Una storia di famiglia “I Balzini ” nel cuore della Toscana

BOTTIGLIE 2020 NUOVE ETICHETTE (2)Una storia di famiglia “I Balzini ” nel cuore della Toscana

L’Azienda I Balzini è nata nel 1980 con l’impianto del primo vigneto da parte di Vincenzo D’Isanto, commercialista fiorentino, animato dal desiderio di produrre un vino che raccontasse una Toscana diversa. Dopo un’attenta analisi dei terreni, vennero individuati i vitigni ideali per esprimere al meglio la vocazione del territorio.
La passione di Vincenzo ha poi coinvolto la moglie Antonella, che nel 2005 ha abbandonato la propria attività professionale per dedicarsi completamente alla conduzione dell’Azienda, con l’aiuto adesso della figlia Diana.
L’Azienda si trova a Barberino Val d’Elsa, nel cuore della Toscana centrale, ai confini tra I Balzini - Diana su barrique (2)le province di Firenze e Siena, immersa in un territorio splendido, ricco di testimonianze storiche importanti, quali i reperti della città perduta, l’antica Semifonte, che all’epoca dei comuni ha avuto molta importanza. Assediata dai fiorentini, nel 1202 furono trucidati gli abitanti e rasa al suolo la città per cancellarne la memoria. Una piccola cappella che riproduce la cupola del Brunelleschi scala 1:8 commemora la strage.
I Balzini è un classico esempio di azienda agricola toscana sviluppata attorno all’antica casa colonica e nel territorio sono coltivati vigneti e oliveti. Il corpo centrale dei vigneti si trova di fronte alla casa di abitazione, mentre un altro appezzamento è situato a pochi chilometri di distanza. Un bosco e un laghetto completano la proprietà, donando un aspetto armonico e raccolto intorno alla tenuta, dalla quale si dominano alcuni tra i borghi più celebrati della Toscana. Il nome Balzini deriva da quello che nella regione Toscana viene dato alle piccole terrazze, le “piccole balze” appunto, sulle quali sono stati impiantati i vigneti.
Nati a circa un decennio di distanza uno dall’altro, ogni vino è stato profondamente pensato e voluto, sempre con l’intento di regalare ai consumatori un prodotto unico e irripetibile, che raccontasse maniere diverse di vivere e di interpretare il territorio toscano. I Balzini fa parte del Comitato Grandi Cru d’Italia, l’associazione nata nel 2005 per tutelare e sviluppare il prestigio delle aziende vitivinicole che da almeno 20 anni producono grandi vini con ratings ai massimi livelli.
I Balzini visione frontale (1)Come in Francia, dove la classificazione dei Grandi Cru fu fatta per legge nel 1855, per Cru Italiano si intende un vino prodotto sul suolo nazionale e ottenuto dalla vinificazione di uve autoctone italiane o internazionali, che sia stato insignito dei massimi riconoscimenti sulle pubblicazioni e le guide più autorevoli italiane ed estere.
I Balzini sono stati selezionati sulla scorta di rigidi criteri qualitativi, tenendo conto della loro storia e della tradizione nel settore vitivinicolo e per l’alto grado di affidabilità nel produrre vini di altissimo livello. I vini sono stati realizzati prima con i suggerimenti di Giulio Gambelli; adesso la parte enologica è affidata all’enologa Barbara Tamburini.
Il lavoro dell’enologa, Barbara Tamburini, che affianca la cultura e la passione vinicola della Famiglia, è straordinario.
Nasce, nel 2015, Il Merlot de “I Balzini Gold Label 2012”, forse la creatura prediletta de I Balzini Società Agricola, una scommessa studiata sul connubio tra internazionalità e frutto del territorio. Dopo un decennio di esperimenti, l’azienda I Balzini lancia sul mercato Gold Label, un merlot in purezza prodotto in 360 bordolesi e 250 magnum. La filosofia produttiva aziendale si caratterizza in vigna con una ridotta quantità di uva per pianta e con la maturazione fenolica delle uve stesse, in cantina con la cura dedicata alla vinificazione, all’uso oculato della barrique e al lungo affinamento in bottiglia.
Questa cura ha dato origine ad un Merlot in purezza, compatto alla vista e molto concentrato su quei profumi che ricordano il cassis, il rabarbaro e l’eucalipto. Bocca piena e rotonda, dominata da tratti salmastri e frutto scuro. Tannini nobili e lunghi. Vino longevo, adatto ai piatti della grande cucina. Con questo vino si è voluto creare un prodotto che fosse l’espressione “più profonda” del territorio. Un vino che si presenta come il più costoso d’Italia nella sua categoria
L’occasione dell’esordio è l’assaggio, in abbinamento con i piatti degli chef dell’Enoteca Pinchiorri, de’ I Balzini Gold Label 2012, con l’etichetta celebrativa in oro zecchino fuso direttamente sulla bottiglia da una vetreria di Montespertoli.
Viene istituito, nel 2014 da un’idea di Antonella D’Isanto, per sostenere i giovani Sommelier, data la loro importanza nella diffusione della cultura del vino e del corretto abbinamento a tavola con il cibo. La Borsa di Studio I Balzini.
Un omaggio ai trent’anni di iscrizione all’AIS di Firenze, di Vincenzo D’Isanto, la “Borsa di Studio I Balzini” un progetto nato in un’ottica formativa, ovvero con la finalità di contribuire nella definizione di giovani sommelier capaci di trasmettere e diffondere una cultura del vino. Una giuria composta da una delegazione di sommelier dell’AIS di Firenze e presieduta da Vincenzo D’Isanto, il fondatore dell’azienda I Balzini nonché l’ispiratore del premio, dove i partecipanti sostengono un test sulla viticoltura toscana e un blind tasting (l’obiettivo è riconoscere il vino de “I Balzini” fra tre vini disposti dinanzi a loro e successivamente il turno dell’ancor più complicato esame orale e di una degustazione tecnica/sensoriale) terminando con l’assegnazione al vincitore della somma necessaria per l’iscrizione al corso di terzo livello promosso da AIS.
Nel mese di ottobre 2020, alla selezione del Merano WineFestival, all’Azienda I Balzini sono state riconosciute 3 Medaglie d’oro da The Wine Hunter Award, il premio di eccellenza ed alta qualità assegnato annualmente a prodotti vitivinicoli e culinari, ai distillati ed alle birre, premio che viene attribuito a prodotti nazionali ed internazionali che, a seguito di una attenta valutazione, raggiungono un punteggio minimo di 90 punti su 100, e garantisce al consumatore finale la qualità superiore del prodotto.
Una storia di Famiglia, quella dei D’Isanto, bellissima, Vincenzo, Antonella e Diana, in una location fatata dove i lunghi tramonti sui vigneti sono una delle immagini più belle che si possano ammirare, dove la loro passione e rispetto del territorio ricorda la frase di Robert Louis Balfour Stevenson “Il vino è poesia imbottigliata.”

I Balzini Società Agricola s.r.l.
Località Pastine, 19
50021 Barberino Val D’elsa FI

Incontri d’arte Elisabetta Rogai,una raffinata innovatrice

Angelo di vinoIncontri d’arte Elisabetta Rogai,una raffinata innovatrice

Nel periodo che stiamo vivendo c’è – fra gli altri – un paradosso: il Sars-Cov2 – affermano da più parti – ha messo in crisi il sistema economico derivante dalla globalizzazione. Nulla sarà come prima, come se il mondo aperto e denso di spostamenti cui siamo stati abituati stesse per tornare indietro, in una condizione precedente. Ma si registra anche una conseguenza positiva, quella di far riscoprire l’arte come valore aggiunto nella nostra vita e il suo valore economico, molti italiani infatti hanno riscoperto il desiderio di circondarsi di arte e bellezza, per rendere quello che ci circonda più piacevole.
Incontriamo l’ Artista fiorentina Elisabetta Rogai, famosa in tutto il mondo e conosciuta per tante importanti opere come l’Affresco celebrativo eseguito per i 70 anni della Scuola di Guerra Aerea di Firenze ed una “sintesi”, olio su tela, donata dal Capo di Stato Maggiore Aeronautico al Presidente della Repubblica, il Drappellone del Palio di Siena del 2015, la pala a tecnica di affresco alla Pieve Romanica di San Pietro in Bossolo, nel 2015 insignita del titolo di “Accademica all’Accademia delle Arti del disegno” l’accademia più antica del mondo che vide iscritti, tra gli altri, Benozzo Gozzoli, Donatello, Lorenzo Ghiberti, Leonardo da Vinci e Michelangelo Buonarroti. Nel 2011 la sua scoperta, EnoArte, la tecnica registrata di dipingere con il vino. al posto dei colori

104123576_10223904051215766_2971718306554346554_nQuali sono le sue quotazioni?

Attualmente dai 12000 ai 15000 euro per un’opera di misura 70×100

Che  cos’è che determina la valutazione di un’opera?

Le commissioni pubbliche, le acquisizioni in collezioni private di rilievo, la risonanza nazionale e internazionale riscontrata sui media, le acquisizioni da parte di amministrazioni comunali o statali e non ultima l’innovazione

Chi decide le quotazioni?

Nel mio caso è stato il referente di una casa  d’aste e nella fattispecie Iacopo Antolini, allora responsabile del dipartimento di arte moderna e contemporanea della Pandolfini Casa d’Aste. Nel 2013 Chianti Banca chiese di fare una verifica sul valore delle mie opere volendo acquisire alcuni miei dipinti.

Nel suo caso che cosa ha contribuito a fare salire le sue quotazioni?

Vede, le mie tele 70×100 ad esempio, nel 2012 avevano un valore di 5.000 euro, poi c’è stato il consolidamento dell’EnoArte, la tecnica registrata di dipingere con il vino, che ho inventato nel 2011, l’esecuzione del Drappellone del Palio dell’Assunta a Siena del 2015, anno dell’Expo, ritratti commissionati da personaggi di rilievo, affreschi acquisiti da fondazioni bancarie per luoghi storici come pievi romaniche, mostre in luoghi istituzionali ed entrare in piattaforme per l’innovazione, come è accaduto per Audi: sono nel loro progetto di Innovative Thinking.

Le quotazioni valgono solo per le opere wine made?

Assolutamente no, le quotazioni valgono per tutte le mie opere eseguite con tutte le tecniche e su tutti i supporti, ovviamente delle dimensioni di riferimento.

È soddisfatta del suo lavoro?

Molto, ma ritengo di avere ancora tanto raccontare. Sono una curiosa ricercatrice, sperimentatrice, sempre volta al dinamismo. Non amo sedermi sugli allori, in fondo, come dico io, il bello deve ancora venire.

