Il tastevin – Gabriele Bacciottini – Italiana Sommelier

IL TASTEVIN Antico strumento del sommelier, se ne parla già in alcuni testi del ‘500, è il simbolo della sommellere internazionale. E’ fatto in argento o metallo argentato ed a seconda del lato e quindi dell’impugnatura si indica se stiamo valutando un vino rosso o bianco.

Questo infatti è formato all’interno da una parte con cavità sferiche (per la valutazione dei rossi) e l’altra lische (per i vini bianchi).
Oggi il tastevin è rimasto solo un simbolo coreografico, infatti è stato soppiantato da un bicchiere di cristallo, universalmente adottato, chiamato ISO.

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I vini da abbinare ai formaggi – Gabriele Bacciottini – Italiana Sommelier

Ogni formaggio ha la sua bottiglia: quelli freschi i vini bianchi secchi; gli altri cotti e a pasta molle, i bianchi invecchiati; per i formaggi fermentati forti, si consigliano vini rossi delle migliori annate, per gli erborinati (gorgonzola) i passiti muffati esempio Sautern, Muffato della Sala…

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Che vini abbinare alle vostre carni – Gabriele Bacciottini – Italiana Sommelier

Per il pollame nobile, arrosti , bolliti misti, umidi, stracotti, brasati, carni rosse in genere, vanno bene i rosati o rossi, chianti classico, Barbera, Rosso Conero, Aglianico del Vulture…

I grandi arrosti, griglie miste robuste, cacciagione di piuma, selvaggina, preferiscono vini rossi invecchiati, Brunello, Barolo, Taurasi, Cannonau, Torgiano Riserva ecc..

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La giusta temperatura dei vini – Gabriele Bacciottini – Italiana Sommelier

Per una giusta degustazione del vino, la temperatura ottimale varia dai 6° per gli spumanti, a 6° – 8° per i brut e più secchi; ed ancora per un vino bianco medio. Tra 10° e 12°; per i grandi bianchi.

I dolci o liquorosi e molto alcolici, si suggerisce 14° e , è la temperatura ideale pure per il vino rosso giovane e poco alcolico, frizzante o aspretto. Il rosso d’annata di buona gradazione si apprezza a 16°, un vino rosso di grande annata e di lungo invecchiamento si degusta ad una temperatura da 18°a 20°.

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Alcune regole per bere e apprezzare il vino – Gabriele Bacciottini – Italiana Sommelier

Si deve gradatamente passare dai vini di colore più chiaro a quelli più scuri: cioè, i bianchi, poi i rosati, infine i rossi; si inizia con i vini poco alcolici per continuare con quelli di più elevata gradazione. I vini più giovani precedono quelli invecchiati.

I primi bicchieri devono essere quelli di vini secchi per concludere con quelli più dolci e liquorosi; i vini meno profumati anticipano quelli ricchi di bouquet.

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Cagnina di Romagna il primo vino dell’anno – Gabriele Bacciottini – Italiana Sommelier

Non c’è solo il Novello, c’è anche il vino Nuovo.

Ovvero esistono tipologie di vino che possono essere bevute prestissimo, a pochissima distanza della vendemmia. Per esempio la Cagnina di Romagna Doc, che si trova già in commercio in ottobre: acidula, allegra, amabile, fruttata da bere insieme alle caldarroste o alla ciambella. La Cagnina si produce con uve Refosco (che in romagna vengono chiamate Terrano) per l’85% e per il restante con altre uve a bacca rossa. Area di produzione le province di Forlì e Ravenna.
La Cagnina di Romagna è un vino leggero, dal colore rosso violaceo, profumo vinoso, sapore dolce ed acidulo.
Come abbiamo detto siamo di fronte ad un Vino Nuovo e non un Novello, pertanto in commercio prima del fatidico 6 novem
bre.

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La vite – Gabriele Bacciottini – Italiana Sommelier

Il tronco della vite si chiama Ceppo o Fusto.
Il Ramo di un anno si chiama Tralcio.
Quando il ramo ha più di due anni si chiama Branca.
Quando il tralcio produce gemme fertili si chiama Capo a Frutto

Il capo a frutto che produce due o tre gemme produttive si chiama Sperone o anche Capo a Legno.
La quantità di gemme presenti sulla pianta dopo le potature si chiama Carica.
Il numero medio dei grappoli che ha origine da una gemma si chiama Fertilità.

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L’uso della Barriques – Gabriele Bacciottini – Italiana Sommelier

L’uso della barriques era regolato in Francia da una legge speciale già nel 1866. Era stata costruita in primo luogo per la sua facile trasportabilità (era molto difficile far rotolare le grossi botti), poi ci si accorse che lasciandoci il vino per alcuni mesi, questo acquistava sapori ed aromi gradevoli rilsciati dal legno stesso. I primi ad usare le barriques oltre i confini Francesi, furono i Californiani.

In Italia la prima Barriques ufficiale venne utilizzata nel 1968 da Mario Incisa della Rocchetta , che a Bolgheri con la collaborazione dell’Enologo Gacomo Tachis realizzò il Sassicaia.

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Il Tappo Sintetico – Gabriele Bacciottini – Italiana Sommelier

Anche in Italia si usa da qualche anno il tappo sintetico, a base di silicone.
Il tappo sintetico è molto resistente ed impermeabile e la sua dote principale è quella di non cedere cattivi odori al vino, come invece capita a volte con il tappo di sughero.

Il tappo sintetico però non fa respirare il vino nella bottiglia. Meglio usarlo solo per i vini giovani da bere entro un anno massimo due dalla produzione. Inventori di questo tipo di tappo sono stati gli Americani , forse perchè negli USA la quercia da sughero non cresce, quindi devono fare gli acquisti all’estero specie in Portogallo.

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