Il formaggio – Lo scrigno delle bontà

Girovagando per il web ho scoperto le origini di questo versatile alimento; cito testualmente: racconta la leggenda che il formaggio fu scoperto casualmente da un mercante arabo che, mentre realizzava un lungo viaggio nel deserto, mise il latte nello stomaco di un capretto. Al momento di consumarlo notò che era quagliato e fermentato, per via del cuaglio presente nello stomaco del capretto e dell’alta temperatura, ma si parla di formaggio già nella preistoria, mentre sappiamo per certo che i romani erano grandi consumatori soprattutto di quello di capra che insaporivano con erbe e spezie. Le qualità nutrizionali del formaggio erano conosciute già da allora, infatti in Grecia durante le olimpiadi era la principale fonte di energia degli atleti, veniva infatti consumato come un’impasto di farina, olio, frutta e miele. L’attuale vocabolo “formaggio” deriva dalla parola “formos” che per gli antichi greci indicava il contenitore dove veniva riposto il latte cagliato per dargli forma. Il vacabolo greco “formos” si trasforma in per i romani in “forma” dal quale l’attuale “formaggio”.
Originariamente il formaggio veniva prodotto solo con latte crudo, ma dal 1850 però ci fu una svolta nella produzione su larga scala, con la scoperta del metodo di pastorizzazione da parte del microbiologo Luis Pasteur che cambiò il processo definitivo di elaborazione dei formaggi.
Io sono…..o meglio sarei…..più precisamente…mi piacerebbe, essere una grande consumatrice di formaggi, essì mi piacerebbe  perchè poi in realtà devo limitarli molto altrimenti il mio colesterolo fa le bizze!dicevo….mi piacciono moltissimo i formaggi, praticamente mi piacciono tutti e anche per quelli che non amo particolarmente sono di aperte vedute  poi da poco ho scoperto l’abbinamento formaggio – marmellata e allora bingo accidenti che problema essere una buona forchetta”

Le mele e le pere Dott.ssa Antonia Griffo

Le mele e le pere, come tutti gli alimenti del gruppo bianco, sono una vera miniera di fibra, di minerali come il potassio e di vitamina C, oltre che di isotiocianati, particolari phytochemicals molto efficaci nella prevenzione dell’invecchiamento cellulare e di varie forme di tumore.

Dott.ssa Antonia Griffo
Biologa Nutrizionista
per contatti: antoniagri@hotmail.it

Venerdì a tavola con il pesce – Mara Lilliu

cropped-INSLAATAOK.jpgTradizione vuole che il venerdì a tavola si mangi pesce questo dovrebbe risalire al fatto che, per i Cristiani, il Venerdì è il giorno dedicato alla penitenza quindi necessita di un piatto “di magro” come il pesce.

Giovedì gnocchi da tradizione Mara Lilliu

gnocchi al ragùGiovedì gnocchi da tradizione Mara Lilliu

Tradizione vuole che a tavola il giovedì si mangino gli gnocchi, questo  dovrebbe risalire al fatto che, per i Cristiani, il Venerdì è il giorno dedicato alla penitenza e quindi il giorno prima (il Giovedì appunto) è concesso fare uno strappo alla regola e regalarsi un piatto sontuoso.
“Ridi, ridi che mamma ha fatto i gnocchi” è un altro proverbio che sta a sottolineare l’importanza del piatto in questione.

Germe di grano

Germe di grano (o embrione )è la parte più piccola del chicco di frumento.
E’ ricco di vitamine ed enzimi.
Molto nutritivo.
Si può aggiungere negli impasti del pane, della pizza, delle focacce aiuta i processi lievitativi  e da un sapore naturale ai prodotti da forno
Potete aggiungerlo anche alle verdure,  alla pasta, alle insalate o accompagnarlo ai latticini ricotta, yogurt ,  latte.