Diciamo allora che sotto le vesti di signora “bene”, si cela in realtà un’eccentrica, raffinata innovatrice.

www.elisabettarogai.it

T’arii by Tenuta Placidi

Screenshot_20200621-100353_WhatsAppIeri sera abbiamo  accompagnato la nostra cena con la prima delle bottiglie inviatemi dalla dolce e intraprendente Arianna Placidi .
T’ arii appena stappato mi ha deliziato gia all ‘ olfatto con un gradevole e suadente  profumo fruttato che si conferma tale anche al palato con un delicato ed elegante   aroma di mango e agrumi .

Di color giallo paglierino  é un vino  davvero equilibrato   e con una bella struttura e eccellente la sua aciditá .

Servito freddo ad una temperatura 11 gradi ha accompagnato la nostra cen a base di pesce spada e gamberoni  in modo eccelso .
Con i suoi 13 gradi volume  , vitigni grechetto e souvignon affina 3 mesi in bottiglia
In questo vino percepisco chiara la grande passione di Arianna che svolge il suo lavoro nei vigneti della sua incantevole  Tenuta Placidi con estrema attenzione e maestria .

Promosso  per me é ottimo e vi consiglio di degustarlo quanto prima

L’EnoArte dell’Artista fiorentina Elisabetta Rogai per i 50 anni del Montepulciano ’Abruzzo Al Vinitaly 2018

30727358_1563749297084088_4661130738500894720_nL’EnoArte dell’Artista fiorentina Elisabetta Rogai  per i 50 anni del Montepulciano  ’Abruzzo Al Vinitaly 2018

Per il Montepulciano di Codice Citra si è inaugurata lo scorso anno una “nuova era” con il nuovo progetto vitienologico condotto dall’esperto consulente Riccardo Cotarella e dal Codice Citra Wine
Team che ha prodotto lo scorso dicembre una prima prova di botte di Montepulciano  ’Abruzzo 2017 che ha entusiasmato per la straordinaria piacevolezza ed eleganza.
Codice Citra presente al Vinitaly 2018 ( Pad.12 Stand G5 ) e festeggia un importante anniversario: i 50 anni della DOC Montepulciano ,  cinquantesimo compleanno che viene celebrato con una performance artistica davvero unica dell’artista fiorentina
enologo riccardo cotarellaElisabetta Rogai, che dipinge un’opera d’arte con il vino Montepulciano d’Abruzzo.
L’artista con la sua tecnica EnoArte è abituata a offrire a un pubblico raffinato e attento le sue performance di wine-painting, creando degli inediti giochi cromatici e la sua performance live al Vinitaly per il Consorzio Citra per i 50 anni del Montepulciano
d’Abruzzo DOC intende costruire un ponte ideale tra il passato e il futuro, rinsaldando il legame tra la produzione pittorica italiana, forte di un’eredità di secoli e di un patrimonio di “sapienza” sempre più raro da trovare, e un settore – quello dell’arte contemporanea di alto livello – spesso dominato solo da nomi stranieri.
Le opere di Elisabetta Rogai e in modo particolare la sua EnoArte, l’arte di dipingere usando il vino al posto dei colori, rappresentano una sintesi perfetta della trasformazione del vino in arte.

Nasce “Progetto Salceto”

Gruppo Cevico-Cantina Monrubio: Nasce “Progetto Salceto”

Due grandi cooperative fanno incontrare due territori (Romagna e Umbria)
Lugo (Ra) – Due storiche cooperative, due grandi territori vitivinicoli, un grande progetto insieme. Nasce la nuova linea di vini “Progetto Salceto”, risultato dell’incontro tra la umbra Cantina Monrubio e il Gruppo Cevico in Romagna. Due grandi realtà che hanno fatto del legame con i loro soci il tratto distintivo (400 Monrubio, 5000 Cevico), e della sostenibilità in cantina la loro missione.

Un racconto del vino che si caratterizza per uno stretto legame con il territorio, in quella collina Umbra dove le vigne disegnano il paesaggio e la terra affonda nei solchi della storia sin dai tempi degli Etruschi.

Tre le referenze di Salceto contrassegnate dall’intimo legame con l’orvietano, territorio da attinge il suo Dna, e dispiegate in altrettanti “colori” delle etichette: Bronzo, Orvieto Doc Classico; Oro, Orvieto Doc Classico; Argento, Umbria Igt Rosso.

Nel dettaglio, Cantina Monrubio produce i tre vini, il Gruppo Cevico si occupa dell’imbottigliamento e della commercializzazione (18.000 bottiglie in questa prima fase), con uno sguardo soprattutto al mercato estero, dal momento che il progetto riveste un respiro internazionale.

Soddisfatto del progetto Vincenzo Cecci, presidente di Cantina Monrubio: “E’ l’incontro tra due storie e due territori. La nostra è una realtà cooperativa che associa 400 soci con una produzione di 100 mila quintali di uva. Produciamo il 50% della denominazione Orivieto Doc. L’accordo con Cevico per noi costituisce un grande passo avanti, in particolare per il mercato estero”.

Enologi del progetto sono Riccardo Cotarella e Pierluigi Zama: “E’ stato un momento di confronto tecnico importante, tra tecnici che operano in aree produttive diverse. Una collaborazione che attraverso il sapere e l’ascolto del territorio ha dato ottimi risultati con vini fortemente territoriali e decisi”.
“Una parola per definire questo progetto? Un bell’esempio di collaborazione tra cooperative di territori diversi nell’intento di coprire nuove quote di mercato nel reciproco interesse dei produttori”, prosegue Ruenza Santandrea, Presidente di Cevico.
La presentazione ufficiale di “Progetto Salceto” è avvenuta a Vinitaly e ha ricevuto il plauso dell’Assessore regionale alle politiche agricole della Regione Umbria, Fernanda Cecchini: “I vignaioli sono una parte essenziale della nostra economia e del nostro paesaggio. Garantire una giusta rimuneratività a chi lavora la terra dà futuro all’agricoltura e rende giustizia del lavoro quotidiano. Questo progetto, che mette insieme due regioni vocate alla viticoltura, va in questa direzione”.

Chi è Cevico

Il Gruppo Cevico, tra i primi dieci player in Italia, associa oltre 5.000 famiglie di viticoltori, rappresenta il 30% della produzione del vino in Romagna, il 17% del vino in Emilia Romagna e il 2,7% del vino in Italia. La sua missione, oltre alla produzione del vino, è fare territorio attraverso sinergie concrete e collaborazioni fra territori e comunità della Romagna.

Chi è Cantina Monrubio

Costituita nel 1957 per volontà di numerosi agricoltori dell’area di Castel Viscardo desiderosi di unirsi per produrre vini di qualità. Situata in posizione centrale rispetto alle zone di produzione dei celebri Orvieto Doc e Classico, la Cantina Monrubio ha sempre cercato di valorizzare e migliorare il proprio patrimonio vitivinicolo.

Un aperitivo? Grazie un rosè

i balzini pink label

i balzini pink label

Un aperitivo? Grazie un rosè
Erano le dieci di mattina e Brigitte Bardot mi chiese ” Tea o Caffè?
Un bicchiere di Rosè, grazie.” – Gigi Rizzi (Playboy)
Anni ormai lontani, donne uniche, vita vissuta leggermente, con ironia, attrici bellissime alle quali si perdonava tutto, play boy una parola e un concetto nuovo per indicare un vivere allegramente, ballare a piedi nudi, Gigi e Brigitte ci hanno mostrato, danzando con leggerezza sui tavoli di Saint Tropez, l’altro lato di un periodo che si avvicinava al buio della intolleranza, della violenza, degli anni di piombo, un’ icona per i sessantottini, un simbolo, un riscatto tutto italiano che penetrava in quella societa’ degli anni ’60 fatta di nuovi ricchi, ma allegra e con tanta voglia di vivere. Gigi Rizzi viveva il sogno di ogni 20enne, soldi, auto, notti, belle donne, jet set, successo….Brigitte Bardot.
Il sesso colorava ancor piu’ vivacemente la vita vissuta e i piaceri di Gigi, mentre il tempo scandiva inesorabile i mesi e gli anni che stavano portando agli anni ’70. Un periodo, per chi lo ricorda, che sembra impossibile avere vissuto, moda e cibo diversi da quelli di oggi, dove si parlava, già allora, di vino rosè, vino prodotto con uve a bacca rossa vinificate in bianco, lasciando però le bucce a macerare con il mosto per un tempo più o meno breve, ecco perché è rosa. Quindi il rosé, vino molto versatile, è un metodo di produzione, non un vino. Infatti il rosé non si abbina solo al pesce, ma va molto bene con la pizza, spesso meglio dei bianchi e rossi e anche della birra, in Francia per esempio è il vino delle feste di Natale in un paese dove la cultura dei rosé è molto superiore alla nostra, le annate più vecchie dei Grand Cru di Provenza hanno, nel mondo della ristorazione, un costo superiore.
In Toscana, patria di grandi vini, abbiamo 2 grandi Rosè il Balzini Pink Label IGP Colli della Toscana Centrale e il Rosè di Villa Pillo zona Gambassi Terme
Balzini Pink Label
Esame olfattivo: Floreale e fruttato. Caratterizzato da note di rosa tea, mughetto e di frutti rossi. Emergono la ciliegia e la fragola. Nome del vino: I BALZINI Pink Label IGP Colli della Toscana Centrale. Suolo: Origine pliocenica, formazione sedimentaria caratterizzata dalla presenza di sabbie gialle alternate ad argille. Notevole presenza di fossili marini. Microclima: Temperato – caldo: precipitazioni da medie ad elevate, inverno freddo ed estati da moderatamente calde a calde con tramonti particolarmente soleggiati, data la specifica esposizione. Esposizione: Sud – Ovest con orientamento dei filari Nord—Sud. Sistema di coltivazione: Lavorazione del suolo alternata ad inerbimento, potatura della vite a cordone speronato. Diradamento dei grappoli durante la crescita e selezione finale alla raccolta; alla vendemmia i grappoli vengono raccolti a mano, posti in piccole cassette e selezionati ancora sul nastro trasportatore. Uve: Sangiovese e Merlot. Vinificazione: Diraspatura e pressatura immediata. Dopo una decantazione statica a freddo il mosto fermenta in vasche di acciaio inox a temperatura controllata di 18°C. Il vino così ottenuto rimane in acciaio fino al momento dell’imbottigliamento. Consigli: Servire a 10°-12°C. Abbinamenti: Ideale con gli antipasti, i piatti a base di pesce e carni
bianche. Segni particolari: Ha la consistenza di un vino rosso e profumi di un vino bianco.
Azienda Agricola Panzanello – Via Case Sparse, 86 – Panzano in Chianti (Fi) – Tel. +39 055
L’Azienda è nata nel 1980 con l’impianto del primo vigneto da parte di Vincenzo D’Isanto, commercialista fiorentino, animato dal desiderio di produrre un vino che raccontasse una Toscana diversa. Dopo un’attenta analisi dei terreni, vennero individuati i vitigni ideali per esprimere al meglio la vocazione del territorio.
La passione di Vincenzo ha poi coinvolto la moglie Antonella, che nel 2005 ha abbandonato la propria attività professionale per dedicarsi completamente alla conduzione dell’Azienda, con l’aiuto adesso della figlia Diana.

