratore Delegato Antimo Caputo, che ha aggiunto: “L’eccellenza delle nostre farine è sempre stato un vero e proprio credo, messo in pratica attraverso la ricerca di qualità e genuinità. Una alta qualità degli ingredienti significa alta qualità dei prodotti finiti perché, come sosteniamo da sempre, se una pizza nasce buona, arriva buona. La pizza è un alimento sano, completo e di grande convivialità, rappresenta un valore aggiunto nelle nostre abitudini alimentari. Senza dimenticare che si tratta di una delle punte di diamante del Made in Italy, apprezzata in tutto il Mondo.”
Il claim della campagna fa riferimento, in maniera incisiva, al forte potenziale identitario ed “euforizzante” della pizza: “Ama l’Italia, mangia la pizza, sorridi alla vita”.

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Il Danubio compie un secolo ma non li dimostra !

foto danubioIl Danubio compie un secolo ma non li dimostra !

l Mulino Caputo a difesa delle tradizioni partenopee lancia un contest per la propria ricetta del Danubio
Parte da Napoli, e non poteva essere altrimenti, la celebrazione della ricorrenza di un dolce-rustico che compie 100 anni. L’idea è di Antimo Caputo, Ad del noto mulino di Napoli: «Abbiamo ideato un contest rivolto a chi ama cucinare e preparare bontà. Noi del Mulino Caputo siamo molto attenti alle nostre tradizioni e al lavoro degli artigiani che, da sempre, hanno profuso energie e idee per creare prodotti tipici. Quella del Danubio è la rivisitazione di una specialità d’oltralpe, diventata squisitamente napoletana e da qui diffusa in tutt’Italia, grazie alla tipica esuberanza della creatività partenopea» ha dichiarato Antimo Caputo. Quest’anno si è deciso di ricordare tutti assieme il Danubio, perché vantare cent’anni ininterrotti di apprezzamenti non è da tutti. Dolce o salato, il Danubio a Napoli è un’istituzione: non c’è festa, rinfresco o buffet che non lo preveda. Per celebrare il centenario, Mulino Caputo lancia un social contest rivolto a quanti siano appassionati di impasti, lievitazioni e arte bianca. Un contest ma anche un riconoscimento a quel pasticcere, Giovanni Scaturchio, calabrese di nascita, napoletano di adozione, che sposò una signora nativa di Salisburgo. Fu proprio lei a portare in dote la ricetta di un dolce boemo: il Buchteln, molto diffuso nella cucina austriaca e in quella ungherese. Così, quando Scaturchio aprì la sua pasticceria a Napoli nel 1920, lanciò le “Brioscine del Danubio”, con il tempo chiamate solo “Danubio”.
La storia della cucina napoletana è ricca di revisioni, riletture e reinterpretazioni di ricette arrivate, nel tempo, da tutte le parti del mondo. E il Danubio non fa eccezione: in città, accanto alla versione dolce, si sono imposti ripieni rustici, che prevedono la presenza di formaggio, salame e prosciutto, e che riscuotono grande apprezzamento.
Voi quale preferite? Quella dolce o quella salata? E qual è la vostra ricetta? Per partecipare al contest basterà pubblicare una foto della vostra versione del Danubio, degli ingredienti utilizzati e la relativa ricetta utilizzando l’hashtag #danubio100 e #mulinocaputo. Fino al 20 novembre sarete in primo piano sui canali social del Mulino di Napoli.

Dr. Harry di Prisco
Giornalista-GIST Gruppo Italiano Stampa Turistica
Ispettore On. Ministero dei Beni
e delle Attività Culturali e del Turismo
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San Francesco Caracciolo patrono dei cuochi traccia il percorso fra cultura e gastronomia

Montebello_buonanotte_contemporanea_2San Francesco Caracciolo patrono dei cuochi traccia il percorso fra cultura e gastronomia
Successo del press tour tra Abruzzo e Molise per presentare la prima tappa del Cammino di San Francesco Caracciolo