Pera abate Fetel Dell’Emilia Romagna IGP- Fruitecom

(2)Pera_dell'EmiliaRomagna_IGP_AbateFetel.jpgPera abate Fetel Dell’Emilia Romagna IGP il gusto migliore per cominciare il nuovo anno

Torna sulle tavole e nelle cucine degli italiani un frutto gustoso e versatile. Ottimo per essere consumato da solo, sa sorprendere in abbinamento a ingredienti inusuali come il gorgonzola.

Ferrara, 12 gennaio 2011

Con l’arrivo dell’inverno, sulle tavole e nelle cucine degli italiani non può mancare un alimento gustoso e versatile come la Pera Abate Fetel dell’Emilia-Romagna Igp, punta di diamante della produzione di pere di questa regione.
Sana e naturale, la Pera Abate Fetel dell’Emilia-Romagna Igp è infatti un alimento particolarmente invitante anche per i palati più fini. Questo frutto ha una buccia di colore verde tendente al giallo, che cambia sfumatura a seconda del grado di maturazione: verde intenso per una pera fresca e croccante, verde-giallastro per una polpa più dolce e morbida e infine giallo opaco per un frutto molto succoso.
Disponibile nei migliori supermercati, ipermercati e negozi di frutta e verdura, la Pera Abate Fetel dell’Emilia-Romagna Igp resterà sulle nostre tavole fino ad aprile. E’ un alimento ottimo da consumare da solo, grazie al suo bilanciamento di acidità e dolcezza, ma anche un ingrediente versatile per preparazioni che vanno dalla classica crostata fino ad abbinamenti più creativi: è da provare accanto al gorgonzola.
Ma come si può riconoscere quando la pera è pronta per essere mangiata? Esercitando una leggera pressione alla base del picciolo, la polpa deve risultare cedevole: questo significa che il frutto ha raggiunto la piena maturazione. Se il frutto acquistato non è ancora al punto giusto, basterà tenerlo a temperatura ambiente in un sacchetto di carta per ottenere una perfetta maturazione.
Scoperta in Francia nel 1866 dall’abate di cui porta il nome, la pera Abate Fetel fu per lungo tempo utilizzata solo per la produzione di liquori, perché considerata poco adatta alla tavola. Furono i coltivatori ferraresi all’inizio del ‘900 a rivalutare questa varietà, che nelle province di Reggio Emilia, Modena, Bologna, Ferrara e Ravenna ha trovato i terreni più adatti per la sua coltivazione, tanto da ottenere nel 1998 la certificazione di Pera Abate Fetel dell’Emilia-Romagna Igp. La regione Emilia-Romagna è particolarmente vocata alla coltivazione delle pere: il territorio copre il 70% della produzione nazionale di questo frutto.

 

Per maggiori informazioni:
Francesco Reggiani c/o Fruitecom
Tel: +39-059-7863883
Alessandra Ravaiolic/o CSO
Tel: +39-0532-904511

Ortica

Pianta erbacea perenne
Ha diverse funzioni benefiche.
Ha proprietà diuretiche e anche depurative
Aiuta ad eliminare le tossine

Kanzi regina in cucina il suo nome significa tesoro nascosto

Kanzi, la nuova mela coltivata nelle incantevoli valli dell’ Alto Adige / Südtirol dai soci dei Consorzi VOG e VI.P, è l’ingrediente perfetto per mille gustose ricette:da provare in abbinamento a un saporito formaggio, come antipasto, o per arricchire con un tocco di colore una fresca insalata. E per i più golosi?
Provate ad assaporarla con una deliziosa mousse al cioccolato.