Rosè di Villa Pillo
L’azienda (le cui origini risalgono addirittura al Medioevo, come testimoniano documenti tramandati nei secoli), è situata per la maggior parte nel Comune di Gambassi Terme ed ha un’estensione di circa 500 ettari, con più di 50 ettari di vigneti, per lo più coltivati a Sangiovese e vitigni internazionali quali Merlot, Cabernet Franc e Syrah.
L’ultimo nato della produzione di Villa Pillo è questo Rosé, composto da un mix di due diversi uvaggi, così suddivisi: 50% Sangiovese e 50% Merlot. Particolarmente indicato per il periodo estivo, grazie alla sua freschezza. Il suo colore è di un rosato brillante con riflessi violacei. Al naso è intenso con aromi floreali e di frutti rossi, mentre al palato è leggero, sapido, non troppo complesso e fresco da bere.
Questo vino sviluppa una gradazione alcolica di soli 11% vol., che lo rende particolarmente gradito ai giovani e alle donne. La bottiglia di Villa Pillo dall’ immediato impatto visivo che rende il prodotto ideale per celebrare feste e ricorrenze. È un vino di facile approccio che si sposa egregiamente sia come aperitivo, sia per accompagnare elegantemente un pasto completo, soprattutto con portate di pesce ma si abbina perfettamente anche alla pizza prendendo il posto della birra.
Il rosé di Villa Pillo ha origine da uve coltivate sulle colline della Val d’Elsa, area di grande tradizione enologica. La vendemmia viene effettuata separatamente per ciascun vitigno, così come la fermentazione successiva in vasche di cemento, con temperatura da 26° a 33° (con 4 rimontaggi al giorno, per circa 20 giorni); a fermentazione completata (circa a fine Novembre) si esegue l’assemblaggio finale, prima dell’affinamento in bottiglia.
Il vino che ne deriva possiede il carattere fresco e fragrante delle uve di origine, un’alcolicità limitata e una piacevole dolce sensazione gustativa.
www.villapillo.com

Italiana Sommelier

Italiana Sommelier

Scuola per la formazione di sommelier enogastronomi e per la promozione e la cultura del bere bene e della consapevolezza alimentare.

Corsi e didattica per conoscere il vino e diventare sommelier.

Corsi di perfezionamento e master per Sommelier, ristoratori e operatori del settore.

E-mail info@italianasommelier.eu

Premio Gabelli 2018

Premio Gabelli 2018: elevata a 40 l’eta massima dei candidati al titolo di enologo più “gabelliano” dell’anno l’annuncio dato ieri al Vinitaly
La VI edizione presentata a Verona con gli interventi di
Marco Remaschi, Assessore all’Agricoltura della Regione Toscana,
Andrea Natalini e Paolo Solini, rispettivamente Presidente e Coordinatore del
Consorzio Vino Nobile di Montepulciano che quest’anno ospiterà la premiazione
E’ stata presentata al Vinitaly di Verona, presso lo stand del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, l’edizione 2018 del PREMIO GIULIO GAMBELLI. Con un’importante novità: il limite di età per l’ammissione al concorso sale da quest’anno da 35 a 40 anni per l’esplicita volontà degli organizzatori di rendere l’ambito riconoscimento più accessibile: “Viviamo in un’epoca – ha spiegato l’ideatore del premio e biografo di Giulio Gambelli, Carlo Macchi – in cui per un professionista è molto difficile “firmare” un proprio vino prima della fatidica soglia degli “anta”. Ecco perché, a fronte di un numero sempre più grande di “fuori quota” che ogni anno manifestavano il desiderio di candidarsi, abbiamo deciso di prendere atto di una tale realtà e innalzare la soglia anagrafica minima”.

Il Premio, istituito nel 2012 da ASET (Associazione Stampa Enogastroagroalimentare Toscana ) ed IGP (I Giovani Promettenti, la blog network costituita da Lorenzo Colombo, Roberto Giuliani, Carlo Macchi, Luciano Pignataro, Angelo Peretti, Andrea Petrini e Stefano Tesi), va all’enologo il cui lavoro, nell’anno solare, abbia saputo incarnare al meglio l’idea di vino portata avanti dal riconosciuto maestro del Sangiovese, Giulio Gambelli: esaltazione delle tipicità di ogni vitigno, delle caratteristiche del territorio e dell’annata vendemmiale.

Alla selezione dei candidati provvederanno i giornalisti di settore, ognuno dei quali potrà segnalare fino ad un massimo di cinque nominativi. A ciò si affiancherà come sempre la possibilità per gli enologi in possesso dei requisiti richiesti – compimento del 39° anno di età entro l’anno di riferimento del Premio e laurea in enologia – di inviare la propria autocandidatura.

La cerimonia di premiazione avverrà in occasione delle anteprime vinicole di Toscana in programma a febbraio 2018, ospite quest’anno del Consorzio Vino Nobile di Montepulciano. Al vincitore, oltre alla targa, la somma di 1.500 euro messa a disposizione anche grazie al sostegno di alcune delle aziende di cui Giulio Gambelli fu storicamente amico e consulente. Restano partner del concorso il Consorzio Vino Chianti Classico, il Consorzio Vino Nobile di Montepulciano, il Consorzio Vino Brunello di Montalcino e il Consorzio della Denominazione di San Gimignano.

La scadenza delle iscrizioni è fissata al 30 novembre 2017. Il bando è visionabile sul sito 

I VINCITORI DELLE PASSATE DIZIONI:
Premio Gambelli 2013 – Fabrizio Torchio (Grape – Gruppo Ricerche Avanzate Per l’Enologia)
Premio Gambelli 2014 – Gianluca Colombo (Az. Segni di Langa, Roddi – CN / Cordero Consulenze)
Premio Gambelli 2015 – Francesco Versio (Az. Bruno Giacosa, Neive – CN)
Premio Gambelli 2016 – Sebastian Nasello (Az. Podere Le Ripi, Montalcino – SI)
Premio Gambelli 2017 – Diego Bonato (Az. Tolaini, Castelnuovo Berardenga – SI) e Luca Faccenda (Az. Valfaccenda, Canale – CN)

Studio Umami
Ufficio Stampa Aset Toscana
347.0613646 – press@asettoscana.it

Il Brunello di Montalcino Sassocheto 2012 tra i “5 Star Wines” premiati da Vinitaly

Il Brunello di Montalcino Sassocheto 2012

Il Brunello di Montalcino Sassocheto 2012

Il Brunello di Montalcino Sassocheto 2012  tra i “5 Star Wines” premiati da Vinitaly

Il Brunello di Montalcino Sassocheto 2012 – Il Grappolo si conferma per il secondo anno consecutivo tra i “5 Star Wines” premiati da Vinitaly

Una competizione tra 2.153 Vini di 578 aziende provenienti da 13 nazioni

Al Brunello frutto della selezione dell’azienda la commissione formata da oltre 70 giudici internazionali ha assegnato 91 punti

Sono 441 i Vini che hanno ottenuto un punteggio di almeno 90 e che per questo sono stati inseriti nella guida 5Star Wines the Book 2017, la prima guida mai realizzata da una fiera internazionale del vino. E tra essi c’è anche Il Brunello Sassocheto 2012 – Il Grappolo che si conferma per il secondo anno consecutivo tra i Vini premiati dal prestigioso Premio Internazionale promosso dal Vinitaly, la più importante manifestazione italiana dedicata al mondo vino giunta alla sua 51esima edizione. Un riconoscimento che vede il Brunello Sassocheto (annata 2012) anche quest’anno premiato da una giuria formata da oltre 70 esperti provenienti da tutto il mondo che hanno assegnato 91 punti alla selezione nata dal progetto di qualità voluto dalla proprietà e curato nei minimi dettagli dall’enologo Carlo Travagli. Una conferma che è motivo di profonda soddisfazione e orgoglio per l’azienda vinicola di Montalcino di proprietà della famiglia Giovannelli, imprenditori tessili pratesi, soprattutto perchè il Brunello Sassocheto 2012 ha superato una durissima selezione – tre giorni di valutazione alla cieca degli 2.153 vini delle 578 aziende provenienti da Italia, Francia, Sudafrica, Ungheria, Slovenia, Croazia, Messico, Romania, Ucraina, Hong Kong, Turchia, Canada e Cina, sottoposti al giudizio delle commissioni di valutazione composta da esperti di altissimo valore internazionale e di specifica conoscenza geografica (Master of Wine, Master of Sommelier, Sommelier,, esperti wine writer, blogger, giornalisti ecc.), condotte da Ian D’Agata, direttore scientifico di Vinitaly International Academy insieme agli altri quattro General Chairman di 5 Star Wines-The Book: Bernard Burthschy capo redattore Figaro Vin, Robert Joseph di Meininger’s, Paolo Basso migliore Sommelierdel mondo 2013, e Pedro Ballesteros Torres MW. Raffinato, complesso e dal gusto sanguigno Il Brunello Sassocheto DOCG 2012 è l’eccellenza della produzione di Brunello dell’ azienda. Un vino dalla forte identità. Schietto e genuino, strutturato e complesso ma, al tempo stesso, vivace e godibile al palato, invitante al naso con le sue piacevoli note olfattive e una buona persistenza aromatica. Un vino che nasce nel cuore della Tenuta, dalla sua vigna più antica: il Piano Nero (chiamata così dai contadini della zona) situata a 300 metri di altitudine e caratterizzata da una perfetta esposizione a sud, e deve il suo nome proprio a questo terreno ricco di scheletro e di “sasso” oltre che al suo carattere “cheto”, equilibrato ma deciso. Prodotto esclusivamente con uve Sangiovese, viene vinificato in vasca aperta con fermentazione a temperatura controllata e macerazioni prolungate, matura in botti di rovere francese e di slavonia per oltre 24 mesi, invecchiando affina in bottiglia le proprie caratteristiche per circa un anno, prima di essere messo in commercio.

Natascia Maesi
Ufficio Stampa Il Grappolo
natascia.maesi@gmail.com

Leggete gli altri articoli che abbiamo pubblicato in merito al Vinitaly 2017 

Svolta storica nel prosecco ad Asolo,Dal Bello presenta una verticale

stand dal bello 2016

CELĔBER.

