Bottiglia bordolese – Leonardo Landozzi – Italiana Sommelier

Il contenitore per eccellenza usato per il trasporto del nettare di Bacco rivela segreti e forme che raccontano le tradizioni e la storia dei popoli produttori di vino.
Dietro ad un aspetto cosi semplice si cela un insieme di accortezze da non sotto valutare:
Il collo è la parte più stretta della bottiglia sulla quale si trova l’apertura che consente la mescita del vino. In prossimità dell’apertura, si trova un anello sporgente detto “cercine”o “baga”. La presenza di questo anello è dettata da ragioni storiche e veniva utilizzato per ancorare il tappo alla bottiglia mediante corde o fili di metallo, o per consentire una migliore presa della ceralacca o della pece spesso utilizzata per sigillare le bottiglie

Il corpo, che costituisce la parte più estesa della bottiglia, si estende dalla base fino alla spalla, cioè quella parte che si restringe in modo più o meno accentuato in modo da formare il collo. La forma delle spalle di una bottiglia svolge una funzione molto importante sia per la mescita sia per la decantazione del vino. Spalle accentuate, come per esempio quelle della bottiglia Bordolese, costituiscono un’efficace barriera per gli eventuali sedimenti prodotti dall’invecchiamento. Durante il travaso del vino in un bicchiere o in una caraffa, i depositi verranno trattenuti dalle spalle consentendo quindi un migliore controllo delle operazioni di travaso. Per questa ragione, i vini che tendono a produrre sedimenti più o meno abbondanti, vengono imbottigliati in bottiglie che hanno spalle accentuate come la bordolese.

Italiana Sommelier

Bottiglia bordolese – Leonardo Landozzi – Italiana Sommelierultima modifica: 2009-08-03T07:47:00+02:00da eleoma
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