Il suo nome in Swahili significa “tesoro nascosto”: una descrizione perfetta per un frutto tutto da scoprire, anche in cucina, negli abbinamenti gastronomici più sorprendenti. Si tratta di Kanzi, una nuova varietà di mela da pochi mesi sui banchi dei negozi di ortofrutta, super e ipermercati.
Coltivato in Italia dai consorzi VOG e VI.P, questo frutto ha caratteristiche straordinarie, da scoprire con tutti 5 i sensi. Una buccia liscia, rossa e brillante, che attira e seduce al primo sguardo; un sapore delicato, dalle note agrodolci; un coinvolgente profumo e una polpa croccante, dal morso pieno e succoso, da gustare così, al naturale, o all’interno delle preparazioni più fantasiose.
Grazie a queste sue caratteristiche, Kanzi è un frutto che si adatta alla perfezione alle ricette più intriganti: le note delicatamente acidule che accompagnano il primo assaggio la rendono ideale come ingrediente di insalate fresche o, per chi ama osare, per piatti a base di carne e pesce.
A fine pasto, è deliziosa nella classica torta di mele o in uno Strudel, mentre i più golosi possono avventurarsi in una ricca composta di mele Kanzicon mousse al cioccolato.
E non è tutto: con la bella stagione alle porte, perché non utilizzare Kanzi come ingrediente di una fresca e dissetante bevanda? Bastano una mela tagliata a dadini, un po’ di ghiaccio, menta e tè verde, per dare vita a un cocktail analcolico fatto in casa.

www.kanziapple.com/

Pistacchi – Angelamaria

I pistacchi sono semi verdi e teneri che, con il loro gusto delicato, possono essere consumati  freschi o secchi (leggermente tostati) oppure, come solitamente avviene, sono ingrediente per la preparazione e la decorazione di dolci e gelati. Il loro gusto,  però, si abbina molto bene anche alle pietanze salate, rendendole più gradevoli anche dal punto  di vista estetico.

Uva – Zuccheri d’Uva Biologici – Bottega Verde

Dagli acini d’Uva provenienti da coltivazioni biologiche si ricava questo prezioso concentrato di zuccheri, impiegato anche in campo alimentare. Costituito in parti pressochè uguali da Glucosio e da Fruttosio questo principio attivo è utilizzato nei prodotti per capelli che sfruttano le sue straordinarie capacità idratanti e nutrienti. La struttura zuccherina è in grado di trattenere acqua sul cuoio capelluto e sul capello restituendo elasticità ad entrambi e garantendo una chioma più luminosa e vitale. Il prodotto può essere utilizzato anche in creme per il viso o per il corpo sfruttando anche in questo caso le sue capacità idratanti.

Vinacciolo – Burro di vinacciolo – Bottega Verde

Ricco di acà'” della pelle ed una funzione barriera sia alle perdite di acqua sia alle “offese” esterne e di flavonoidi (antocianine e leucocianine) ad azione protettiva, antiradicalica.

L’uva e le sue proprietà – Bottega Verde

L`uva è ricchissima di Polifenoli, vitamine, zuccheri,sali minerali, fibre,acidi della frutta: una delle migliori fonti di energia presenti in natura. Una vera miniera di sostanze Antiossidanti e nutrienti. I tesori salutari contenuti nell’uva non si limitano agli effetti “per via interna”, ma possono produrre grandi benefici anche “per uso esterno”. L’uso dell`uva in cosmetica è antico e risale al 17° secolo nelle corte francese di Luigi XIV che usava questo frutto per rendere più bella la sua pelle. Questo eccezionale frutto viene impiegato nel settore della cosmetica in prodotti a base di estratti di uva e vinaccioli per rendere la pelle più morbida, darle un colorito più chiaro e soprattutto per prevenire i danni dovuti ai radicali liberi principali responsabili dell’invecchiamento cutaneo fotoindotto e cronologico.Nella buccia dell’uva sono infatti presenti importanti sostanze con proprietà antiossidanti quali i polifenoli, i flavonoidi e le antocianine mentre nei semi, detti vinaccioli, è presente l’acido linoleico, che è un acido grasso essenziale che contribuisce a mantenere la corretta idratazione della pelle e svolge un’importante azione rivitalizzante anti-age.