Svolta storica nel prosecco ad Asolo,dal bello presenta una verticale

La cantina Dal Bello con 50 anni di storia alla conquista del mondo con CELĔBER. Al Vinitaly una degustazione verticale del Prosecco extra brut premiato al Concours Mondial de Bruxelles. Antonio Dal Bello: “In questa bottiglia troviamo la passione per il nostro lavoro”

E nel cuore di Asolo, terra vocata per la produzione del Prosecco Docg, la famiglia Dal Bello da cinquanta anni produce Vini  di qualità. L’ultimo nato è un tesoro con le bollicine: l’innovativo CELĔBER, il Prosecco in versione extra brut.

Il primo a presentarlo sul mercato, fin dal 2015, è stata appunto l’azienda Dal Bello. “Il nostro vino  nasce da un atto di coraggio, e dal caranto, la terra magra d’Asolo”, dice Mario Dal Bello. Abbiamo avuto l’intuizione di proporre un Asolo Superiore dal basso residuo zuccherino per esaltare il Terroir”. Prodotto a più di 250 metri d’altitudine, sul colle di Sant’Anna, CELĔBER è il primo Prosecco extra brut, ossia la versione più secca del prosecco che tutti conosciamo.

Il fenomeno delle bollicine d’oro chiamato Prosecco ha conquistato il mondo, registrando negli ultimi anni un boom dell’esportazione colossale. E dentro questo ecosistema è sempre più alta l’attenzione degli addetti ai lavori per del Prosecco “segreto” di Asolo.

Stando a dati diffusi da Avepa, l’ente regionale che definisce i numeri sugli imbottigliamenti, nell’ultima vendemmia, l’uva Glera rivendicata ad Asolo Prosecco Docg è stata di 126.000 quintali. Le bottiglie immesse nel mercato sono così passate da poco più di un milione del 2013 alle quasi otto milioni di oggi. La percentuale di crescita rende l’idea del fenomeno: +569 % dal 2013 ad oggi. Numeri che comunque rappresentano una eccellenza “rara” e “segreta” in un mondo, quello del Prosecco, che se analizzato nel suo complesso vende nel mondo circa mezzo miliardo di bottiglie.

“CELĔBER rappresenta un nuovo modo di bere”, incalza Antonio Dal Bello. “Si tratta di un vino sapido e secco, che profuma di sambuco, melo e glicine bianco e che racconta l’amore per un territorio e la sua tradizione”. Un’intuizione rivoluzionaria che ha già conquistato l’Europa e la Svizzera, per approdare poi negli Usa e in Canada. E i premi non mancano, nel 2015 ha ricevuto la medaglia d’argento al Concours Mondial de Bruxelles.

Il Vinitaly si avvicina (Verona dal 9 all’11 di Aprile) e quale migliore occasione per assaggiare (e celebrare) questo nuovo fenomeno? Si terrà infatti una straordinaria degustazione verticale del Prosecco Extra Brut CELĔBER riservata alla stampa lunedì 10 aprile alle ore 11 (Padiglione 5 Stand A1) alla quale parteciperà il sommelier Alessandro Scorsone.

Un’occasione unica che racchiude tre anni di vinificazione, gusto e passione. E 50 anni di storia.

Ufficio Stampa Velvet Media

Leggete gli altri articoli che abbiamo pubblicato in merito al Vinitaly 2017 

Un aperitivo ? Grazie un rosè

Rosè di villa pillo

Rosè di villa pillo

Un aperitivo ? Grazie un rosè

Erano le dieci di mattina e Brigitte Bardot mi chiese ” Tea o Caffè?
Un bicchiere di Rosè, grazie.” – Gigi Rizzi (Playboy)
Anni ormai lontani, donne uniche, vita vissuta leggermente, con ironia, attrici bellissime alle quali si perdonava tutto, play boy una parola e un concetto nuovo per indicare un vivere allegramente, ballare a piedi nudi, Gigi e Brigitte ci hanno mostrato, danzando con leggerezza sui tavoli di Saint Tropez, l’altro lato di un periodo che si avvicinava al buio della intolleranza, della violenza, degli anni di piombo, un’ icona per i sessantottini, un simbolo, un riscatto tutto italiano che penetrava in quella societa’ degli anni ’60 fatta di nuovi ricchi, ma allegra e con tanta voglia di vivere. Gigi Rizzi viveva il sogno di ogni 20enne, soldi, auto, notti, belle donne, jet set, successo….Brigitte Bardot.
Il sesso colorava ancor piu’ vivacemente la vita vissuta e i piaceri di Gigi, mentre il tempo scandiva inesorabile i mesi e gli anni che stavano portando agli anni ’70. Un periodo, per chi lo ricorda, che sembra impossibile avere vissuto, moda e cibo diversi da quelli di oggi, dove si parlava, già allora, di vino rosè, vino prodotto con uve a bacca rossa vinificate in bianco, lasciando però le bucce a macerare con il mosto per un tempo più o meno breve, ecco perché è rosa. Quindi il rosé, vino molto versatile, è un metodo di produzione, non un vino. Infatti il rosé non si abbina solo al pesce, ma va molto bene con la pizza, spesso meglio dei bianchi e rossi e anche della birra, in Francia per esempio è il vino delle feste di Natale in un paese i balzini pink labeldove la cultura dei rosé è molto superiore alla nostra, le annate più vecchie dei Grand Cru di Provenza hanno, nel mondo della ristorazione, un costo superiore.
In Toscana, patria di grandi vini, abbiamo 2 grandi Rosè il Balzini Pink Label IGP Colli della Toscana Centrale e il Rosè di Villa Pillo zona Gambassi Terme
Balzini Pink Label
Esame olfattivo: Floreale e fruttato. Caratterizzato da note di rosa tea, mughetto e di frutti rossi. Emergono la ciliegia e la fragola. Nome del vino: I BALZINI Pink Label IGP Colli della Toscana Centrale. Suolo: Origine pliocenica, formazione sedimentaria caratterizzata dalla presenza di sabbie gialle alternate ad argille. Notevole presenza di fossili marini. Microclima: Temperato – caldo: precipitazioni da medie ad elevate, inverno freddo ed estati da moderatamente calde a calde con tramonti particolarmente soleggiati, data la specifica esposizione. Esposizione: Sud – Ovest con orientamento dei filari Nord—Sud. Sistema di coltivazione: Lavorazione del suolo alternata ad inerbimento, potatura della vite a cordone speronato. Diradamento dei grappoli durante la crescita e selezione finale alla raccolta; alla vendemmia i grappoli vengono raccolti a mano, posti in piccole cassette e selezionati ancora sul nastro trasportatore. Uve: Sangiovese e Merlot. Vinificazione: Diraspatura e pressatura immediata. Dopo una decantazione statica a freddo il mosto fermenta in vasche di acciaio inox a temperatura controllata di 18°C. Il vino così ottenuto rimane in acciaio fino al momento dell’imbottigliamento. Consigli: Servire a 10°-12°C. Abbinamenti: Ideale con gli antipasti, i piatti a base di pesce e carni bianche. Segni particolari: Ha la consistenza di un vino rosso e profumi di un vino bianco.
Azienda Agricola Panzanello – Via Case Sparse, 86 – Panzano in Chianti (Fi) – Tel. +39 055
L’Azienda è nata nel 1980 con l’impianto del primo vigneto da parte di Vincenzo D’Isanto, commercialista fiorentino, animato dal desiderio di produrre un vino che raccontasse una Toscana diversa. Dopo un’attenta analisi dei terreni, vennero individuati i vitigni ideali per esprimere al meglio la vocazione del territorio.
La passione di Vincenzo ha poi coinvolto la moglie Antonella, che nel 2005 ha abbandonato la propria attività professionale per dedicarsi completamente alla conduzione dell’Azienda, con l’aiuto adesso della figlia Diana.

Rosè di Villa Pillo
L’azienda (le cui origini risalgono addirittura al Medioevo, come testimoniano documenti tramandati nei secoli), è situata per la maggior parte nel Comune di Gambassi Terme ed ha un’estensione di circa 500 ettari, con più di 50 ettari di vigneti, per lo più coltivati a Sangiovese e vitigni internazionali quali Merlot, Cabernet Franc e Syrah.
L’ultimo nato della produzione di Villa Pillo è questo Rosé, composto da un mix di due diversi uvaggi, così suddivisi: 50% Sangiovese e 50% Merlot. Particolarmente indicato per il periodo estivo, grazie alla sua freschezza. Il suo colore è di un rosato brillante con riflessi violacei. Al naso è intenso con aromi floreali e di frutti rossi, mentre al palato è leggero, sapido, non troppo complesso e fresco da bere.
Questo vino sviluppa una gradazione alcolica di soli 11% vol., che lo rende particolarmente gradito ai giovani e alle donne. La bottiglia di Villa Pillo dall’ immediato impatto visivo che rende il prodotto ideale per celebrare feste e ricorrenze. È un vino di facile approccio che si sposa egregiamente sia come aperitivo, sia per accompagnare elegantemente un pasto completo, soprattutto con portate di pesce ma si abbina perfettamente anche alla pizza prendendo il posto della birra.
Il rosé di Villa Pillo ha origine da uve coltivate sulle colline della Val d’Elsa, area di grande tradizione enologica. La vendemmia viene effettuata separatamente per ciascun vitigno, così come la fermentazione successiva in vasche di cemento, con temperatura da 26° a 33° (con 4 rimontaggi al giorno, per circa 20 giorni); a fermentazione completata (circa a fine Novembre) si esegue l’assemblaggio finale, prima dell’affinamento in bottiglia.
Il vino che ne deriva possiede il carattere fresco e fragrante delle uve di origine, un’alcolicità limitata e una piacevole dolce sensazione gustativa.
Visitate il sito 

Felluga Marco – Vinoteca Perugia San Sisto

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Regione: Friuli Venezia Giulia;
Anno di Fondazione: 1956;
Proprietà: famiglia Marco Felluga,
Enologo: Raffaela Bruno;
Totale bottiglie prodotte: 600.000;
Ettari totali vitati di proprietà: 100;

Passione, esperienza e lungimiranza descrivono il rapporto tra il mondo del vino e la famiglia di Marco Felluga. Un rapporto cominciato quasi cent’anni fa, in Istria, la terra d’origine di quella che si può considerare una vera dinastia di viticoltori, che ha saputo valorizzare le potenzialità di alcune uve e la vocazione di territori nati per ospitare vitigni speciali.
Il capostipite della famiglia è Marco: nel 1905 avvia l’attività che passerà al figlio Giovanni,trasferitosi a Grado nel 1920. Grado è un posto di mare, ma ha alle spalle il Collio ed i ColliOrientali del Friuli. Per la famiglia Felluga il richiamo del vino è irresistibile, anche grazie all’intuizione che quella terra è ricca di prospettive: infatti, sarà una delle primissime zone in Italia ad ottenere il riconoscimento DOC. Marco, il penultimo dei sette figli di Giovanni, continua l’attività di famiglia con la capacitàdi salvaguardare la tradizione, sposandola al concetto di una moderna enologia. A lui,formatosi fin da giovane anche alla prestigiosa scuola di enologia di Conegliano, si deve ilpercorso dell’innovazione, della qualità e della ricerca intrapreso dalle quattro aziende del gruppo che, nel corso degli anni, ha creato:- Marco Felluga, nel Collio goriziano, a Gradisca d’Isonzo (GO)- Russiz Superiore, nel Collio goriziano, a Capriva del Friuli (GO)- Castello di Buttrio, nei Colli Orientali del Friuli, a Buttrio (UD)- San Nicolò a Pisignano, nel Chianti, a San Casciano Val Di Pesa (FI).