Nella primavera del 1608, San Francesco Caracciolo (fondatore dell’Ordine dei Chierici Regolari Minori – caracciolini) nato a Villa Santa Maria (Chieti) insieme al fratello Antonio, religioso teatino, si recò al Santuario di Loreto, nelle Marche, per pregare la Madonna cui era particolarmente devoto. Da qui egli ripartì per il ritorno a casa, passando per l’Abruzzo a salutare i suoi parenti e per il Molise, dove una piccola comunità di padri filippini in Agnone aveva fatto richiesta di essere ammessa nell’Ordine caracciolino. Ma ivi giunto alla fine di maggio, egli fu colto da febbre e mori il 4 giugno in odore di santità. Il suo corpo fu riportato dai confratelli a Napoli, culla dell’Ordine, mentre il cuore venne conservato in Agnone. Per la riconosciuta professionalità nell’arte culinaria dei cuochi di Villa Santa Maria, le cui origini si fanno risalire alla famiglia Caracciolo, dal 1996 San Francesco Caracciolo è patrono dei cuochi.
Oggi, il progetto “Cammino di San Francesco Caracciolo” – legandosi al fiorire del “Cammini d’Europa” e dei “Parchi e siti culturali ecclesiastici” – si propone di organizzare un percorso di spiritualità da Loreto a Napoli. E, grazie alla collaborazione con la Federazione Italiana Cuochi, il percorso diventa anche “di gusto”.
Le molte tappe dell’itinerario del Cammino di San Francesco Caracciolo, attraversando paesaggi e storie diverse, rendono sensibile chi le percorre alle necessità spirituali degli uomini di oggi, impegnano a riportare al recupero del silenzio interiore e al raccoglimento: fondamenta del carisma dell’Ordine che lo promuove.
Se i dati regionali e nazionali sullo spopolamento delle aree interne e dei piccoli Comuni raccontano una situazione allarmante per il controllo del territorio sotto il profilo ambientale e idrogeologico, quelli relativi alla qualità dell’aria e dell’ambiente sono invece fonte di speranza per una loro ripresa. La pandemia in corso, che agisce sulle vie respiratorie, si è dimostrata particolarmente aggressiva nei territori ad alta densità abitativa e industriale, laddove cioè la pessima qualità dell’aria ha reso i polmoni più vulnerabili al virus Covid19.
Lo sviluppo del turismo lento, lontano dai luoghi affollati e inquinati, costituisce una vera grande opportunità per agire in controtendenza ma richiede soluzioni innovative per consentire agli operatori economici di investire su questi territori. La situazione creatasi in Italia, come negli altri paesi d’Europa quali la Francia, sta determinando una opportunità favorevole in tal senso.

Ci siamo dunque chiesti: perché non fare di un progetto di turismo quale un “cammino” un progetto di nuovo sviluppo socio-economico per una rete di piccoli borghi di aree interne dell’Appennino, potendo fare leva su una storia intensa e vera, quella di San Francesco Caracciolo, su un tema di grande “appeal” quale la cucina, essendo San Francesco Caracciolo patrono dei cuochi, e su una realtà articolata quale quella caracciolina che può portare competenze ed esperienze per lo sviluppo dei piccoli borghi?
Il progetto si basa su un completo e articolato lavoro per consentire la fruizione da parte di singoli e gruppi, durante tutto l’anno, dell’itinerario da Loreto a Napoli (550km) che ripercorre l’ultimo viaggio di San Francesco Caracciolo.
Una delle azioni perseguite nel progetto consiste nell’individuazione di cuochi, ristoratori, produttori e negozianti di generi alimentari che si faranno portatori dei valori dei Caracciolini, figure formate per raggiungere, nella modalità più adeguata, il pubblico di turisti sostenendo così l’esperienza del turismo lento e diventando “punto di riferimento e di incontro” sia per i turisti/camminatori che per la popolazione locale in una modalità innovativa.
Di fatto, verrà affidato loro il compito cruciale della “Accoglienza diffusa”, con un’offerta di servizi e prodotti adatti a turisti/pellegrini e di sostegno per la popolazione locale, specialmente anziani e bambini, nonché una vetrina online di prodotti del territorio per la promozione degli stessi e l’acquisto durante e dopo l’esperienza del cammino.
Grazie alla collaborazione con la Federazione Italiana Cuochi, una formazione continua di eccellenza consentirà anche agli operatori di aree interne di acquisire conoscenze e competenze avanzate sui metodi tecnologicamente più innovativi utili per la ottimizzazione delle materie prime in termini di acquisto, impiego e conservazione così da portare benefici economici nella gestione dell’attività.
Il cammino di SFC valorizza e promuove il patrimonio culturale tangibile e intangibile di aree interne minori svantaggiate, favorendone la tutela e la conservazione oltre che valorizzandone le qualità in termini di salubrità ambientale. il cammino è una opportunità accessibile di crescita interiore della persona e delle comunità, di riappropriazione di tempo e di spazi personali e collettivi. Il cammino stimola e innova le comunità locali a scoprire i propri punti di forza, a mettere in comune le risorse per il raggiungimento di obiettivi condivisi.
La prima parte del Cammino di San Francesco Caracciolo è già attiva e parte da Montebello sul Sangro giungendo ad Agnone/Molise (cuore del Cammino di San Francesco, poiché proprio qui è morto il santo ed è conservato il cuore) passando per Montelapiano, Villa Santa Maria, Roio e Rosello.
Dal 13 ottobre, “compleanno” di San Francesco Caracciolo e giorno in cui è stato presentato il progetto presso la sede nazionale della Federazione Italiana Cuochi, è partita la campagna di fundraising #costruiamoinsiemeilcammino per poter portare avanti lo sviluppo del progetto.
Seguiranno nei mesi a venire le attivazioni di nuove sezioni del Cammino, le quali saranno sviluppate regione per regione.
Per maggiori informazioni:
sito web www.sanfrancescocaracciolo.it o scrivere all’indirizzo email info@camminodisanfrancescocaracciolo.com
Dr. Harry di Prisco
Giornalista-GIST Gruppo Italiano Stampa Turistica
Ispettore On. Ministero dei Beni
e delle Attività Culturali e del Turismo
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