Il riso Carnaroli – Rustichella d’Abruzzo

Il riso Carnaroli nasce nel 1945 dall’incrocio del riso Vialone e del Lencino. Il riso Carnaroli può essere considerato il riso qualitativamente migliore di tutte le varietà di riso. Il riso Superfino Carnaroli è un ottimo riso per cucinare i risotti in quanto il minimo rilascio di amido permette che il riso non si scuocia. Il riso Carnaroli è un tipo di riso adatto anche per le insalate e i timballi.

Il Carnaroli ha, come il Vialone, un chicco non piccolo, ma a differenza di quest’ultimo ha un chicco di forma allungata. La coltivazione del riso Carnaroli non è semplice e quindi non si è mai assistito a grandi produzioni del riso Carnaroli. Tra le varietà di riso italiano il riso Carnaroli è quello che richiede maggiori attenzioni perchè soggetto soprattutto ad imitazioni. Un’idea originale per cucinare il riso Carnaroli è il riso con le fragole, abbinando così il gusto raffinato delle fragole con il chicco pregiato del Superfino Carnaroli.

Il riso – Luchetti Enrico

Il chicco del riso bianco è essenzialmente formato da due anime, una centrale dall’amido molto duro e una esterna di una struttura sempre amidacea ma più delicata. Per questo motivo il riso deve essere tostato in una prima fase con grasso o olio, senza liquidi finché non diventa ben caldo, così che la parte esterna del chicco si rafforzi e dia origine ad una cottura uniforme. “Enrico

Orata

Uno dei pesci di maggior pregio sul mercato. Le sue carni sode e delicate sono apprezzate non solo per il sapore, ma per il fatto di aver pochissime lische. Gli esemplari di allevamento presenti sui mercati sono lunghi circa 30-35 cm. L’orata ha un sapore diverso in relazione all’ambiente dove è vissuta e all’alimentazione; le migliori sono quelle di valle e quelle di stagno perché si alimentano in ambienti naturali, con cibo vario ed abbondante. Si differenziano per la sapidità delle carni, essendo quelle di valle più delicate e con gusto morbido, mentre quelle di stagno, vivendo in ambienti a volte più salati, hanno un sapore più deciso. Le orate di allevamento hanno prezzi diversi in relazione alla taglia (le più grandi costano di più) ed alle condizioni di allevamento: un’alimentazione con un eccesso di grassi porta ad una crescita più rapida ed ad un gusto forte che non è sempre apprezzato. Per questo motivo è opportuno conoscere la provenienza dell’orata, privilegiando i produttori che contrassegnano il loro prodotto. L’orata può essere cucinata in vari modi: arrosto, al cartoccio, al sale e in tanti altri modi . Si può acquistare tutto l’anno e il suo apporto calorico si attesta sulle 82 calorie per 700 grammi. L’orata è inoltre ricca di vitamina PP e dei cosiddetti grassi “buoni” che proteggono l’attività cardiaca abbassando i livelli di colesterolo presenti nel sangue.

Il culatello di Zibello DOP – Premiata Officina del Gusto

Il Culatello di Zibello è patrimonio, ricchezza, di quella particolare terra adagiata lungo il grande fiume Po e avvolta dalla nebbia, che è fattore determinante, regime climatico insostituibile per la maturazione e la stagionatura del Re dei Salumi, la cui arte, tramandata da generazioni, racchiude in sé la storia di una terra, le tradizioni della sua gente e le caratteristiche del clima particolare.

Premiata Officina del Gusto
Piazza Don Minzoni 1-3
Foligno (PG)
Info e Prenotazioni: 0742 620452 – info@premiataofficinadelgusto.it
www.premiataofficinadelgusto.it

La farina di farro – Prometeo srl

La farina di farro possiede ottime caratteristiche per la realizzazione di dolci. Possedendo un glutine meno tenace rispetto a quello della farina di frumento, l’impasto elaborato con farina di farro risulta meno elastico, più friabile e quindi più adatto alla realizzazione di paste frolle ed impasti friabili come biscotti, pasticcini e crostate.
Grazie a questa caratteristica, per ottenere un buon impasto sono necessari meno grassi e quindi quantità minori di olio e burro rispetto a quello che si utilizzerebbe con la farina di frumento.
Il suo gusto leggermente dolciastro, infine, permette di usare meno zucchero rispetto alle quantità suggerite nelle ricette dove sia prevista la farina di frumento.