Innovazione e ricerca per raggiungere risultati qualitativi sempre più marcati ed interessanti:questa è la filosofia seguita fin dall’inizio della famiglia Marco Felluga ed intensificata circavent’anni fa attraverso la collaborazione con i Dipartimenti di Agronomia dei centriuniversitari di Torino, Milano, Udine e con l’ERSA (Ente Regionale per la Promozione e lo Sviluppo dell’Agricoltura del Friuli Venezia Giulia), che ha portato anche ad avviare esperimenti unici in Italia di quello che si può definire il “progetto Marco Felluga”.
Nella zona del Collio goriziano sono presenti due delle aziende della famiglia MarcoFelluga, la Marco Felluga e Russiz Superiore. I vigneti Marco Felluga si estendono per 120 ettari (di proprietà e a conduzione) conspiccata vocazione per i vini bianchi. Il 70% della produzione è infatti dedicato alle uve bianche monovitigno di vini autoctoni e internazionali: tra i primi il Tocai Friulano e la Ribolla Gialla, tra i secondi il Pinot Grigio, il Sauvignon, lo Chardonnay.

Vinoteca Perugia San Sisto
San Sisto 57
San Sisto

 

Presentazione del libro “Letteratura di vino” di Daniela De Liso

linea vitePresentazione del libro “Letteratura di vino” di Daniela De Liso

Giovedì 21 gennaio da Cuculia, in via dei Serragli, 3r
alle ore 18,00

E’ un viaggio alla scoperta del vino quello che troviamo tra le pagine del libro “Letteratura di Vino” di Daniela De Liso, insieme al vino Luteraia, l’EnoArte di Elisabetta Rogai e il Ristorante Libreria Cuculia …….un appuntamento, giovedì 21 gennaio alle ore 18,00, da Cuculia in via dei Serragli 3R, gestito con arte dall’Editore Franco Cesati che diventa il collante dell’incontro, il vino per tema, l’EnoArte, la letteratura come filo conduttore e il food della location dell’incontro.
Qui da noi, in Toscana, amiamo parlare del vino citando Stephenson “il vino è poesia in bottiglia” per cui tutto il mondo legato al vino è un ricordo emozionale che mixa fragranze e profumi di mosto, cespugli di rose, pergole in fiore e glicine arrampicato ai ferri di un cancello, infatti la Toscana è bella tutta, unica, nel suo verde, le colline delineate dai cipressi, il cielo azzurro, il succedersi regolare dei filari di vite, i profumi della macchia e della terra umida, il mare, il Tirreno mai uguale con il suo profumo di salmastro.
E parlare di vino, in tutte le sue declinazioni, è sempre importante ma soprattutto piacevole, ritrovarsi in un ambiente caldo e accogliente come Cuculia, inedito ristorante libreria in Oltrarno, parlare e sentir parlare di vino da Daniela De Liso, ricercatrice di Letteratura italiana al Dipartimento di Studi umanistici dell’Università degli Studio Federico II di Napoli, e mentre si gusta Luteraia, il Nobile di Montepulciano della terra dei grandi vini, si ammira opere dell’artista fiorentina Elisabetta Rogai, e si apprende la spiegazione della sua tecnica di dipingere con il vino, un appuntamento per una serata unica.
Franco Cesati Editore
Cesare Guasti, 2 50134 Firenze Tel./fax 055486441 ufficiostampa@francocesatieditore.com francocesatieditore.com
Cuculia Ristorante Libreria
Via dei Serragli, 3r, 50124
Firenze Tel./fax 055 2776205 info@cuculia.it
Azienda Luteraia
Via Luteraia, 4 – 53045 Acquaviva di Montepulciano Siena
E’ giovedì 21 gennaio un appuntamento da non perdere, da Cuculia, che fa incontrare Daniela De Lisio, che presenta la sua ultima opera “Letteratura di vino” vini e vigne citati da grandi scrittori
sul tema del vautrice del volume Letteratura di vino, ripercorrerà la letteratura italiana dalle pagine di Virgilio alla poesia dei nostri giorni, per scoprire i vini citati, le vigne descritte in opere memorabili come quelle di Manzoni, Verga, Pavese, fino a Corrado Alvaro. Un viaggio enoico coordinato dal giornalista di Repubblica Fulvio Paloscia e accompagnato dalla degustazione di un vino tipico toscano, il Nobile di Montepulciano dell’azienda Luteraia, fatto con procedure tradizionali e metodi naturali. Ad arricchire l’incontro di suggestioni visive, ci saranno le tele e la presenza di Elisabetta Rogai, l’artista che dal 2011 dipinge quadri wine-made, opere realizzate con il vino che col passare del tempo invecchia e cambia colore, proprio come un buon rosso.
Luteraia, il Nobile di Montepulciano della terra dei grandi vini
Accanto a Montepulciano, lungo l’antica via Cassia Adriana, c’è una collina che da il nome a questa piccola azienda agricola a conduzione familiare. La Valdichiana è una terra dal passato ricco di storia, etruschi e romani hanno lasciato le proprie tracce, che raccontano delle loro civiltà. l noe dell’azienda inatti un toponio di origine roana, derivato da lutearia, che indica la presenza di terreni ricchi di argille sabbiose. In queste terre si coltivano vitigni dal 1965, quando Guido Paolini coinci a lavorare sul prio ettaro ’esposizione del terreno, l’altitudine, il lavoro della terra e la iducia nelle sue qualit hanno atto s che l’appezzaento crescesse ancora di generazione in generazione: ecco il significato del logo con i tre grappoli. Guido, Marino e Sergio hanno curato le loro viti con la stessa costanza, lo stesso metodo tradizionale che ha reso il vino Luteraia di grande qualità, con i suoi sentori di frutti di bosco, chiodi di garofano e delicata vaniglia. ggi l’azienda gestita dalla signora ugenia, oglie di ergio aolini, e dal figlio Andrea con lo stesso amore e la stessa dedizione. Elisabetta Rogai, l’artista del wine-made
Con EnoArte ha girato mezzo mondo: dal Giappone alla Svizzera, passando per il Venezuela, gli Stati Uniti e la Francia. Famosissime le sue performance in cui la tela bianca incontra un pennello bagnato di vino rosso, in cui linee porpora e violacee si trasformano in mani, visi, sguardi come quello benevolo e delicato della Madonna dipinta nel drappellone dell’ultimo Palio di Siena, che guarda in basso verso Piazza del Campo. È Elisabetta Rogai, pittrice dallo stile originale: una combinazione di figurativo e informale fatta di infinite macchie di colore e volumi. Il tratto sicuro, denso, diretto come lei, una vera toro, «tostissima», una che considera l’arte un mestiere e la questione dell’ispirazione una «stupidaggine da dilettanti». Forse per questo sono in molti a dirle che dipinge come un uomo, il che non le dispiace affatto. Una pittrice ardita, che ha fatto dello sperimentalismo la sua filosofia artistica: non si accontenta di dipingere su tela ma affonda i suoi pennelli nella iuta, nel cotone, nell’intonaco, nella carta di giornale, nel tessuto denim: un’intuizione che l’ha resa celebre a livello internazionale. Ultima in ordine di tempo, è la suggestiva EnoArte, ormai un vero e proprio marchio di fabbrica: dipinti che invecchiano come i colori con cui sono stati realizzati, vini rossi e bianchi. Una tecnica di grande impatto visivo mai realizzata prima; un altro strumento di cui l’artista si serve per raccontare la vita, le storie, i sentimenti dei protagonisti dei suoi ritratti. «Rappresento stati d’animo, anche i miei. Ogni quadro rappresenta alla perfezione il momento esatto della mia vita in cui l’ho realizzato», anche le «donne senza testa» degli esordi, disegnate così un po’ per provocazione, «un po’ perché, probabilmente, all’epoca non ero abbastanza matura per dedicarmi completamente all’arte». Ciò che fa dal 2001, anno in cui le viene proposto di esporre negli spazi della storica Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella. Da lì inizia la sua straordinaria carriera: l’esordio internazionale a Lugano e poi sulla Croisette di Cannes nel 2002, le mostre personali a Capri, Firenze, Venezia, Pietrasanta, Milano, Napoli, Washington che hanno reso i suoi quadri tra i più apprezzati nel mondo. Anche se l’arte Elisabetta ce l’ha dentro da sempre, sin da ragazzina; per lei dipingere è come vivere: naturale, «una sensazione assoluta di appagamento». Tra le opere di cui va più fiera, il Ritratto di Oriana Fallaci, l’affresco realizzato su commissione nel 2008 per il 70esimo anniversario della Scuola di Guerra Aerea di Firenze (di fronte a quello di Pietro Annigoni) – «Unica donna in uno degli ambienti maschili per eccellenza» – e la sua Sintesi, olio su tela, donata dal Capo di Stato Maggiore Aeronautico al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per gli 85 anni del Corpo.
Ed infine Cuculia……Andando oltre ponte alla Carraia si imbocca via de’ Serragli, la strada della cuculia. Il nome nasce dal canto dei cuculi, che trovavano riparo tra le mura di palazzi nobiliari e monasteri di questa via. Si racconta che i fiorentini camminassero fino a qui per ascoltarne il canto. Oggi Cuculia vuol dire ospitalità, buona tavola, un ambiente accogliente che dagli scaffali della libreria offre interessanti spunti di lettura, ambienti in cui si possono gustare speciali tipi di tè e dolci in bella mostra su alzate di vetro. Laureata in Lettere, appassionata d’arte e di teatro, Roberta Del Prete è nata a Napoli, ha vissuto a Firenze e ha studiato a Parigi; è l’anima di Cuculia insieme al marito, Oliver Betancourt, chef venezuelano. La sua passione per la cucina ha radici familiari, ma anche lui ha viaggiato molto, da Parigi alla Corsica, fino a Madrid: questo gli ha permesso di padroneggiare tradizioni culinarie diverse e fonderle in piatti fantasiosi. Insieme, dal 2012, Roberta e Oliver coniugano la passione per i libri e la buona cucina, dando ai propri piatti un’impronta artistica e personale.
L’autrice Daniela De Liso è ricercatrice di Letteratura italiana al Dipartimento di Studi umanistici dell’Università degli Studio Federico II di Napoli.
Cuculia Ristorante Libreria Via dei Serragli, 3r, 50124 – Firenze Tel./fax 055 2776205 info@cuculia.it cuculia.it
Ufficio Stampa – Franco Cesati Editore Via Cesare Guasti, 2 50134 – Firenze Tel./fax 055486441 ufficiostampa@francocesatieditore.com francocesatieditore.com
Elisabetta Rogai elisabettarogai.it enoarte.it
Azienda Luteraia Via Luteraia, 4 – 53045 Acquaviva di Montepulciano Siena Tel./fax: 0578 767017

Vinitaly 2015 : register.it porta sul web con il .bio il vino di Salchetto di Montepulciano

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Vinitaly 2015 : register.it porta sul web con il .bio il vino di Salchetto di Montepulciano

Durante Vinitaly di Verona Register.it e Salcheto svelano le numerose opportunità offerte dal .BIO e dai nuovi domini per promuovere l’identità, i valori e la provenienza dei prodotti vinicoli e proteggerli dalla contraffazione

Firenze, 25 marzo 2015 – Innovazione, sostenibilità e valorizzazione dell’unicità dei prodotti sono i temi al centro di Vinitaly e del dibattito sui nuovi domini quale leva strategica per promuovere il riconoscimento e la rintracciabilità online di un brand. Il Salone Internazionale del Vino e dei Distillati protagonista a Verona dal 22 al 25 marzo rappresenta un’opportunità per raccontare le realtà vinicole locali e la loro capacità di sfruttare l’innovazione per diffondere la propria eccellenza. In occasione di Vinitaly 2015, Salcheto di Montepulciano, azienda produttrice di vino, promotore e bandiera della sostenibilità nella vinificazione e produzione vinicola, e Register.it condividono un caso di successo tutto made in Italy che testimonia gli importanti benefici del dominio .bio.

dominio .BIO_Register.itDa sempre Internet rappresenta un’opportunità per le imprese a sostegno della loro competitività e della crescita, e negli ultimi anni la disponibilità di nuove estensioni di dominio ha ulteriormente ampliato il panorama di possibilità a disposizione delle aziende. Dal 2014 i nuovi Registry accreditati da ICANN hanno infatti rilasciato centinaia di nuovi domini e si prevede che nel corso dei prossimi 3 anni si arriverà a oltre 1000 nuove stensione disponibili, uno scenario certamente in evoluzione ma che necessita di essere compreso appieno nelle sue potenzialità. In particolare, l’arrivo di domini specifici per esempio legati al mondo enogastronomico come .bio, .organic, .vin, .wine offrono un’ampia scelta a chi opera in contesti specifici e un valore aggiunto importante generato dal poter far leva su una presenza in rete fortemente affine al business di riferimento.

In occasione di Vinitaly, Salcheto, cantina di Montepulciano, porta in fiera la girandola di emozioni che dal vigneto alla cantina arrivano fin dentro le sue bottiglie insieme a qualità, attenzione al biologico e innovazione. Salcheto rappresenta infatti un esempio di eccellenza italiana che, pioniere dell’analisi ambientale con la prima carbon footprint certificata già nel 2009, ha condotto negli anni ricerche e sviluppo tecnologico al fine di utilizzare processi produttivi eco-sostenibili. La presenza di Salcheto a Verona è infatti un’occasione strategica da un lato per illustrare i miglioramenti apportati, le opportunità di gestione e le soluzioni capaci di raggiungere la neutralità delle emissioni di gas, e dall’altro un momento rilevante per condividere la svolta web seguita da Salcheto che insieme a Register.it ha registrato il Salcheto.bio.

intervento Register.it @ VinitalyIn questo contesto Register.it, da sempre impegnata nel supportare il business delle imprese italiane, è intervenuto a Vinitaly a fianco di Salcheto con uno speech di Massimo Zanardi – Brand Protection Manager & Business Developer Coordinator di Register.it – dal titolo “La cultura della sostenibilità e la strategia di comunicazione e protezione del brand sul web: i nuovi domini, il .bio, il.vin, il.wine”. Secondo Register.it infatti l’esigenza delle aziende di comunicare in modo chiaro e immediato l’impegno sul mercato e la natura del proprio business trova nei nuovi gTLD una risposta efficace e nell’estensione. bio una strategia mirata per far crescere e promuovere il riconoscimento online del biologico per produttori, distributori, enti e organi preposti alla certificazione e controllo fino a chi fa informazione verticale.

“Siamo molto orgogliosi di partecipare a Vinitaly quest’anno e di poter condividere con gli amanti del vino e i produttori di questo prodotto rinomato una best practice come quella sviluppata con Salcheto di Montepulciano” spiega Massimo Zanardi – Brand Protection Manager & Business Developer Coordinator di Register.it. “Il nostro obiettivo è infatti aiutare le imprese a comprendere i reali vantaggi dei nuovi domini e supportarli in un utilizzo efficace e competitivo della rete attraverso strumenti mirati e all’avanguardia. Occasioni come Vinitaly e progetti di successo come quello della cantina di Montepulciano permettono di accendere l’attenzione sul dibattito dei nuovi domini e di diffondere in modo concreto e immediato la cultura del web e delle nuove possibilità offerte dalla rete, così come della necessità di promuovere e difendere il proprio brand in Rete”.

In particolare, il .bio, concepito dal registry del dominio (Startingdot) in partnership con IFOAM (Federazione Internazionale dei movimenti per l’Agricoltura Biologica), è garanzia di rispetto della natura e dei principi dell’agricoltura biologica e biodinamica come stabiliti image003da IFOAM, mentre per chi opera all’estero il .organic offre una scelta interessante purché certificati da enti riconosciuti a livello nazionale o internazionale o possessori di una pagina web in cui vengono mostrati prodotti organici venduti o promossi.
In questo contesto, certamente un tema caldo resta il problema dell’attribuzione sul web dei domini .wine e .vin da parte dell’Icann, argomento di discussione ancora fermo da parte di ICANN che punta a mantenere l’indicazione geografica nell’attribuzione del dominio per arginare il rischio di usurpazioni e contraffazione in rete

Gruppo DADA

DADA S.p.A. – quotata al segmento STAR di Borsa Italiana – è uno dei principali player europei nella fornitura nei servizi professionali per la presenza e la visibilità in Rete di persone ed aziende e vanta oltre 520 mila aziende clienti e più di 1,7 milioni di domini di gestione.

DADA opera in Italia attraverso Register.it S.p.A., leader nella fornitura di servizi di registrazione di domini, hosting, protezione del brand e pubblicità digitale. Register.it propone ai suoi clienti un’offerta di servizi professionali accessibili tramite la Rete e gestibili attraverso strumenti di controllo semplici e intuitivi. È inoltre il primo operatore italiano accreditato presso ICANN.

A livello internazionale DADA è presente in Spagna, Regno Unito e Irlanda, Francia, Portogallo e Olanda rispettivamente attraverso i marchi Nominalia, Namesco, PoundHost, Register365 e Amen.

Al Vinitaly Carpene Malvolti tiene a Battesimo Pvxiinvm, un nuovo prodotto già destinato a passare alla storia

Al Vinitaly Carpene Malvolti tiene a Battesimo Pvxiinvm, un nuovo prodotto già destinato a passare alla storia

Il nome PUXINUM affonda le radici nell’antica Roma, da cui ha preso avvio il millenario cammino dell’attuale Prosecco, ma il concetto è assolutamente attuale ed identifica l’eccellenza qualitativa della produzione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. ed è il vino che la storica Casa Spumantistica ha tenuto a battesimo in anteprima ieri al Vinitaly, al termine della presentazione della seconda edizione del progetto Generazioni D.O.C.G in cui è stata introdotta la ricerca, che gli studenti della Fondazione ITS Cerletti di Conegliano, hanno condotto sulle sue origini storiche ed etimologiche.

Storia e innovazione si fondono in Puxinum, per proiettare al futuro due millenni di cultura vitivinicola. Si narra, infatti, che il Prosecco abbia origini antiche, riconducibili a quel vino Pùcinum tanto decantato da Plinio il Vecchio (23 – 79 d.C.) nella Naturalis Historia del primo secolo d.C., e dallo stesso esaltato per le sue virtù medicinali, che apparentemente permisero a Livia Imperatrice e moglie di Augusto di raggiungere la veneranda età di 86 anni.

Ma fu nel Cinquecento, come hanno esposto gli studenti, che ebbe inizio l’affermazione del Prosecco in seguito alla brillante idea dell’illustre personaggio triestino il vescovo Pietro Bonomo, che associò il Castellum Nobile Vino Pucinum al Castello di Prosecco, vicino alla città di Trieste. Citazioni storiche proseguono nei secoli con Volfango Lazio, nel 1551, il quale per primo asserisce l’identità del Prosecco con il Pùcinum, per poi proseguire con autori tra cui Mattioli, Cardano ed Ortellio che lo colloca in una tavola cartografica relativa al Friuli, in corrispondenza della località di Prosecco nel Comune di Trieste. Ancora Aureliano Alcanti nel 1754, nel suo Roccolo Ditirambo lo descrive come uno dei migliori vini, e Francesco Maria Malvolti nel 1772 lo cita in ambito accademico. Rilevante è il contributo di Cosimo Giovanni Villifranchi che nel 1773 nel suo libro Oenologia Toscana associa il vino Pucino (in latino Puxinum) con l’odierno Prosecco.

Tuttavia l’anno di svolta è il 1868 – grazie alle intuizioni di Antonio Carpenè, fondatore della Carpenè Malvolti – quando inizia il percorso di valorizzazione del Prosecco, che oggi rappresenta la massima espressione enologica della Spumantistica Italiana. Quello fu il primo passo, ma anche le successive Generazioni della Famiglia Carpenè, hanno apportato il loro contributo, a partire da Etile che per primo nel 1924 riportò in etichetta il termine Prosecco, anticipando di oltre 45 anni il riconoscimento della D.O.C. prima e della D.O.C.G. dopo, avvenuta nel 2009. Oggi, con la stessa lungimiranza, Carpenè Malvolti vuole essere ancora una volta Pioniere, riportando per prima in etichetta il termine PUXINUM ed attribuendolo alla sua migliore espressione vitivinicola del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G.