Prometeo srl
Via Metauro, 10 – Zona Artigianale di Canavaccio
61029 Urbino (PU)
Tel. +39.0722.53520
Fax +39.0722.53521
info@prometeourbino.it
www.prometeourbino.it

La targa dell’uovo – Gabriele Bacciottini – Italiana Sommelier

Al primo posto si troverà una cifra relativa al tipo diallevamento: 0 per i prodotti biologici, 1 per l’allevamentoall’aperto, 2 per l’allevamento a terra, 3 per l’allevamento in gabbia.

Italiana Sommelier.

Gli gnocchi a Genova – Giacomo Bezzi

In genovese gli gnocchi si chiamano troffie (con due f e non come è scritto sui pacchetti dei supermercati) e sono di patate.
La loro morte, ovvio, col pesto; ma anche col tuccu de funzi (sugo di funghi, per il popolo).
Quelli fatti a cavatappo, e che sono di semola di grono duro, si chiamano troffiette di Recco, in omaggio alla cittadina faro della cucina ligure.
Anche con queste ultime, pesto e tuccu de funzi.

Il nuovo Soft drink J20

Questo innovativo “Adult Soft Drink” che arriva dall’Inghilterra, oltre a registrare il record di 7 bottiglie vendute al secondo, è al momento il secondo drink in bottiglia più venduto nei pub dopo Budweiser.
La particolarità di questo prodotto consiste nelle diverse motivazioni che ne portano al consumo: oltre ad essere un prodotto alla “moda”, risulta essere un prodotto anche molto sano e che rivela la sua versatilità grazie anche alle sue caratteristiche dissetanti.

Rinfrescante, dal sapore gradevole e con un packaging molto attraente J20, distribuito in un’elegante bottiglia di vetro da 275 ml, è il prodotto ideale da destinare al canale Ho.Re.Ca. In particolare J20, in un periodo come questo segnato da diversi problemi dovuti all’alcool, può essere la risposta responsabile alle esigenze di un pubblico giovane e di tendenza. Un’altra importante caratteristica di questo soft drink è che offre al mercato del bere una scelta già “pronta” per quando ci si ritrova a voler prendere una decisione veloce al bar.
L’originale ed insolito nome di J20 vuole chiaramente ricordare la composizione chimica dell’acqua H20, facendo quindi riferimento alla
semplicità dei suoi componenti ma anche al suo essere una evoluzione del bere.
Nel Regno Unito la risposta al prodotto è stata a dir poco soddisfacente e senz’altro prova del suo successo; successo che deriva principalmente dalle particolarità dei suoi gusti e dalla notevole popolarità acquisita negli ultimi anni: la crescita in U.K.  mostra numeri da capogiro partendo da un fatturato nel 2000 di £ 50 milioni a £ 250 milioni nel 2007. Con queste premesse la sfida presa dall’importatore prevede risultati vincenti.
I drink a base di frutta rappresentano la sotto categoria con il più elevato e veloce tasso di crescita. J20 figura come il drink confezionato più di successo sul mercato ed è il numero 1 indiscusso della sua categoria.
Attualmente il mercato è modellato da quattro tendenze chiave: appagamento/piacere, convenienza e praticità, etica/ambiente e  salute/benessere.
J20 risponde a queste esigenze generalmente guidate da consumatori sempre più occupati nelle loro vite e attenti al benessere ma che al contempo ricercano svago e piacere.

X INFORMAZIONI CONTATTATEMI :Diego tel.3356699984 email:agenziadima@gmail.com