PVXINVM, sarà un’ esclusiva tiratura limitata con appena 5000 bottiglie del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. Extra Dry, ottenuto con la migliore selezione di uve Glera dei viticoltori, che storicamente collaborano con l’Azienda di Conegliano. Il packaging con il quale si presenta il PVXINVM è solenne ed al tempo stesso essenziale, elegante, sobrio e con rifiniture di pregio anticate. Il front label è l’elemento centrale e fortemente caratterizzante la bottiglia, in quanto racchiude in sé tutti i valori essenziali del prodotto quale storia, origine, superiorità, autenticità e qualità. Il carattere lapidario romano detto anche capitale quadrata lapidaria risalente al I secolo d.C. si compone di lettere dalla forma impeccabile, geometrica e chiaroscura, che si intona ai monumenti celebrativi di epoca imperiale romana. Il futuro celebrerà l’attuale momento, destinato a passare alla storia.
Ufficio Stampa Carpenè Malvolti SpA

Marte Comunicazione snc.

Email marzia.morganti@gmail.com, press-office@carpene-malvolti.com

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Carpenè Malvolti Spa – Via A. Carpenè 1 – 31015 – Conegliano (TV) – P.I. 00174380261
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Sommelier Toscana, edizione speciale per Vinitaly dedicata alle grandi anteprime e alla Top 10 delle etichette dei più importanti territori del vino in Toscana

COVER SOMMELIER TOSCANA SPECIALE VINITALYSommelier Toscana, edizione speciale per Vinitaly dedicata alle grandi anteprime e alla Top 10 delle etichette dei più importanti territori del vino in Toscana

La selezione ad opera della qualificata Commissione di degustazione di AIS Toscana

Una Edizione Straordinaria interamente dedicata ai territori del vino e alle denominazioni che rendono famosa nel mondo l’enologia made in Tuscany con le Top 10 delle migliori etichette: nel numero speciale della rivista “Sommelier Toscana”edita dal Gruppo Editoriale e da Associazione Toscana Sommelier, di cui è direttore editoriale Osvaldo Baroncelli, direttore responsabile Marzia Morganti Tempestini, condirettore Matteo Parigi Bini. In questo numero dedicato al Vinitaly, a ricoprire il ruolo di protagonista è dunque la classifica delle dieci migliori etichette dei più importanti territori del vino in Toscana, stilata grazie al lavoro compiuto dalla commissione di degustazione di AIS Toscana composta da sommelier professionisti, la stessa che ha selezionato i vini inseriti nella prima edizione della Guida Vitae editata da AIS nazionale alla fine dello scorso anno.

Ciò che emerge dalle pagine patinate della rivista è quindi un omaggio ai grandi vini toscani ma soprattutto ai territori, quei luoghi in cui Madre Natura come un grembo accogliente offre le condizioni migliori per far maturare al punto giusto le uve che poi diventeranno quelle grandi denominazioni che tutto il mondo ci invidia. In ogni bottiglia di vino infatti, non si racconta soltanto il percorso di maturazione di grappoli di un vitigno piuttosto che di un altro: si racconta un territorio, la sua cultura, la sua storia, il suo legame con la denominazione e con le persone, ma si racconta anche lo stile di enologi di fama mondiale che sotto le grandi etichette storiche cesellano vini unici nel loro genere.

I territori del vino tuttavia non sono soltanto quelli delle grandi denominazioni blasonate e famose: sono anche quelli delle piccole produzioni, quantitativamente limitate – anche per via di una minore estensione territoriale della coltivazione – ma al vertice della Piramide Qualitativa per ricercatezza e originalità sia in purezza che in blend, in particolare di Sangiovese e Cabernet. Sono quelli delle aree magari non principalmente vocate alla vitivinicoltura e lontane dai riflettori dei grandi tasting, ma capaci di offrire vini di alto livello: per fare qualche esempio San Gimignano e la sua Vernaccia, Prato con il suo Carmignano e Pistoia con altre piccole realtà stimate dai winelovers collocate per la maggior parte in Valdinievole. “Quello che si compie con questo numero Speciale Vinitaly de Il Sommelier Toscana – ha sottolineato il Presidente di AIS Toscana Osvaldo Baroncelli – è un viaggio affascinante che grazie al prezioso e costante contributo dei delegati AIS Toscana è riuscito a portarci non solo tra le realtà produttive di spicco ma anche in quelle straordinarie realtà di nicchia note a pochi ma di grande spessore enologico: siamo partiti dai vini della costa per arrivare all’entroterra del Brunello di Montalcino e del Nobile di Montepulciano, della Val d’Orcia e dei vini dell’aretino. In questo numero, il palcoscenico è tutto (o quasi) per il Chianti: Chianti Classico, Chianti Rufina, e Chianti Colli Fiorentini, ma anche la Vernaccia di San Gimignano e la DOCG Carmignano “.

Gran parte di questi vini, sono stati altresì protagonisti nelle scorse settimane delle anteprime più prestigiose di Benvenuto Brunello, Chianti Classico Collection e Anteprima del Chianti, del Vino Nobile di Montepulciano e della Vernaccia di San Gimignano: tra le pagine de “Il Sommelier Toscana” anche un ampio reportage su queste imperdibili preview e una sezione dedicata al Wine People, in cui spiccano la maestosità della cantina monumentale di Antinori a Bargino progettata dall’architetto Casamonti, ma anche le “50 sfumature di rosa” della squadra dell’Associazione Donne del Vino composta da produttrici, enologhe, sommelier, ristoratrici e giornaliste, e della nuova Presidente Antonella D’Isanto.
Nel numero speciale di Sommelier Toscana uno spazio lo avrà anche la grande kermesse che per sei mesi porterà il mondo a Milano, ovvero Expo 2015. Un appuntamento a cui naturalmente non mancheranno le eccellenze enologiche made in Tuscany, protagoniste insieme alla Regione Toscana di un suggestivo Fuori Salone che prenderà per mano il pubblico e lo condurrà a conoscere i migliori vini di questa nostra terra, culla di prestigiose denominazioni e di piacevoli outsider tutti da scoprire.

Ufficio Stampa AIS Toscana

Marte Comunicazione snc di Marzia Morganti Tempestini & C
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A Vinitaly Carpenè Malvolti e l’Istituto Cerletti di Coneglianio, esempio virtuoso di collaborazione tra istituzione pubblica ed impresa : insieme si proiettano al futur

Prosecco_grappoloA Vinitaly Carpenè Malvolti e l’Istituto Cerletti di Coneglianio, esempio virtuoso di collaborazione tra istituzione pubblica ed impresa : insieme si proiettano al futuro

Alla 49ma edizione di Vinitaly a Verona ancora una volta protagoniste le nuove “Generazioni”

Lunedì 23 marzo alle ore 11.30 gli studenti presentano la ricerca Generazioni DOCG

Pad. 5 Stand B5

Conegliano (TV), 18 Marzo 2015 – Carpenè Malvolti e la Fondazione ITS Cerletti di Conegliano insieme al 49°Vinitaly per “indagare” sulla storia del Prosecco. Nel segno della continuità, la storica Cantina Spumantistica e la Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove Tecnologie per il Made in Italy del comparto Agroalimentare e Vitivinicolo, lunedì 23 marzo alle ore 11.30 presso lo stand di Carpenè Malvolti a Vinitaly (padiglione 5 stand B5), presenteranno una ricerca condotta dagli studenti della Fondazione – di cui Rosanna Carpenè è l’attuale Presidente – e realizzata nell’ambito del pluriennale progetto “Generazioni DOCG”, fortemente promosso e sostenuto dalla Quinta Generazione della Famiglia Carpenè – quale virtuoso esempio di impegno sociale e culturale in stretta relazione e coerente sinergia con i percorsi formativi – per favorire l’alta formazione delle nuove generazioni e creare i presupposti per un loro futuro inserimento nel mondo del lavoro.

Ancora una volta la più importante kermesse dedicata al vino e ai distillati, che si terrà a Verona dal 22 al 25 marzo, rappresenterà dunque il palcoscenico ideale per la presentazione di un progetto di ricerca sulle “Generazioni DOCG” ed un ulteriore significativa occasione, con cui Rosanna Carpenè intende sigillare la storica collaborazione tra la Fondazione, l’Istituto Cerletti – fondato dal suo trisavolo Antonio Carpenè nel 1876 – la stessa Famiglia e il Territorio, ma soprattutto per stigmatizzare la necessità che l’attività sinergica tra Istituzioni Pubbliche ed Imprese, sia imprescindibile per la valorizzazione delle eccellenze Territoriali nonché per le dinamiche economiche, sociali e professionali.

Un’interazione, consolidatasi nel corso dei decenni, che ha portato il Cerletti ad essere centro di un polo della cultura enologica, cui partecipano anche l’Università di Padova, Veneto Agricoltura ed il Centro di Ricerca in agricoltura del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, riconosciuto ed altamente stimato a livello nazionale ed internazionale.

Coloro che oggi rappresentano le nuove generazioni dell’Istituto, future professionalità della viticoltura, del marketing territoriale, dell’enogastronomia e dell’enoturismo, sono stati quindi gli artefici di un importante progetto di ricerca, grazie al quale è stato possibile far emergere attorno al mondo del Prosecco un patrimonio di conoscenza, che è andato oltre l’analisi delle caratteristiche organolettiche e sensoriali del prodotto, immergendosi sino alle profondità estreme delle sue radici storico-culturali.

L’asset principale della ricerca è rappresentato appunto dall’approfondimento delle origini storiche e culturali del Prosecco e di come le stesse siano inscindibilmente diffuse e radicate nel Territorio di appartenenza e distribuite in due millenni di storia. Quanto emerso è il risultato di un approfondito lavoro di analisi documentale, di confronto con insigni studiosi, di raccolta di testimonianze nonchè di analisi etimologiche, che hanno permesso una ricostruzione storica dalla nascita sino ad oggi.

Gli studenti, inoltre, con evidente interesse verso il mondo dell’enologia e dell’agroalimentare – dopo aver studiato storia e ampelografia del Territorio, grazie alla formazione multidisciplinare che offre il corso – hanno trovato altrettanto fervido interesse e sano entusiasmo nello spingersi oltre e scoprire quanto “valore storico-culturale” è insito nel mondo del Prosecco, la cui notevole portata vitivinicola ed economica sta caratterizzando in modo sempre più incisivo tutto il mondo del vino a livello internazionale.

Di conseguenza hanno studiato il mercato, individuandone le dinamiche in termini di domanda ed offerta e verificandone la segmentazione attraverso i diversi posizionamenti. Ed il passo successivo – grazie all’intuizione imprenditoriale di Rosanna Carpenè – è stato quello di farne scaturire la creazione di un nuovo prodotto, dalla valenza unica e storica.

La collaborazione tra Pubblico ed Impresa, ha fatto sì che questo progetto raggiungesse l’apice traducendosi quindi in un prodotto reale, così da dare la possibilità agli studenti di curarne e verificarne concretamente l’immissione nel mercato con i relativi impatti in termini di produzione, di marketing e commercializzazione, oltre che costituire un reale banco di prova per la formazione sin qui acquisita.

Con la lungimiranza che ha caratterizzato tutte le generazioni precedenti, Rosanna Carpenè desidera che l’azienda di Famiglia interpreti sempre il tempo corrente ed anticipi il prossimo – producendosi continuamente in un’attività “pionieristica” – e lo fa investendo sulla cultura e sul futuro. Quel futuro che gli studenti della Fondazione incarnano ed in favore dei quali si contribuisce, cercando di creare opportunità di formazione per un’affermazione sociale ed economica.
Il progetto si è quindi concretizzato con la messa in produzione di un vino spumante d’eccellenza, ai vertici della piramide qualitativa della produzione aziendale, di cui si prevede una tiratura limitata di appena 5000 bottiglie, che rappresenterà la quintessenza e la sintesi dei valori fondanti caratterizzanti l’azienda dal 1868.

Il nuovo “frutto enologico” sarà presentato in anteprima durante l’evento che si terrà lunedì 23 marzo al Vinitaly, in occasione della 49° edizione del Salone Internazionale del Vino e dei Distillati.

Fra l’altro è doveroso citare che l’ITS per il comparto agroalimentare e vitivinicolo di Conegliano si è classificato primo in Italia tra gli ITS del settore. Un risultato di tutto rilievo, calcolato sulla base di un notevole numero di indicatori: qualità della formazione, attrattività, processo di erogazione, rete interregionale, efficienza, placement. La componente determinante per la qualità del servizio sono le docenze di alto livello, provenienti in buona parte dal mondo delle Imprese e dall’Università, oltre che dalla scuola e da agenzie formative.

La Fondazione Istituto Tecnico Superiore per le Nuove tecnologie per il Made in Italy del comparto Agroalimentare e Vitivinicolo è stata istituita il 3 novembre 2010. Successivamente la Fondazione ha istituito il Corso di Tecnico Superiore per il controllo, la valorizzazione e il marketing del settore agroalimentare e vitivinicolo. Alla fine del corso la figura professionale è pronta per l’inserimento lavorativo e la formazione trasversale acquisita la rende profilata alle diverse tipologie delle aziende del settore agroalimentare ed enologico, indipendentemente dalle dimensioni organizzative e operative delle stesse.

Ufficio Stampa Carpenè Malvolti SpA

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L’universo della grappa scalda i motori per Vinitaly

Grappa protagonista a Vinitaly 2015 (1)L’universo della grappa scalda i motori per Vinitaly

Il salone di Verona occasione di confronto su come affrontare le sfide del futuro

Le attività in calendario sono variegate, molteplici e ognuna ispirata ad un proprio tema conduttore, ma quella che si terrà dal 22 al 25 marzo a Verona, sarà per i distillatori di tutta Italia aderenti all’Istituto Nazionale Grappa, un’edizione di Vinitaly dal sapore molto speciale: stavolta come non mai, l’obiettivo di chi ci sarà è comune ed unitario, ovvero quello di lanciare – nell’anno dell’Expo dedicato alle eccellenze dell’agroalimentare – un messaggio positivo e lungimirante sul futuro del comparto.

“In questa occasione ognuno sarà testimone della qualità del proprio distillato con iniziative individuali – premette il Presidente dell’Istituto Nazionale Grappa Elvio Bonollo – tuttavia dobbiamo saper sfruttare l’opportunità che ci offre questo palcoscenico privilegiato, lanciando un messaggio di unità e condivisione degli obiettivi del comparto. Un piccolo contributo di ciascuno che può trasformarsi in un importante investimento in immagine, oltre che rappresentare un punto di partenza per difendere il prodotto e la sua identità, la sua storia, la cultura tutta italiana di cui si erge a simbolo e il suo valore anche economico. Da Verona infatti, partirà il real count down verso Expo Milano 2015, dal cui svolgimento che ambisce a richiamare in Italia milioni di visitatori ci aspettiamo ricadute positive: partecipare a Vinitaly 2015 -aggiunge Bonollo – significa cogliere l’opportunità di poter dire la nostra in un momento di confronto e contribuire a dare visibilità all’intero comparto con un messaggio universale di promozione e valorizzazione”.

L’esercito dei distillatori a Vinitaly si profila cospicuo: partiamo da chi si appresta a compiere il viaggio più lungo per arrivare a Verona ovvero dalla Sicilia della Distilleria F.lli Russo che, da Santa Venerina (CT) arriveranno al Padiglione 2 stand C4 per proporre degustazioni di grappe di vitigni siciliani. Risalendo virtualmente lo Stivale, si arriva in Toscana dove a salire a bordo della locomotiva di Vinitaly sono la Nannoni Grappe di Paganico (GR) collocata allo stand C4 del Padiglione 9 e la Distilleria D.E.T.A. di Barberino Val d’Elsa, in attesa dei visitatori per degustazioni allo stand E11, sempre del padiglione 9. Un assaggio dei distillati del Piemonte si potrà trovare nelle quattro distillerie piemontesi presenti al Salone Internazionale del Vino e dei Distillati 2015, partendo dalle degustazioni consapevoli della Mazzetti d’Altavilla – Distillatori dal 1846 che oltre alla vasta gamma di distillati presenterà in anteprima le novità della collezione 2015 allo stand B16 del padiglione 9. Sono ubicati al padiglione 10 le altre tre distillerie piemontesi, a partire dalla Distilleria Santa Teresa dei F.lli Marolo che – dallo stand F3 si presenterà con le raffinate varianti della grappa di produzione propria distillate manualmente dal 1977 con i due piccoli apparecchi discontinui a bagnomaria, in particolare la grappa di Barolo, affinata a lungo in fusti di acacia e rovere da cui ne trae l’inconfondibile colore ambrato. Rimanendo in Piemonte, la Distilleria Montanaro si presenta con un ricco calendario di degustazioni per l’intera durata della manifestazione allo stand L3, mentre la Distilleria Sibona di Piobesi d’Alba (CN) offre degustazioni di distillati presso lo stand M4 – sempre padiglione 10 – con particolare attenzione alle Grappe Riserva Affinate in diverse tipologie di botti e alla Grappa XO, cuvée speciale invecchiata per oltre sei anni in piccoli tonneaux, mentre alla Distilleria Francoli al padiglione 7 stand B8 saranno presentati nuovi prodotti con la possibilità di degustare tutti i prodotti presenti. Prima di terminare il giro d’Italia della grappa in Veneto, passiamo dalla Lombardia e in particolare dal padiglione 8 con la Cantina Storica di Montù Beccaria che propone ogni giorno di manifestazione allo stand L2 degustazioni di grappe di monovitigno Oltrepadane e Stravecchie, distillato d’uva e grappa al miele e poi al padiglione 6, a fare una visita allo stand B3 delle Distillerie Roner, dove sono in programma degustazioni diagonali tra due annate di vino e le grappe giovane e riserva di Gewürztraminer e Lagrein e dove sarà presente da domenica a martedì il barman AIBES Antonio Pedullà, a disposizione per realizzare cocktail d’autore. Arriviamo infine in Veneto, con tre importanti realtà che si mettono in mostra per l’occasione: dal padiglione 4 lo stand B4 della Treviso Glocal presenta le iniziative dell’Istituto Grappa Veneta, la quale ha in programma presso lo stand E4 della Regione Veneto allo stesso padiglione 4 due degustazioni in particolare, la prima lunedì 23 dalle ore 16 alle ore 16,40 con “Le grappe dei grandi vitigni veneti” e mercoledì 25 dalle ore 15,30 alle ore 16,10 con “Il legno e le grappe” in collaborazione con Anag.

Giungiamo infine al padiglione 5, dove dallo stand B5 arrivano distintamente i profumi e le note barricate dei distillati di Carpenè Malvolti, storica casa spumantistica di Conegliano che già dalla fine dell’Ottocento disponeva di una distilleria a vapore e che per prima ha introdotto elementi di design nel packaging della grappa proponendola in una bottiglia a zucchetta, destinata poi a diventare un must per tutti i produttori. In particolare, saranno in degustazione il Brandy e le quattro tipologie di Grappa ovvero Finissima Grappa Bianca – Grappa Riserva – Grappa Prosecco. Al Padiglione 5 stand G3, le Distillerie Umberto Bonollo di Mestrino (PD) proporranno nuove emozioni sensoriali attraverso la degustazione della nuovissima proposta dei Maestri Distillatori Of Bonollo che porta il nome di “Fior d’Of Barrique”: un distillato ottenuto a partire da un blend di uve ricche di aromi tra cui Corvina e Rondinella – ovvero le uve del pregiato Amarone della Valpolicella -, invecchiato in barrique di rovere francese per acquisire suadenti tonalità vanigliate e leggermente speziate. A concludere il tour è una visita alla Distilleria Maschio Beniamino, per degustare le grappe di produzione propria allo stand B7 dello stesso padiglione 5.

Ufficio stampa Istituto Nazionale Grappa
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Presentazione della ricerca sulle origini storiche ed etimologiche del Prosecco

Invito Vinitaly Carpenè Malvolti Evento 23-03-15Presentazione della ricerca sulle origini storiche ed etimologiche del Prosecco

23 marzo 2015

Carpenè Malvolti, storica Casa Spumantistica di Conegliano fondata nel 1868, sarà presente alla 49esima edizione di “Vinitaly”, il salone internazionale del vino e dei distillati che si svolge dal 22 al 25 marzo 2015 a Veronafiere.

In particolare, ha il piacere di invitarvi a partecipare alle ore 11.30 di lunedì 23 marzo presso il loro stand B5/Padiglione 5, alla presentazione della ricerca sulle origini storiche ed etimologiche del Prosecco, condotta dagli studenti della Fondazione ITS Cerletti di Conegliano, in collaborazione con la Carpenè Malvolti e alla contestuale presentazione in anteprima dell’ultima “novità enologica” firmata Carpenè Malvolti.

Invitano inoltre durante le quattro giornate di manifestazione, a far loro visita per degustare tutta la gamma di bollicine del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G., degli altri Spumanti e dei Distillati, raccontati dall’esperienza e professionalità dei nostri enologi e sommelier.

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Cantine aperte

Cantine aperte

Cantine aperte

Cantine aperte
25 maggio 2014

Visita all cantina e alla barricaia
Intrattenimento con maneggio baby ranch
Musica con dj
Degustazione vini

TENUTE TOMASELLA
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